Con gran tempismo, Kismet, sebbene completamente stremato, raggiunse il centro medico dove sapeva che Jan era ricoverato.
Una volta dentro, notando il subbuglio di medici e barelle che passavano rapidamente nei corridoi per essere portati via, Kismet corse su per le scale fino alla stanza del giovane fratellino di King.
Corse a perdifiato, sperando di ritrovare la stanza in questione, che ricordò essere all'estremità del corridoio, sullo stesso piano dove vi era la sala operatoria.
Affannato, aprì la porta, ma la stanza era deserta.
"Jan?! JAN!" esclamò a gran voce, guardando attorno nella stanza...
Prima tornare a fissare il corridoio, mentre cercava di riprendere fiato.
"Sta cercando qualcuno?" chiese alle sue spalle un'infermiera.
Kismet si girò di colpo, sorpreso, prima di scuotere la testa per mezzo secondo.
"Un ragazzino, di nome Jan... so che era ricoverato in questa stanza..."
"Ah, è stato portato di sotto con gli altri pazienti... ci stiamo preparando ad evacuare chi possia- EHI! ASPETTI! Dove sta andando?!"
Senza perdere tempo con altre chiacchiere, il ragazzo tornò velocemente giù, diretto verso la zona da cui era arrivato.
Una volta sceso fino al piano terra, controllò dove fossero stati collocati i pazienti.
Fu allora che vide, all'esterno, un gruppo formato da medici e pazienti non gravi, tra i quali spiccavano sia Jan che Finn, il ragazzo salvato insieme a Kira e la sua squadra.
"JAN!" chiamò Kismet a gran voce, correndo verso il gruppo.
Il biondino si girò verso la voce...
E il viso gli si illuminò.
"FRATELLONE KISMET!"
Subito, spinse con veemenza le ruote della sua sedie a rotelle per andare da lui.
Una volta raggiunto, Kismet si chinò in ginocchio per abbracciarlo teneramente, cercando di non fargli male.
"Jan... grazie a Dio stai bene..."
"Cattivo! mi hai fatto preoccupare da morire! Credevo che tu... che tu fossi...!" singhiozzò il piccolo ragazzo biondo, tirandogli dei pugnetti mentre lo abbracciava.
I due rimasero in quella posizione per parecchi secondi, che sembrarono durare un'eternità...
Prima che lui non mollasse la presa, rialzandosi in piedi e prendendo Jan in braccio.
"Dobbiamo andarcene da qui... forza, ti porto da tua sorella."
"Mi scusi, giovanotto... lei è un parente di questo ragazzo?" domandò improvvisamente uno dei medici presenti nello spiazzo, un uomo dai capelli radi con gli occhiali.
Kismet rimase leggermente spiazzato dalla domanda, ma tossì, dandosi un secondo per pensare a cosa rispondere:
"Io sono-"
"E' il ragazzo di mia sorella! E' venuto a prendermi perché lei non poteva."
Jan rispose al posto suo, lasciandolo basito sul posto per la giustificazione data, ma il tempo scorreva:
Fece solo per annuire seriamente.
"Mi dispiace, giovanotto, ma se non è un parente stretto, non posso permetterle di portarlo con sé. Abbiamo l'obbligo di pensare alla salvezza di questi pazienti. Lei capisce, vero?" gli disse nervosamente il medico, mentre si asciugava il sudore.
"Signore... con tutta franchezza, se qui non vi sbrigate ci sarà un enorme cataclisma. Sto cercando di salvare la vita a Jan." cercò di giustificarsi lui.
"WAH! GUARDATE!" esclamò Finn improvvisamente, puntando un dito al cielo.
Girandosi, poterono vedere una colonna di luce scendere dove si trovava l'arena ad incredibile velocità.
"Ah, merda!" esclamò Kismet; "Tutti quanti al riparo! Forza, mettetevi tutti al riparo!"
Detto ciò, fece in modo di proteggere Jan, qualsiasi cosa fosse successa:
Lo doveva a King e solo a lei.La luce divampò, accecante, avvolgendo l'intero ospedale e sbalzando via diverse persone, oltre che distruggendo tutti i vetri delle finestre...
Intanto, gli altri erano ancora occupati a fuggire, e sarebbe finita molto peggio se non fosse stato per persone come Kim, Takuma e Nunnaly, che usarono le proprie tecniche per deviare il raggio del cannone, approfittando dell'output diminuito dell'arma e limitando i danni.
L'unico che si prese in pieno il colpo fu uno Zero gravemente ferito, che fu incapace quindi di scappare.
Sfortunatamente, l'esplosione causò la caduta di diversi detriti, e nella fuga, Terry rimase separato dal resto del gruppo, apparentemente travolto dalle macerie.
Anche Lucille fece una fine simile, ritrovandsi con la gamba incastrata sotto le macerie e perdendo i sensi.
"Dannazione! LU!"
Imprecando, Kira si era gettato per dare una mano alla giovane ragazza, abbandonando la falce per terra e cercando di usare tutta la sua forza per spostare le macerie in cui la ragazza era bloccata.
Nel suo stato stordito, Lucille rivide sprazzi del suo passato, come se la vita le stesse passando davanti agli occhi:
Si vide in una stanza tutta bianca, poi inseguita da un uomo col camice bianco...
Poi quello stesso uomo a terra e le sue mani completamente sporche di sangue, seguita da un'esplosione di luce e da un angelo che le tendeva la mano, sorridendo.
Le parve anche di sentire la voce di Nunnaly che le diceva:
"D'ora in poi, noi siamo una famiglia... e nessuno potrà mai separarci."
Fu allora che si riprese e vide che era Kira a tenderle la mano come quell'angelo per trarla in salvo.
"Forza, Lu! Dobbiamo andarcene di qui. Vieni..." la esortò lui, con la ragazza che gli diede subito la mano e si fece prendere sulla schiena di Kira per essere trasportata via meglio.
"Kira..." mormorò lei debolmente, lasciandosi prendere e accoccolandosi su di lui.
Subito, il ragazzo trasportò velocemente Lucille lontano da quella situazione, proprio dove Nunnaly e Kabuto li stavano aspettando.
"Menomale! Sia ringraziato il cielo che stai bene!" esclamò con un sorriso la suora, mentre l'androide fece un sospiro di sollievo.
"Forza, andiamo... non abbiamo ancora finito." intimò quest'ultimo.
La suora alzò lo sguardo al cielo, ripromettendosi di fare del suo meglio per proteggere quei "bambini" che NESTS aveva rovinato, ripetendosi che era quella la sua giusta espiazione.
Fu allora che notò una miriade di stelle cadenti che varcavano il cielo.
Anche il resto delle squadre scappate da quel raggio mortale si fermò a fissare quello spettacolo nel cielo, con Mondo che fece un grosso gesto di vittoria, alzando in aria il pugno.
"Evvai! Siamo ancora vivi!"
King, invece, si mise seduta per terra, non sentendosi più le gambe, ma anche per lo sconforto e la paura che né Kismet né Jan fossero sopravvissuti.
Tuttavia, qualcosa, alle spalle dei rimasugli della squadra Outlaw, attirò la sua attenzione:
Rumore di passi.
Girando lo sguardo con sorpresa, King poté vedere qualcosa che la lasciò sorpresa completamente:
Kismet stava camminando con Jan tra le braccia, un sorriso stampato sul viso di entrambi.
La donna si coprì la bocca con le mani e si rialzò rapidamente per andar loro incontro.
Anche Hime e Mondo fecero lo stesso, in preda alla gioia per il ritorno del loro caposquadra...
Per poi prendere tutti parte ad un grande abbraccio di gruppo.
"Tu sei un pazzo, capo! Lasciatelo dire!" esclamò Mondo, grattandogli la testa con il pugno, mentre Hime sorrideva vistosamente a sua volta.
King invece prese tra le braccia Jan e lo abbracciò, felice come pochi per il fatto che si fosse salvato.
Anche Jan era raggiante all'idea di abbracciare la sorella maggiore.
"Non mi importa niente del torneo... o dei soldi del premio! Voglio solo te, sorellona!"
"Oh, Jan!" gridò dalla commozione King, lacrimando vistosamente; "Mi hai fatto prendere il peggiore dei colpi... tu, e quello stupido."
Kismet, chiamato in causa, alzò le spalle con un mezzo sorriso.
"Suppongo che, per punizione, dovrò aiutarti a ricostruire un altro bar..."
King alzò la testa, shockata.
"Oh, my goodness... il bar! Sarà un miracolo se sarà ancora in piedi... ma nessuno di noi ha vinto il torneo, come facciamo con le spese?"
"Oh, cavolo, è vero..." borbottò Hime; "E per di più, adesso, siamo ancora dei ricercati con fedine penali..."
"Ed io che pensavo di potermi ripulire la coscienza..." mugugnò Mondo, piegando la schiena per la delusione.
Kismet sospirò, incrociando le braccia.
"Ehi, almeno avete ancora un posto dove poter tornare, voi due..."
Questo finché non vide una busta, che gli era stata appena messa in mano da Michitaka del team Knowledge.
"Visto che non so cosa farmene, te li dono volentieri... fatene buon uso, voialtri." disse il loro donatore con un sorriso arrogante.
Kismet fissò la busta in questione, squadrando per qualche secondo Michitaka...
E scosse tuttavia la testa.
"Questi non mi servono..."
Detto ciò, rilanciò la busta dritta nelle mani del giovane.
"Dalli a chi ha davvero sconfitto quello Zero... fai che darli a K', se lo vedi."
"Va bene... volevo darli a una persona che sapevo ne avrebbe fatto buon uso, ma a quanto pare me li terrò." disse con tono scherzoso Bandou, camminando via da lì per tornare dai suoi compagni.
Mentre questo accadde, Hime prese da parte Kismet per un braccio, così come fece Mondo.
"Whoa, whoa, whoa! EHI! Tempo! Guarda che fanno sempre comodo!" gli intimò il mototeppista.
"Allora prendeteli voi due." intimò Kismet ai due; "Io voglio guadagnarli in un altro modo. "
I due ragazzi si guardarono, prima che lui rispondesse:
"Naaah, non ho mica partecipato al torneo per questo! Volevo mostrare la mia forza e basta."
"É lo stesso per me. E poi, non mi servono mica in maniera impellente!" aggiunse la giovane.
Al che, si avvicinarono a loro Heidern e i membri degli Ikari, Whip esclusa, col Comandante che fissò i tre con severità...
O era la sua faccia tipica?
"Ehi, é arrivato il capoccia!"
Subito, i tre si misero sull'attenti, fissandolo con aria tesa e carica di anticipazione.
Senza dire nulla, il Comandante cercò qualcosa nelle tasche della divisa...
Prima di estrarre tre grosse buste, una per ognuno degli Outlaw.
"E questo?" chiese Kismet, alzando un sopracciglio.
"Consideratelo il mio risarcimento per il vostro lavoro. Dentro troverete qualcosa nelle potrà farmi perdonare."
Hime fu la prima ad aprire la busta.
Appena lo fece, spalancò gli occhi per la sorpresa.
"Ma, signore... perché? La missione mica l'abbiamo completata, e non abbiamo vinto!"
Oowada annuì.
"Ha ragione la pupa, capo! Non mi sembra giusto!"
"Preferite lavorare a gratis?" chiese Heidern con aria sarcastica; "Vi ho solo chiesto di lavorare per me, non vi ho mica obbligato a vincere un torneo."
Il motociclista si grattò la nuca pensieroso.
"Beh... anche questo é vero... ma come la mettiamo con la nostra fedina penale, il condono, tutta quella roba lì?"
"Io non vedo nessun criminale, qui..."
Heidern si girò verso gli altri tre sottoposti.
"Voi vedete dei criminali?"
"Io non vedo nessun criminale... solo persone che hanno fatto il loro lavoro." rispose Clark con un sorriso, mentre teneva le braccia incrociate.
Mondo ed Hime furono raggianti nel sentirlo.
Anche King fu lieta di sentire la notizia, così come il piccolo Jan.
"Sono contento per te, fratellone!" disse, rivolgendosi a Kismet.
Mondo allora fece un inchino di ringraziamento.
"Non so come ringraziarvi di tutto. Sarete dei bacchettoni dell'esercito, ma siete davvero forti!"
"Ehi! Vogliamo poi la rivincita, un giorno!" esclamò Ralf, battendo una mano sul muscolo di una delle braccia; "Preparatevi per bene, che al prossimo giro facciamo davvero sul serio."
Hime lo fissò con un sorriso sagace, puntandogli contro un dito.
"A cuccia, nonno..."
Mondo si scrocchiò le nocche con aria vogliosa di uno scontro, ma venne trattenuto da un forte tossire di Kismet.
Si guardò poi intorno, notando che non c'era una persona all'appello.
"E la pupa con la frusta? Dov'é?"
"Già, anche lei é da ringraziare." aggiunse Hime.
Leona sospirò, reggendosi un braccio.
"In missione..."
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The King of Fighters: The Darkest Light
FanfictionUn campione scomparso... Un'attentato a danno della politica di un fiero paese... Una misteriosa organizzazione dagli scopi sconosciuti... Una lettera che spingerà decine di combattenti a riunirsi nuovamente, mostrando la propria forza. Ma dietro a...