𝒄𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 32

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"Rispondi dai, per favore" disse il moro al telefono, camminando avanti e indietro per tutto l'ufficio

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"Rispondi dai, per favore" disse il moro al telefono, camminando avanti e indietro per tutto l'ufficio

"Cosa ti fa pensare che risponderà alla tua ventesima chiamata, se ha ignorato le altre diciannove?"

"Così non aiuti hyung"

"Dico solo le cose per come stanno ragazzino" rispose il menta sbruffando, seduto in un modo un po' troppo rilassato per essere su una delle sedie di fronte alla scrivania del suo capo

"Hyung è da giorni che non so nulla di lui, cinque giorni. Non è da lui sparire così, potrebbe essergli successo qualcosa di grave e io sono qui a sbraitare contro uno stupido telefono invece di essere li fuori ad aiutarlo"

"E tu che cosa ne sai di come fa lui? Sei sparito per anni"

"Okay, un'altra parola e sei licenziato. E vedi di pulire tutte quelle briciole dal mio parquet" rispose scocciato il moro, stanco delle continue frecciatine del suo migliore amico.
In risposta il più grande prese la confezione piena di briciole del suo amato snack ormai finito e lo rovesciò sul pavimento, il tutto accompagnato da uno sguardo omicida, a cui Jungkook non diede peso, troppo impegnato a farsi mangiare vivo dalle sue paranoie

"Okay io lo richiamo e-" non fece in tempo a finire la frase che la porta del suo ufficio si spalancò, cosi velocemente da non riuscire a vederne neanche il movimento.
Il pomello della porta andò a finire dritto contro il muro, provocando un rumore così assordante da zittire il moro all'istante, facendogli chiudere la chiamata come per istinto. Entrambi i ragazzi si guardarono per un secondo e puntarono i loro sguardi, laddove il rumore era apparso

"Dove è lui?"

Il moro sospirò, potendo già prevedere come sarebbe finita.
"Non lo so wooyoung"  disse, cercando di mantenere la calma

"Jungkook non ho più intenzione di starmene buono e zitto, dimmi dov'è il mio ragazzo" domandò, scandendo volutamente le ultime parole

"Il tuo ragazzo -rise tristemente-, non so veramente dove si trovi"

"Ah no? Davvero? Sei sempre in mezzo ai piedi e ora vuoi farmi credere che tu non sappia niente? Ti sembro stupido per caso?" Ringhiò il corvino, mantenendo comunque un tono consono all'ambiente in cui si trovava. Era infuriato, ma non c'era bisogno che tutti i dipendenti sentissero

Non sapendo se mentire o no, il moro optò per la verità, volendo comunque ribattere alla frecciatina lanciata poco prima

"è andato via da casa mia qualche giorno fa e da allora non l'ho più visto, ma lo sto cercando anche io. È la verità"

"A casa tua? Cosa diavolo ci faceva a casa tua? È successo qualcosa tra di voi?" Domandò questa volta urlando, non sapendo più cosa pensare della sua relazione.
La verità è che Wooyoung aveva paura, troppa paura di perdere. Sapeva benissimo di non aver ottenuto l'amore di Jimin al 100%, ed era disposto ad aspettare ancora tutto il tempo necessario affinché il grigio sentisse a suo agio del tutto, ma non riusciva ad essere sicuro di se quando in mezzo c'era Jungkook

Il moro lanciò uno sguardo di aiuto al menta, che continuava a starsene seduto in disparte senza fiatare. Sarebbe intervenuto se la situazione fosse peggiorata, perché mai più nella vita avrebbe permesso a qualcuno di fargli del male, non davanti ai suoi occhi e non senza uscirne illeso. Lo avrebbe protetto in eterno, questa era la promessa che si era fatto, ma sapeva che non poteva certo risolvere lui i problemi del più piccolo e voleva che il minore se la cavasse da solo, e si prendesse le sue responsabilità

E jungkook lo sapeva, sapeva che il migliore amico non l'avrebbe aiutato questa volta, sapeva che doveva risolvere la cosa da adulto.
Era riuscito ad osservare per pochissimi secondi postura del migliore amico, dopo l'arrivo di Wooyoung: la posa non era più quella svogliata, i piedi non poggiavano più sulla scrivania ma in terra, un piede davanti all'altro, la gamba dominante più dietro rispetto all'altra, e le mani stringevano appena appena i lati della sedia. Era pronto allo scatto, anche se continuava mantenere un'aura rilassata. Sarebbe riuscito ad alzarsi in pochissimo tempo in caso di bisogno.
Il suo migliore amico era lì e Jungkook lo aveva capito, sarebbe sempre stato al suo fianco.
Lo stava proteggendo anche stando seduto.

"Ti ho fatto una domanda e gradirei una risposta"

Sapeva che se avesse raccontato la verità a Wooyoung, probabilmente i due avrebbero poi discusso e magari si sarebbero lasciati, jimin ne avrebbe sofferto e sarebbe tornato da lui, ma a che scopo? Non avrebbe mai rovinato la felicità del grigio, non avrebbe più agito egoisticamente e non avrebbe ma più scelto al posto suo.

"Non è successo niente tra noi, è venuto da me solo per spiegargli in cosa consiste il lavoro, poi abbiamo avuto una discussione e se ne è andato" sputò fuori, non convinto del tutto di quello che diceva

Il corvino incurvò un sopracciglio all'insù

"Lavoro? ma di che lavoro stai parlando?"

"Ho incontrato jimin e gli ho chiesto se volesse prendere il posto della vecchia segretaria di jungkook, dato che era rimasto senza lavoro" intervenì il menta questa volta, intuendo quanto l'atmosfera si stesse facendo tagliente

"Lui non verrà a lavorare per te, non dire stronzate" rispose di getto, cacciando fuori una mezza risata

"Non credo che la decisione spetti a te, ne tantomeno che la cosa ti riguardi -disse il moro, con un tono molto più basso e freddo rispetto al solito delicato-, jimin è abbastanza maturo per poter decidere da solo"

"Sappiamo entrambi perché gli hai offerto quel lavoro Jungkook, e non gli permetterò di assecondare le tue idee"

"Resto dell'idea che la decisione non spetti a te, e ora ti pregherei di uscire dal mio ufficio, ho del lavoro da fare"

I due ragazzi si guardarono in cagnesco, cercando di incutere timore all'altro, quando un bussare alla porta interruppe l'azione


"Jungkook, sono Jimin. Posso entrare?"

𝙤𝙪𝙧 𝙨𝙚𝙖𝙨𝙤𝙣   (𝑝𝑗𝑚.𝑗𝑗𝑘)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora