𝒄𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 7

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"Ora vuoi raccontarmi cosa è successo?"alla fine jimin si ritrovò seduto al solito tavolo vicino ad una delle grandi finestre, che affacciava sulla grande e possente città

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"Ora vuoi raccontarmi cosa è successo?"
alla fine jimin si ritrovò seduto al solito tavolo vicino ad una delle grandi finestre, che affacciava sulla grande e possente città. Aveva detto a se stesso di rispondere con un secco no a quelle che secondo lui, sembravano solo scuse per provarci del minore, ma alla fine dalla sua bocca uscì tutt'altro che un No. Pioveva e fuori faceva davvero freddo, e una tazza di caffè gli avrebbe fatto soltanto del bene.

"Non é successo nulla koo- jungkook" il maggiore si maledisse internamente per il nomignolo che stava per dargli e sotto lo sguardo divertito del moro, non sapendo che fare tornò a sorseggiare il liquido scuro dalla sua amata tazza calda.

"Puoi chiamarmi kookie, non é un problema" rispose tra un sorriso e l'altro.
Trovarsi li, nel suo bar, insieme alla sua persona, con il rumore della pioggia che accompagnava il tutto, gli sembrava quasi un sogno. A jungkook era sembre bastato poco per sorridere: una parola sincera, un gesto dolce, un messaggio con un cuore o una lieve risata.
Anche se nel corso degli anni si era fatto un nome, una carriera e uno stile di vita che non tutti possono permettersi, lui era sempre rimasto il piccolo bambino dai mille sogni che era. E per una persona dal sorriso facile, stare seduti ad un tavolo con il ragazzo di cui si è innamorati beh, forse è una delle vette più alte della sua felicità.

"Posso o non, io non voglio"

"Allora puoi chiamarmi semplicemente come vuoi tu, non importa, mi piace qualsiasi nomignolo se detto da te"

E a quelle parole il maggiore si trovò a sorridere.
Afferrò la tazza e la riportò alla bocca, cercando di nascondere le sue maledette labbra che si erano curvate all'insù.
La verità è che, sebbene fosse sfacciato, quello era il lato di jungkook che amava di più.
Riuscire a dire tutto con un sorriso, senza mai perdersi d'animo, continuando a lottare sempre con la luce negli occhi era qualcosa che jimin di jungkook invidiava da sempre. Lui era sempre stato un ragazzo timido, pauroso ed insicuro di se stesso, tutto il contrario del moro, che invece era espansivo e orgoglioso di ogni suo passo.
Era convinto che non sarebbe mai riuscito ad arrivare cosi in alto come jungkook, in quanto la maggior parte del cammino che aveva intrapreso di quel lavoro, era stato agevolato dal suo forte carattere.

"Minnie"

"Mh"

"Ora mi puoi dire cosa è successo? non lo dico a nessuno, promesso" e perché no, il maggiore decise che forse confidarsi con qualcuno non avrebbe fatto poi cosi male.

"Per l'ennesima volta ho litigato con il mio capo.
Sono il suo assistente, dovrei e vorrei imparare qualcosa dal suo lavoro perché è davvero bravo in ciò che fa, ma lui non mi ha mai visto come un assistente, bensì come un maggiordomo.<jimin passa a ritirare le mie camicie, jimin porta la piccolina a scuola, jimin chiama mia moglie e digli di preparare la cena, jimin vammi a spostare la macchina dal sole, jimin occupati del cane se no fa pipì in ufficio e poi ti tocca pulire>. Come caspita posso imparare se devo fargli le faccende domestiche? Una volta mi ha perfino chiesto di andare a comprare il regalo a sua moglie perché si era scordato del loro anniversario. Io, un apprendista-assistente che in giacca e cravatta gira i negozi per bambini alla ricerca di grandi peluche. Oggi per l'ennesima volta non ho fatto nulla, se non portargli le giacche in lavanderia e ritirarle"
Sbottò quindi il grigio, che stufo della situazione, si accasciò allo schienale della sedia, tirando un lungo sospiro

"Perché non glielo dici? Insomma, non so chi sia quest'uomo, ma di sicuro ti sta istruendo malissimo. Dovresti provare a parlarci, sinceramente, digli che tu non sei un cagnolino ma un ragazzo che ha voglia di imparare"
Rispose il moro, con un tono leggermente irritato.
Senza neanche conoscerlo già provava odio per quel vecchio che da tempo usava il suo jiminie.

"Come se fosse cosi semplice jungkook, più di una volta mi sono lamentato è la sua risposta è sempre stata la stessa:<e allora licenziati>. Per quanto lo odi, quei soldi mi servono, ho una casa e viviamo in due quindi le spese sono raddoppiate, e wooyoung si lavora, ma non fa un lavoro in cui guadagna milioni perciò il mio stipendio mi serve. Ho provato a cercare se qualche azienda mi volesse ma a nessuno serve un assistente a quanto pare"

Jimin in preda alla sua ira non si accorse del volto cupo del moro, che di quelle parole aveva solo compreso il grande passo che la coppia aveva fatto, quello di andare a vivere insieme.

"Beh potrei, non so, parlarci io. Ho una grande posizione del campo delle aziende, magari a me da più ascolto"

"Appunto per la tua grande posizione il tuo nome ti precede, e non stai molto simpatico a molte aziende qui. Diciamo che ho avuto modo di constatare tanto tempo fa che l'azienda per cui lavoro è un'azienda che ha avuto un grande crollo dopo la tua apertura qui in corea. Immagino che se il mio capo venisse a sapere della nostra uhm...amicizia, mi caccerebbe seduta stante"

"Nessuno deve permettersi di trattarti in questo modo"

𝙤𝙪𝙧 𝙨𝙚𝙖𝙨𝙤𝙣   (𝑝𝑗𝑚.𝑗𝑗𝑘)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora