𝒄𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 13

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Era notte fonda ormai quando jungkook si offrì, sotto le proteste del maggiore, di riaccompagnarlo a casa

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Era notte fonda ormai quando jungkook si offrì, sotto le proteste del maggiore, di riaccompagnarlo a casa.

"Ti prego non farti del male" furono le ultime parole che il menta pronunciò, con le lacrime agli occhi, prima di salire in casa. Parole che arrivarono ovattate alle orecchie del moro, che non vedeva l'ora di mettere piede nel suo appartamento per stare male.

Di fatto mise in moto la sua auto e sfrecciò per le strade della grande città. Lacrime secche contornavano il suo viso mentre alcune fresche ancora scendevano.
Si sentiva tremendamente in colpa: l'amore più grande della sua vita si era fatto del male e aveva sofferto tutto per colpa sua e del suo stupido sogno. E la cosa che più gli fece male fu il fatto che, nonostante tutto, lui non riuscisse minimamente a pentirsi delle sue decisioni: stava a capo di un'azienda, la sua azienda, e quegli anni in America sono stati importanti e gioiosi per lui.
Si era fatto degli amici, aveva coltivato le sue aspirazioni, si era fatto un nome e senza mai togliere il sorriso dalle labbra, si era costruito il futuro luminoso che ora stava vivendo, ma a quale prezzo se la persona che vorresti accanto ti odia?
La sua felicità era diventata la morte, se non effettivamente fisica, di qualcun altro, e questo jungkook l'aveva capito a pieno. Si ritrovò più volte a stringere le mani sul volante, facendole arrivare ad un bianco cadaverico.

Non riusciva a spiegarsi come fosse successo tutto quello, e come lui potesse averlo scoperto soltanto ora.
Jimin aveva sofferto, fisicamente e mentalmente, aveva toccato il fondo e non aveva sorriso per troppo tempo, e non aveva mai deciso di dirlo al moro.
capii che non gliene aveva parlato semplicemente per non intralciare la sua vita, ed ancora una volta jungkook si sentì troppo piccolo per quel grande cuore

Wooyoung aveva ragione: stava soltanto riaprendo le ferite

Arrivò sotto al suo appartamento e corse all'interno.
Stava avendo un attacco di panico, questo lo aveva capito, e mentre calde lacrime continuavano a scorrere ininterrottamente sul suo viso, il suo corpo venne perscorso da una scarica di brividi, troppo forti anche per una bestia

Si accasciò in terra e cominciò a tirarsi i capelli dal nervoso.
La vista si era offuscata cosi come la mente

Non riusciva a provare niente se non rabbia e disgusto verso se stesso, dolore e sofferenza per quel povero angelo ed un enorme voglia di scomparire. Non era più il jungkook sicuro di se, adesso doveva fare i conti con i suoi più grandi mostri

Puntò lo sguardo in alto, cercando di riprendere un po' di aria: aveva smesso di respirare e si rese conto della pericolosa situazione che si era creata.
Rimase rannicchiato contro la porta, su quel freddo pavimento per minuti fin quando, riacquistata una nota leggera di lucidità , optò per gettarsi sotto la doccia.
Credeva che forse, lo scorrere dell'acqua avrebbe portato via anche i suoi pensieri.

Si incamminò traballante nel bagno, e si sfilò nervosamente la maglietta, volendo togliersi tutto ciò che di suo poteva ricollegarlo al mostro che era.
E mentre cercava di slacciarsi i pantaloni, il suo sguardo venne a contatto con quello riflesso nello specchio: il suo corpo venne di nuovo pervaso da forti brividi, le mani cominciarono a tremare cosi come le labbra, forti lacrime ripresero a scorrere sul viso ed un forte dolore allo stomaco lo fece piegare in due.

Si faceva schifo, non riusciva a guardarsi negli occhi, si sentiva una feccia e in quel momento la voglia di vomitare era tanta

"Hai visto cosa hai combinato?" Disse cinicamente al suo riflesso, accompagnando il tutto con una risata isterica.
Stava uscendo di testa e un altro attacco di panico lo stava ormai divorando

"É tutta colpa tua grande capo"

"Se solo tu non avessi sbagliato, ora non ti faresti schifo"
Era davvero sbagliato scegliere la via dei propri sogni?
Aveva davvero sbagliato tutto?

Si afferrò i capelli e cercò di fermare le voci nella sua testa, finché un pugno non partì: dritto al centro dello specchio.

Dalla mano cominciarono ad uscire varie gocce di sangue ed una scarica di dolore lo pervase, ma non abbastanza forte da farlo smettere.
Un ringhio uscii dalle sue labbra, ma il dolore non era abbastanza, doveva farsi più male.
Una parte di lui urlò per il dolore, l'altra continuò ad urlare contro se stesso. Voci nella testa che lo insultavano, deridevano, schernivano e lo portavano a fondo non volevano tacere, e più jungkook si sforzava ad ignorarle, più la testa pulsava, facendogli gradualmente perdere il barlume della ragione.

E cosi prese a colpire quel freddo riflesso, 1,2,3,4 pugni, in quel momento non pensò ad altro se non al volersi procurare del male.
Aveva perso il conto dei pugni sferrati al suo stesso riflesso ormai completamente in mille pezzi, cosi come il suo cuore

Lo specchio cominciò a prendere il colore rosso, e gocce di sangue scivolavano tra ogni crepa.
Ormai la vista era stata accecata  dalla furia che portava dentro, non capiva niente, non ragionava più, urlava sia per il dolore fisico che mentale. Le voci che continuavano a mangiarlo da dentro non cessavano, e il moro non si accorse della situazione disastrosa fino a quando una mano gli cadde pesante sul lavandino, seguita dall'altra.
Riacquistò un po' di se stesso e si spaventò, soprattutto quando si accorse che le sue mani non rispondevano più correttamente.

Si guardò un'ultima volta allo specchio e si mise a ridere istericamente, la risata coprì del tutto i suoi singhiozzi, ma non le sue lacrime. Il suo riflesso gli sembrò buffo, tutto storpiato dalle crepe e sporco

"Hai visto? Questo é ciò che sei" continuava a ripetersi, puntando il dito contro lo specchio ormai distrutto

Afferrò tremolante la maglietta buttata per terra, ai piedi della doccia e la strofinò nervosamente sopra il dorso delle mani, facendosi solo più male.
Tirò un respirò profondo e, tornando in camera, si gettò di peso sul letto, lasciando che le lacrime salate e il dolce sangue sporcassero le lenzuola.

Quella sera fu una delle più spaventose

𝙤𝙪𝙧 𝙨𝙚𝙖𝙨𝙤𝙣   (𝑝𝑗𝑚.𝑗𝑗𝑘)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora