𝒄𝒉𝒂𝒑𝒕𝒆𝒓 2

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le ore in quell'ufficio sembravano non passare mai, e mentre l'ansia saliva, la concentrazione su quelle migliaia di scartoffie poste sulla scrivania dell'ormai capo Jeon diminuiva sempre di più

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le ore in quell'ufficio sembravano non passare mai, e mentre l'ansia saliva, la concentrazione su quelle migliaia di scartoffie poste sulla scrivania dell'ormai capo Jeon diminuiva sempre di più. Non faceva altro che pensare ad un ipotetico discorso valido da dire in quel bar, prendendo di tanto in tanto appunti per non dimenticare le cose importanti. Ma jungkook sapeva perfettamente che non appena l'avrebbe rivisto, le parole gli sarebbero morte in gola.
Di fatto terminò le sue ore di lavoro, anche se con poca concentrazione, spense il portatile e lo mise nella sua borsa insieme ad una decina di fogli, per poi chiuderla ed infilarsi il giubbotto. salutò i suoi nuovi ma cordiali dipendenti e si incamminò verso la macchina, dove, una volta entrato, una serie di paure e preoccupazioni assalirono la sua povera mente. Aveva si un programma, e anche un discorso ben fatto, ma non lo vedeva da 3 anni e, sebbene nessuno dei suoi sentimenti fosse mutato nel corso del tempo, non era per niente sicuro di quelli di Jimin. Mise in moto la macchina e si limitò a stare in silenzio con i suoi pensieri per tutto il viaggio. l'occhio ricadde sulla bellissima stagione che ormai si faceva notare tra le strade di quella piccola metropoli e non perse tempo per fare un dolce sorriso.
Stava finalmente arrivando la primavera, la sua stagione, la loro stagione: i dolci petali dei piccoli fiori cominciarono a farsi notare, spiccando per i loro incantevoli colori in mezzo a delle grandi distese di verde e,sebbene la stagione non fosse ancora arrivata, la gente del posto aveva già scambiato gli enormi cappotti di lana con dei cappotti più leggeri e più colorati, rendendo la città ancora più bella agli occhi di quel ragazzo che per un bel po' aveva vissuto nell'ambiente della grande e possente America. Le grandi passeggiate che lui e Jimin facevano quando avevano un po' di tempo libero, abbracciati, cercando di trasmettere all'altro tutto l'amore che provavano, sotto un cielo azzurro coperto da tutte le chiome degli alberi in fiore, era qualcosa che jungkook si ostinava a ricordare, senza mai tralasciare niente, e sorrideva, sorrideva davvero quando ci pensava, come ogni volta che il viso del più grande gli tornava in mente d'altronde.

Arrivò nei parcheggi del piccolo bar ed entrò, dove l'odore di brioches e il calore che solo quel luogo sapeva donare lo colpirono all'istante, dimenticandosi di essere 20 minuti in anticipo. La verità è che jungkook voleva essere seduto ad uno di quei tavoli quando il suo angelo avrebbe fatto ingresso, come la prima volta che si conobbero. Nel frattempo decise di ordinare e pagare già tutto, chiedendo cortesemente alla cameriera di portare un cappuccino per lui ed un te caldo alla frutta per Jimin, sperando con tutto il cuore che i suoi gusti fossero ancora quelli di una volta. Ordini che ovviamente non tardarono ad arrivare, e jungkook si affrettò a pagare il tutto, sapendo che il maggiore non gli avrebbe mai permesso di farlo in sua presenza. Tornò poi ad ammirare il paesaggio, posto fuori dall'enorme vetrata accanto a se, perdendosi ad immaginare come il viso del suo ormai non più ragazzo potesse essere cambiato nel tempo, ridendo nel pensare che forse non sarebbe riuscito a riconoscerlo.
Quasi impossibile, jungkook sarebbe sempre riuscito a riconoscere la persona che possedeva il suo cuore sempre. aveva questa capacità, che forse si potrebbe semplicemente chiamare amore.

Il dolce suono del campanellino messo vicino alla porta di ingresso lo risvegliò ed una testa grigia fece il suo ingresso nel piccolo bar: indossava una grande felpa nera, con dei pantaloni strappati dello stesso colore. non era come il jimin di qualche anno fa pensò jungkook, quel jimin amava il colore. A quella vista infatti, non potè fare altro che stropicciare di poco il naso, ma il suo viso tornò ai suoi lineamenti dolci non appena incrociò lo sguardo con quello del maggiore, che dopo avergli dedicato un cenno con la mano ed un piccolo sorriso timido, si avvicinò, prendendo posto di fronte a jungkook.

"Ciao jungkook"
"Ciao jimin"

𝙤𝙪𝙧 𝙨𝙚𝙖𝙨𝙤𝙣   (𝑝𝑗𝑚.𝑗𝑗𝑘)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora