Capitolo 86

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-Vuoi spiegarmi cosa è successo?- chiede Mason mentre ci sediamo sulla panchina all'ombra.
-lui si chiamava Zayn- rispondo, una volta seduta. Mason mi tiene la mano e mi guarda dritto negli occhi.
-lo amavi?- Sulla fronte di Mason si creano piccole onde e il suo sguardo si addolcisce.
-Mason, tu non potresti capire. Il nostro non era un amore comune, anzi ora che ci penso, non era neanche amore. Perché quando una persona parla di amore, chi la ascolta potrebbe interpretare il discorso in chiave banale e superflua.
E Zayn non era superfluo.- mi sorprendo dalla calma con la quale cerco di trovare le parole.
-per averti fatto perdere la testa così, deve essere fantastico- sposta una ciocca bionda dal mio viso, per potermi guardare bene.
-no Mason, lui non era fantastico. Era davvero insopportabile. Una volta mi ha urlato contro in una biblioteca, mi ha detto che avrei dovuto avere paura di lui, che mi aveva salvato solo per portarmi a letto. Sapevo che non era vero. Era fottutamente esterefatto quando l'ho spinto- dico asciugando una piccola lacrima che scende sulla guancia.
-salvato da cosa?- chiede Mason.
-beh, Zayn mi ha salvato da tante cose. L'ho conosciuto ad una festa organizzata dai sigma. Lui mi ha salvata da alcuni ragazzi che volevano stordirmi per scoparmi. Ma questo è di certo stato, il minore dei mali dal quale mi ha sottratta.- distolgo lo sguardo.
-sarebbe stato tutto molto più semplice se ti avesse lasciata lì, non è vero?- chiede con eccessiva naturalezza.
-no Mason, non ho mai pensato una cosa orribile come questa. Perché nessuno, neanche la persona più insignificante come me, si merita di sconoscere la realtà nella quale non è cresciuta. Ero fottutamente rinchiusa in una campana di cristallo. E se è vero, che tutti imparano qualcosa dalla persona che amano, lui avrà sempre un pizzico di me e allo stesso modo, io della sua incondizionata filosofia.- la testa è inondata da ricordi.
-lui ti ha mai detto che ti amava?- mi ripropone la domanda più volte perché non rispondo immediatamente.
-sai Mason, noi eravamo diversi. Lui era diverso. Sbagli se pensi a una di quella coppie che si tengono per mano,si baciano sotto la luce di un cielo stellato o che cenano a lume di candele. Siamo stati credo, la più grande e insolubile contraddizione logica che sia mai stata esaminata. Insomma pensa un attimo a me e poi immagina un ragazzo con la pelle interamente ricoperta da tatuaggi e anelli di metallo, con le nocche costantemente sanguinanti e l'alito che puzza di fumo. Potrebbe mai funzionare?- chiedo sfidandolo.
-no,assolutamente- risponde scuotendo la testa.
-e invece sbagli. Perché nonostante tutti i pregiudizi sbagliati e le leggi riprovevoli che impone la vita, noi abbiamo formato un perfetto equilibrio dove due elementi così opposti da non riuscirsi ad attrarre, si fondono insieme in un composto talmente velenoso da apparire letale e struggente.- dico arrossendo e quasi sorrido per l'assurdità delle mie parole.
- quindi continuerai a lottare o mollerai tutto?-
non riesco a credere alle sue parole.
- Mason, come puoi chiedermi questo? Io ho lottato e ce l'ho messa tutta ma ho fallito.
Non mi sono arresa, ho resistito fino ai limiti dell'estremo. Ma sono stata sconfitta.
Tu non sai in che condizioni sono stata da quando non l'ho visto.- cerco di non ripensare al dolore provato.
-molto male, eh?- stringe la mia mano cercando di darmi conforto.
-credo che 'male' sia la parola più distante dalla condizione nella quale mi sono ritrovata dal momento in cui se n'è andato.
Perché male è l'esatto contrario di bene. E io con Zayn non sono mai stata bene, neanche quando passavamo i pomeriggi a cercare volantini di ristoranti o quando mi prendeva in giro per come cucinavo. In quei casi stavo molto più che bene.
Con lui ho sempre sconfinato nell'eccesso. Meraviglioso o orribile.
Certo, sarà strano per te credere che ho vissuto due settimane infernali. E quando dico infernali, intendo laceranti.- abbasso le maniche del giubbotto perché il vento è aumentato.
-hai pianto tanto?- dice preoccupato.
-non esattamente. Piangere non è la parola più adatta in questo momento. Perché quando si pensa al pianto, si associa immediatamente l'immagine di un bambino che cade e si sbuccia un ginocchio dopo essere stato in bici oppure che è caduto dall'altalena. Tu Mason, pensi solo al momento in cui il ginocchio urta con l'asfalto, ma non hai mai pensato a quanta completezza e appagamento provasse prima.
La mia esperienza è stata esattamente la stessa.- concludo iniziando a sentirmi gli occhi andare in fiamme.
-quanto sei stata male?- è il primo a farmi questa domanda.
-due settimane fa, I sigma avevano organizzato una festa e io dovevo sottrarre il ciondolo...- mi fermo immediatamente.
-non importa. Insomma dopo la festa, io andai a casa da sola, sapendo che l'indomani avrei rivisto Zayn. Invece, quando arrivai trovai un biglietto che mi avvisava della sua scomparsa, probabilmente l'aveva lasciato prima di uscire.
'Siamo un vuoto a perdere', c'era scritto. E aveva fottutamente ragione. Perché, dall'esatto momento in cui ho capito che non l'avrei più rivisto, io ho perso tutto quello che avevo, rimanendo vuota. Eppure, ogni volta che credo di essere entrata in collisione col niente e di riuscire a riprendermi, scopro che il vuoto si è impossessato di un'ulteriore parte di me.

/Spazio autrice
Buongiorno!
Ci scusiamo moltissimo per il ritardo nel postare i capitoli.
Questa settimana è stata quasi infernale ed abbiamo avuto molti problemi di connessione, ma adesso eccoci qui!
Vi ringraziamo per le visualizzazioni che continuano ad aumentare! Siete fantastici!
Cosa ne pensate di questo capitolo? Chi si sta appassionando veramente alla storia? Commentate in tanti e fateci sapere!
Intanto, vi informiamo che pubblicheremo un capitolo ogni due giorni!
Buona Pasqua a tutti!

SPELL BOUND (#WATTYS2017)Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora