-cosa posso portarvi?- chiede la cameriera avvicinandosi al tavolo dove siamo seduti io e mason.
-due pizze e una bottiglia d'acqua, andranno bene- risponde mason sorridendo.
-davvero Mason, non era necessario- dico porgendo il menù alla donna difronte a me.
-ma dai, ancora con questa educazione. È da un sacco di tempo che sognavo di prendere una pizza con la mia Beth. Ricordi i vecchi tempi?- le fossette di Mason sono accentuate dalla luce soffusa del lampadario.
-stai scherzando vero? Come potrei dimenticare quei momenti- rispondo fingendomi entusiasta, in realtà sono ben felice di aver abbandonato quella vita.
Trascorriamo il resto della serata a rievocare ricordi e a mangiare le nostre pizze.
Fino a quando mason si dirige a pagare. La pizzeria dove mi trovo è quella dove mi ha portato Michelle qualche giorno fa, è spaziosa e il calore del forno dal quale provengono le pizze, riscalda l'aria fredda di dicembre.
-adesso sarà meglio andare, inizia a far freddo- le mani di mason si intrecciano alle mie.
Ci incamminiamo e le strade davanti a noi sono circondate da alberi decorati.
Mi rendo conto di aver chiuso gli occhi, solo quando li riapro e migliaia di luci natalizie rallegrano il paesaggio. Il tragitto percorso fino a casa di Micelle è silenzioso e nessuno dei due parla.
-grazie mason, è stata una bella serata- dico lasciando un piccolo bacio sulla guancia del mio amico.
-quando vuoi Beth- mi saluta aiutandomi ad aprire il portone azzurro dell'edificio.
Sono quasi le undici di sera e decido di togliermi le scarpe infangate per non sporcare la rampa di scale che sto salendo per raggiungere il terzo piano. In tutto il palazzo regna un gran silenzio e mi sembra corretto non disturbare quindi apro più silenziosamente possibile la porta. Il gesto premuroso è inutile perché quando entro sento delle voci provenire dalla cucina. Poso gli stivaletti infangati e chiudo delicatamente la porta. Sembra che nessuno si sia accorto della mia presenza, sto per salutare ma la voce di Michelle mi interrompe. Infilo un paio di converse con la suola bassa e senza far rumore, mi avvicino.
-erano loro?- chiede. Aspetto di capire di chi si parla prima di entrare, non vorrei interrompere un momento intimo fra la mia amica e Liam.
-si, tutto procede secondo i piani.- risponde Liam.
-stanno bene? Ma come sono riusciti a fuggire quella sera?- la voce della ragazza diventa sempre più curiosa.
A quella domanda il mio petto inizia ad ardere e migliaia di fiamme violente incendiano i polmoni impedendomi di respirare.
-non me l'ha specificato, ma ce lo dirà sabato prossimo- afferma sicuro.
Credo di aver capito di chi parlano ma cerco con tutte le mie forze di calmarmi e sconfessare le mie teorie ma la testa mi gira e le gambe cedono facendomi crollare sul divano.
-ha chiamato già tre volte senza specificarci niente, starà nascondendo qualcosa?-
riconosco la voce di Niall. Non posso fare a meno di soffocare la rabbia che provo nella stretta ad un cuscino. Non riesco a credere che non mi hanno detto di averlo sentito già tre volte.
-è ancora convinto di non farsi vedere da Beth?- quasi tappo le orecchie per non voler sentire la risposta.
-non ha chiesto altro. Mi ha quasi urlato al telefono di tenerla lontana da lui. Ha chiuso e niente potrà fargli cambiare idea.- un silenzio segue le parole di Liam.
-dov'è adesso?- chiede Michelle abbassando il tono della voce. Sono ancora convinti di essere soli.
-a casa sua- Balzo in piedi e cerco di radunare insieme tutta la forza che possiedo, strizzo gli occhi e stringo le mani in pugno sbattendole contro il cuscino causando un rumore sordo. Fiato e aria si mescolano insieme e lacrime e mascara entrano in contatto cominciando a sporcarmi le guance.
Lancio il cuscino contro il tavolino di cristallo provocando la caduta di numerose cornici e i vasi di porcellana si scontrano l'uno contro l'altro rompendosi. L'acqua contenuta all'interno della ceramica inizia a colare e i fiori sono sparsi in tutto il salone. Le caramelle che prima si trovavano dentro un cestino sono riflesse dalle schegge di vetro e argento che costituivano una scacchiera ormai in frantumi.
La porta della cucina si spalanca ma non riesco a vedere i volti dei tre amici perché sto già correndo giù per le scale seguita solo dal tonfo causato dall'infrangersi del portone di legno contro il muro.// spazio autrice
cari amati lettori,
Ci scusiamo vivamente per la nostra assenza ma abbiamo avuto dei problemi con la password. Da oggi cambieremo organizzazione interna e ricominceremo a postare i capitoli ogni giorno ed eccezionalmente uno si e uno no.
Speriamo che la storia vi appassioni.
Con la speranza che continuiate a seguire le avventure dei nostri protagonisti,
Vostre
Le scrittrici XX
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SPELL BOUND (#WATTYS2017)
FanficE ti giuro, Zayn, insieme saremo tutto ciò che le tue mostruose leggi, hanno reso mostruoso e fuorilegge . •Sequel of Hellbound•