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⚠️ Questo capitolo è interamente frutto della mia immaginazione.

Sangiovanni

" Abe arrenditi! Ormai ti distruggo sempre, devi smetterla di sfidarmi " esclamo ridendo, mentre rientriamo a casa dopo una delle nostre solite lunghe partite a padel.
" te l'ho fatto conoscere io questo sport, quindi fa silenzio moccioso " risponde lui chiamandomi con quel nomignolo che usava anni fa, quando ero piccolo e lo tormentavo dandogli fastidio.
Ci sono volte, come questa ad esempio, dove mi rendo conto di quanto, nonostante gli anni passano, certe cose restano sempre le stesse.
E Abe che se la prende dopo aver perso, mi riporta proprio indietro nel tempo a quando rosicava davanti alle mie continue vittorie a Monopoli.
" Bro devi capire che nella famiglia Damian di vincente ce ne è solo uno... e non sei tu " affermo godendomi il sapore della vittoria, continuando a stuzzicarlo, mentre raggiungiamo mamma e papà in cucina.
Non appena entriamo però, come se avessero appena visto un fantasma, si voltano verso di noi e dal loro sguardo capisco immediatamente che qualcosa non va.
" che succede? " domando corrugando ancora di più la fronte quando mamma si alza, mostrando così Andrea seduta dalla parte opposta del tavolo che piange.
" perché piangi? " chiede subito Abe precedendomi e rivolgendosi a nostra sorella, che pochissime volte abbiamo visto così fragile.
" c'entra Virginia? Sta male? " continuo a domandare io e quando la vedo negare con la testa, subito mi calmo sapendo che non riguarda la mia nipotina di un anno e mezzo.
È così piccola, ed indifesa che anche solo l'immaginare che possa succederle qualcosa di brutto, mi agita come poche cose al mondo.
" Giovanni... " inizia a dire papà abbassando però poi lo sguardo come se fosse troppo difficile parlarmi guardandomi direttamente negli occhi.
Ma che cavolo sta succedendo?
" riguarda Giulia " termina di dire e all'istante mi si gela il sangue.
" cosa Giulia? Che c'entra Giulia? " chiedo subito cercando di capire cosa sia successo in queste mie tre ore di assenza.
" tesoro, c'è stata un'esplosione agli studi, dicono che sia a causa di un gasdotto che è scoppiato e ci sono molti feriti e anche... anche persone che non c'è l'hanno fatta " spiega mamma cercando di trattenere delle lacrime, le quali invece a mia sorella scendono imperterrite sulle guance.
" Giulia sta bene, vero? " domanda mio fratello trovando le parole giuste, che a me sono del tutto scomparse.
" non l'hanno ancora trovata " gli risponde papà alzando finalmente il viso e mostrando così i suoi occhi preoccupati e lucidi.
" Gio, mi hai sentita? Hai capito quello che è successo? " chiede mamma, posando delicatamente una mano sul mio viso.
Giulia.
Giulia non si trova e c'è stata un'esplosione.
No, non può essere vero!
" io... io l'ho sentita prima, prima di andare a giocare a padel e stava bene... quando è successo? Come fate a saperlo? " riesco a chiedere con un solo filo di voce.
" la notizia è su tutti i telegiornali e appena l'abbiamo saputo abbiamo chiamato Susi e Carlo e ci hanno detto che erano fuori dagli studi, aspettando che gli dessero qualche notizia..."esclama papà alzandosi poi dalla sedia, raggiungendomi.
" sta bene ne sono sicura " afferma Andrea dopo aver bevuto un bicchiere d'acqua, guardandomi dritta negli occhi provando così ad infondermi un po' di sicurezza e coraggio, che sento venir sempre meno.
" devo chiamarla " sussurro, cercando di liberarmi dalla stretta di mamma.
" l'hanno già fatto, risulta non raggiungibile" risponde sempre lei, provando con una carezza a confortarmi.
" no, non è possibile! Magari a me risponderà, magari non andava la linea, magari sta aspettando che sia io a chiamarla... lei sta bene okay? Lei... sta bene... Giulia sta bene " esclamo, sentendo nello stesso tempo in cui termino di parlare il cuore battere sempre più velocemente e il respiro mancare.
" tesoro sei sotto shock, stai avendo un attacco di panico! Vieni, siediti e cerca di fare dei respiri profondi... segui quello che faccio io " ordina mamma obbligandomi così a sdraiarmi sul divano.
Il petto inizia a fare male e ad aggiungersi vi è anche un fastidiosissimo formicolio lungo le mani e le gambe e quando anche gli occhi si fanno pesanti, con la poca forza in corpo ripeto ad alta voce solo un nome: Giulia.
E poi tutto diventa nero.
Ore dopo mi sveglio con un fortissimo mal di testa che mi obbliga a restare nella stessa posizione per qualche minuto.
Subito le immagini di mamma e papà che parlano di un'esplosione e di Andrea che piange si fanno spazio nella mia testa e con uno scatto mi alzo in piedi.
Forse si tratta solo di un brutto sogno....
Si, deve essere così.
Corro al piano di sopra, ignorando Abe che chiama ripetutamente il mio nome, e una volta in camera afferro il cellulare che avevo lasciato in carica e digito subito quel numero che ormai ho imparato a memoria.
Giulia, rispondi ti prego!
Dimmi che è stato solo un incubo...
La voce robotica che informa della segreteria telefonica però, risuona nelle mie orecchie dopo il primo squillo e tutto questo mi porta immediatamente alla realtà.
Cazzo, è tutto vero.
Giulia, amore mio dove sei?
" Sangio " esclama Abe aprendo la porta di camera mia, posandomi poi una mano sulla spalla.
" non mi risponde " sussurro tenendo stretto il telefono, sperando di sentirlo suonare e vedere aleggiare sullo schermo quel nome che per me rappresenta da ormai due anni la parola amore.
" lo so... fratellino...c'è un'altra cosa che devi sapere..."
" che cosa? "
" c'è stata una seconda esplosione e la palazzina è caduta "
" ci sono morti? "
" si "
" lei... lei è morta? "
" no... non è tra quelli che hanno identificato"
" quindi risulta ancora scomparsa? "
" si "
" perciò c'è speranza "
" si "
" devo andare a Roma Abe, devo raggiungerla"
" ti ci porto io "
" devo andarci ora "
" prendi le cose che ti servono, accendo la macchina! Ti aspetto giù "
" grazie "
" Sangio... lei sta bene, Giulia starà bene"
Annuisco e quando mi lascia nuovamente solo chiudo gli occhi per dei minuti.
Non posso perderla.
Non ora.
Giulia è entrata nella mia vita in una maniera così improvvisa e del tutto inaspettata, da avermi lasciato interdetto per molto tempo; non stavo cercando una persona, non credevo nemmeno di aver tempo per innamorarmi... e poi è arrivata lei con la sua risata e con il suo modo di fare così incredibilmente luminoso, che non ho potuto fare a meno di vivermela ogni giorno sempre di più.
Non posso immaginare la mia vita senza di lei.
Quando sento il rumore in cortile, di una macchina, capisco che Abe è pronto e così velocemente prendo il caricabatterie, apro l'armadio per recuperare una felpa e all'istante mi blocco.
La felpa grigia, la sua felpa grigia.
Avvicino il viso ed il profumo che più amo, mi invade dentro.
Una lacrima che nemmeno avevo percepito crearsi, scende bagnandomi la guancia sinistra, quella con i nei che piacciono tanto a Giulia e un senso di vuoto mi riempie facendomi sentire solo e impaurito.
Ho bisogno di lei per stare bene.
Una volta seduto in macchina, Abe inizia a guidare a tutta velocità, capendo quanto desideri arrivare a Roma il prima possibile e con la testa appoggiata al finestrino osservo il paesaggio che oggi pare molto triste e spento.
" per le dieci e mezza dovremmo essere lì" afferma mio fratello voltandosi qualche secondo nella mia direzione per accertarsi che io abbia sentito.
Annuisco e quando lo schermo del mio cellulare si illumina avvisandomi di una chiamata in arrivo da parte di Deddy, decido di rifiutare.
Non ho voglia.
Non me la sento di parlare con nessuno... non saprei che dire, non saprei nemmeno come potrei reagire...
Prima di bloccarlo però, i miei occhi cadono su una notifica rossa di whatsapp.
Apro e il mio cuore perde un battito.
È un messaggio di Giulia di cinque ore fa, prima che iniziassi a giocare a padel con Abe.

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