Storia della Filosofia - Talete

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Per iniziare al meglio questo nuovo viaggio nei meandri della storia del pensiero, mi sembra opportuno e necessario cominciare con colui il quale la tradizione storiografica e filosofica indica come il primo filosofo: Talete.

Nato a Mileto, in Lidia, nell'odierna Turchia sud-occidentale sulle coste mar Egeo, le sue origini e la sua storia restano avvolte nell'oscurità e le poche informazioni che abbiamo sono molto incerte. 

Secondo le fonti storiche, nacque tra il 1° anno della 35° Olimpiade (640 a

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Secondo le fonti storiche, nacque tra il 1° anno della 35° Olimpiade (640 a.C.) e il 1° anno della 39° (624 a.C.). 

Della sua biografia sappiamo ben poco. Possiamo soltanto confidare in alcuni aneddoti riferiti da Aristotele e Platone, Erodoto e Diogene Laerzio. 

Secondo Erodoto, in occasione di un'importante battaglia, Talete aveva annunciato agli Ioni (coloni dell'Asia Minore suoi compatrioti) che ci sarebbe stata un'eclissi solare, calcolando con precisione matematica il giorno esatto. Le fonti antiche collocano questa eclissi tra la 48ª e la 50ª olimpiade, e forse si tratta di quella verificatasi tra il 28 maggio e il 22 maggio.

Molto più celebre, invece, l'aneddoto che Platone scrive nel Teeteto, secondo il quale Talete fu deriso da una serva trace mentre rivolgeva lo sguardo alle stelle, e non s'accorse di star per inciampare all'interno di un pozzo, desideroso com'era di conoscere le cose del cielo ma non quelle sotto i suoi piedi. 

Immagine che diverrà archetipica della figura del filosofo.

Di diverso avviso è invece l'aneddoto riferitoci da Aristotele, secondo il quale Talete mostra una certa intraprendenza per le cose pratiche. Accusato di essere povero a causa della filosofia, il filosofo di Mileto seppe prevedere in pieno inverno, grazie ai suoi calcoli astronomici, un'abbondante raccolta di olive, acquistando così tutti i frantoi di Mileto e di Chio ad una cifra irrisoria poiché vi era scarsa richiesta. Al momento della raccolta delle olive, egli, dunque, poté affittarli al prezzo che voleva, essendoci molta richiesta. 

Sempre secondo le fonti, Talete morì mentre assisteva ai giochi della 58° Olimpiade, e cioè tra il 548 e il 545 a.C. 

Diogene Laerzio, storico greco che visse a cavallo tra il II e il III secolo d.C. ed autore di Vite dei filosofi, opera fondamentale per la conoscenza della storia della filosofia greca antica, racconta la sua morte in questo modo, nel I° libro, attraverso un bellissimo epigramma:

«Assistendo un tempo a una gara ginnica, Zeus Elio,
il sapiente Talete strappasti dallo stadio.
È bene che tu l'abbia accolto: ormai vecchio,
dalla terra, non riusciva più a vedere le sue amate stelle.»

E l'epitaffio sulla sua tomba, sempre secondo Diogene, recitava:

«Piccola tomba ma di gloria grande come il cielo,
questa di Talete il sapientissimo

Per quanto riguarda i suoi scritti, di lui non ci resta nessuna opera, né alcun frammento, tutto ciò che sappiamo del suo pensiero è rintracciabile grazie alle testimonianze dei filosofi successivi, come Platone ed Aristotele, che ne riportano alcuni tratti.

Talete fa parte dei cosiddetti filosofi presocratici, coloro cioè che sono venuti prima di Socrate. Essi sono conosciuti anche come filosofi naturalisti perché costantemente impegnati ad indagare tutto ciò che fa parte della natura: le origini del mondo, le sue forme, le cause che reggono l'intero universo. Caratteristica fondamentale dei naturalisti è la ricerca del principio primo di tutte le cose, in greco definito archè, forza primigenia che domina il mondo, da cui tutto proviene e a cui tutto torna.

Primo fra i filosofi naturalisti, Talete pensa che all'origine di tutto c'è l'acqua, notando che la capacità generatrice della vita è di natura umida. Pensiamo, ad esempio, alla terra, che per far germogliare qualcosa ha bisogno di acqua o di essere umida; oppure al processo biologico che porta alla nascita di un essere vivente, sia esso animale o vegetale, o al brodo primordiale in cui si sviluppano i primi esseri viventi sulla Terra.

Per Talete, dunque, poiché l'acqua sta alla base di tutte le cose, l'acqua è l'archè, il principio fondamentale di tutto l'universo.

Secondo Nietzsche, il filosofo di Mileto, annoverando l'acqua come archè, propone una prima strada non dualistica, senza distinzioni, esprimendo, per la prima volta nella storia del pensiero occidentale, il concetto mistico che ritroviamo nella filosofia orientale per cui Tutto è Uno. 

Talete, in pratica, secondo Nietzsche, è il primo unificatore e il primo ad oltrepassare la sfera fisica attraverso l'osservazione della natura e del mondo, per permettere all'uomo di rivolgersi alla metafisica (dal greco metá: al di là, oltre; physiká: mondo, realtà), ovvero volgere lo sguardo e il pensiero a ciò sta oltre la sfera naturale ed umana, e che porta a gradi superiori di conoscenza.

Oltre ad essere il primo filosofo della cultura occidentale, Talete fu anche un abile matematico (vedi i due teoremi di Talete) e un sapiente astronomo. Oltre al sopracitato aneddoto che lo vede calcolatore estremamente preciso di un'eclissi solare, a lui sono attribuite varie scoperte celesti: individuò le stelle facenti parte della costellazione dell'Orsa minore individuandone il loro carattere fisso; individuò due grandi ammassi stellari come le Iadi e le Pleiadi; calcolò e studiò con gran precisione solstizi ed equinozi, dunque l'alternarsi delle stagioni e fu il primo a dividere la sfera celeste in cinque parti (artico, antartico, equatore e i due tropici), divisione ancora oggi in auge.

Detto ciò, a maggior ragione, grazie al suo metodo di indagine, caratterizzato dall'acuta osservazione e da seguenti dimostrazioni logiche (seppur ancora legato ad un tipo di ragionamento astratto e molto lontano dal famoso metodo scientifico che sarà poi sviluppato nel XVII secolo), Talete può, a ben diritto, meritarsi il titolo di primo filosofo della storia della cultura e del pensiero occidentale.

"La speranza è il solo bene che è comune a tutti gli uomini, e anche coloro che non hanno più nulla la possiedono ancora." 

- Talete -



Nota: «L'archè dunque non solo è ciò che vi è di identico nelle cose diverse, e non solo è la dimensione da cui esse provengono e in cui esse ritornano, ma è anche la forza che determina il divenire del mondo, ossia è il "principio" che, governando il mondo, lo produce e lo fa tornare a sé.» (Emanuele Severino, La filosofia dai Greci al nostro tempo, I vol., pag. 34, BUR, Milano 2004).




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