Storia della Filosofia - Platone (parte 2)

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Dottrina dell'amore, politica, etica

Per Platone, la dottrina dell'amore è strettamente collegata alla ricerca del Bene supremo.

Egli, infatti, afferma nel Simposio che amare (a tutti i livelli) consiste nel "fare, di due, uno". Dato che ci sono vari livelli di unità (fisica, spirituale, assoluta), Platone immagina l'amore come una scala, i cui gradini (amore per un corpo, amore per tutti i corpi, amore per l'anima, amore per tutte le anime, amore per le leggi, amore per le scienze, amore per le Idee) corrispondono a una progressiva ascesa verso l'Idea del Bello, che coincide con l'Uno-Bene.

Anche dal punto di vista morale individuale il bene e la virtù consistono, in ultima analisi, nel giungere fino all'idea suprema di Bene e Bello.

Nella Repubblica, questa coincidenza fra dimensione individuale della morale e quella collettiva della politica, trova la sua massima espressione nel disegno della città-stato ideale, articolata in tre classi distinte: i governanti-filosofi, i guardiani, i produttori-artigiani a cui corrispondono le tre parti dell'anima: razionale, irascibile e concupiscibile.


Reminiscenza e sorti dell'anima

Sul problema della conoscenza Platone elabora due nuovi concetti:

1. la conoscenza come reminiscenza, ossia come ricordo che, partendo dalle percezioni sensibili (che sono immagini delle Idee) ci permette di riavvicinarci alle Idee medesime, che da sempre la nostra anima possiede avendole contemplate nell'Iperuranio prima di venire sulla Terra e poi dimenticate entrando nel corpo;

2. la formulazione del concetto di dialettica come metodo che procede secondo due vie, in parte parallele, e in parte convergenti: la via sinottica (che guarda insieme); partendo dalla molteplicità delle cose sensibili, perviene all'unità dell'Idea. La via diairetica (in greco: divisiva), che divide l'Idea generale nelle sue articolazioni particolari fino a giungere all'ultima Idea non ulteriormente divisibile.

L'essenza delle cose e la conoscenza del Bene si raggiungono proprio proseguendo per queste vie.

Platone cerca, altresì, di dimostrare l'immortalità dell'anima, sostenendo, nel Fedone, come essa debba essere della stessa natura delle Idee, dal momento che le conosce; e se è simile alle Idee, essa è incorruttibile. Dunque, l'anima segue un processo ciclico: viene premiata o punita a seconda della vita condotta sulla terra, reincarnandosi (teoria pitagorica della metempsicosi). L'anima che ha conosciuto la Verità non solo ha vantaggi in questa vita, ma anche nella scelta del modello di vita che dovrà fare quando giungerà il tempo di reincarnarsi.

Idea molto simile alla concezione induista del karma e del ciclo di morti e rinascite (samsara) dipendenti dall'accumulo di karma negativo o positivo, secondo il principio di "causa-effetto".


"Poiché, dunque, è figlio di Poro (Ingegno) e di Penìa (Bisogno), ad Amore è toccata la sorte seguente. In primo luogo è sempre povero e ben lontano dall'essere delicato e bello, come credono i più, anzi è duro e lercio e scalzo e senza tetto, abituato a coricarsi in terra e senza coperte, dormendo all'aperto sulle porte e per le strade e, avendo la natura di sua madre, è sempre di casa col bisogno. Per parte di padre, invece, è insidiatore dei belli e dei buoni, coraggioso, audace e teso, cacciatore terribile, sempre a tramare stratagemmi, avido di intelligenza e ingegnoso, dedito a filosofare per tutta la vita, terribile stregone, fattucchiere e sofista. E per natura non è né immortale né mortale, ma ora fiorisce e vive nello stesso giorno, quando gli va in porto, ora invece muore e poi rinasce nuovamente in virtù della natura del padre. E infatti l'oggetto dell'amore è ciò che è realmente bello, grazioso, perfetto e invidiabilmente beato, mentre l'amante ha un altro aspetto, quale quello che ho esposto." (La natura di Amore secondo Platone, Simposio, 203b-204a)


GLOSSARIO

Idea: (dal greco éidos), è per Platone non solo la rappresentazione mentale di qualcosa, ma anche una realtà ontologica che esiste eternamente in sé e per sé in un mondo separato detto Iperuranio. Essa è divina e immutabile. Dal momento che le idee esistono indipendentemente dall'uomo, esse sono misura della verità, che perciò è eterna e immutabile. Questa concezione si oppone radicalmente al relativismo sofistico.

Iperuranio: (dal greco hypér = sopra e ouranòs = cielo), mitica regione sopracceleste nella quale si trovano le sostanze eterne e immutabili, cioè le Idee, oggetto della nostra conoscenza e modello di tutte le cose.

Anima: (in greco psyché, in latino anima, dal greco ànemos = vento, soffio), sostanza semplice, incorporea, eterna, che ha vita in sé ed è eterogenea al corpo nel quale può trovarsi temporaneamente per espiare delle colpe. È caratterizzata da tre tendenze (vedi sopra) che quando è nel corpo risiedono nel cervello (razionalità), nel petto (irascibilità), nel ventre (concupiscibilità). Le virtù che possono governare i tre caratteri sono: la saggezza o sapienza, la fortezza o coraggio, la temperanza. L'armonia tra queste virtù genera la giustizia (virtù cardinali).

Amore: (in greco éros), nel Convito Platone ha generalizzato e sublimato, in senso metafisico, i caratteri dell'amore sessuale. Il filosofo distingue diversi gradi dell'amore, come diversi sono i gradi della bellezza da cui è attratto: amore per la bellezza corporea, amore per la bellezza dell'anima, amore per la bellezza delle istituzioni, amore per la bellezza delle scienze, amore per la bellezza in sé che si trova solo nel mondo soprasensibile (Iperuranio). Quest'ultimo è il grado più elevato e si identifica con la contemplazione del Vero e del Bello in sé, scopo ultimo della filosofia.

Stato: (in greco politéia, in latino res publica). La filosofia di Platone ha anche una finalità fortemente politica. Deluso dalla democrazia, egli prefigura idealmente e utopisticamente (che non può esistere in nessun luogo) un tipo di Stato perfetto che, a somiglianza dell'anima, è distinto in tre parti, corrispondenti a tre classi sociali: i filosofi, cui spetta il compito del governo e il cui operato è insindacabile; i guerrieri, sottoposti ai filosofi, cui spetta il compito di difendere lo Stato e garantire l'ordine sociale; i lavoratori, sottoposti ai filosofi e ai guerrieri, cui spetta il compito di produrre per lo Stato i beni materiali di cui ha bisogno. Allorché ciascuna classe compie adeguatamente il suo compito attraverso l'esercizio della virtù sua propria (la sapienza o saggezza, la fortezza o coraggio, la temperanza), si realizza nello Stato la giustizia. L'armonia tra le classi genera la Giustizia.

Sofocrazia: (dal greco sophòs = sapiente e kràtos = potere), è la particolare forma di potere difesa da Platone che prevede che il governo spetti ai migliori, non per casato o per ricchezza, ma per il possesso della sapienza o saggezza.

Comunismo: teoria politica che prevede l'abolizione della proprietà privata e con essa di ogni forma di disuguaglianza economica. Platone può essere considerato il primo comunista della storia in quanto per le prime due classi (filosofi e guerrieri) prevede l'abolizione di ogni tipo di proprietà privata e propone la comunanza dei beni e delle donne. È esentata da questo sistema la classe dei lavoratori.

Statalismo: teoria politica che tende ad esasperare l'intervento dello Stato nella vita sociale. In Platone lo statalismo si traduce in un sistema non liberale e autoritario in cui tutto risulta programmato dall'alto. I filosofi Popper e Russell hanno visto in lui il capofila dei nemici della società aperta.


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