Storia della Filosofia - Platone (parte 1)

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Bentornati in questa nuova rubrica filosofica. 

Oggi trattiamo di Platone! Figura importantissima per comprendere la storia della cultura occidentale e a cui tutti i filosofi, in seguito, hanno fatto grossomodo riferimento. Ho preferito dividere il capitolo in due parti e in differenti sezioni, per via della complessità dell'argomento.

Biografia

Platone nacque ad Atene, da famiglia aristocratica, nel 428 a.C. Secondo Aristotele, ebbe tra i suoi maestri Cratilo, seguace di Eraclito. A vent'anni cominciò a frequentare Socrate, e ripudiò la sua precedente vocazione poetica, dando alle fiamme i suoi versi. Secondo quello che egli stesso dice nella Lettera VII (di fondamentale importanza per ricostruirne la biografia e per l'interpretazione della sua stessa personalità), avrebbe voluto dedicarsi da sempre alla vita politica.

La morte di Socrate lo dissuase dall'intento, ma non per questo rinunciò a perseguire l'ideale di un governo filosofico della città. «Io vidi, egli dice, che il genere umano non sarebbe mai stato liberato dal male, se prima non fossero giunti al potere i veri filosofi o se i reggitori dello Stato non fossero, per divina sorte, diventati veramente filosofi».

Negli anni seguenti, si recò a Megara presso Euclide, poi in Egitto e a Cirene. Nulla sappiamo intorno a questi viaggi, dei quali egli non parla. Parla invece del viaggio che fece nell'Italia meridionale, proprio qui a Taranto (nel 388 a.C.), dove entrò in contatto con la comunità pitagorica di Archita, e a Siracusa dove strinse amicizia con Dione, parente e consigliere del tiranno Dionisio il Vecchio.

Entrato in conflitto con Dionisio, fu venduto come schiavo sul mercato di Egina. Riscattato fortunatamente da Anniceride di Cirene, ritornò ad Atene, dove fondò nel 387 l'Accademia, così chiamata perché fiorita nel ginnasio fondato da Accademo. Essa fu organizzata sul modello delle comunità pitagoriche, come un'associazione religiosa, un tìaso.

Alla morte di Dionisio, Platone fu richiamato a Siracusa da Dione alla corte del nuovo tiranno Dionisio il Giovane (367 a.C.), per guidarlo nella riforma dello Stato in conformità con il suo ideale politico. Ma l'urto fra Dionisio e Dione, che fu esiliato, rese sterile ogni nuovo tentativo di mediazione.

Alcuni anni dopo, Dionisio stesso lo richiamò insistentemente alla sua corte e Platone vi si recò nel 361, spinto anche dal desiderio di aiutare Dione, che era rimasto in esilio. Ma nessun accordo fu raggiunto, e Platone, dopo essere stato trattenuto per un certo tempo come prigioniero, grazie all'intervento del tarantino Archita, lasciò Siracusa e fece ritorno ad Atene. 

Qui egli trascorse il resto della sua vita, dedito solo all'insegnamento della filosofia e morì, a 81 anni, nel 347 a.C.


Oralità e scrittura

Il corpus delle opere di Platone è composto dall'Apologia di Socrate, da 34 dialoghi e da 13 lettere, ordinati in 9 tetralogie dal grammatico Trasillo (I sec. d.C.).

La comprensione del pensiero di Platone non è facile, per quanto i suoi scritti sembrino in larga misura comprensibili, perché egli non affida interamente alla scrittura i suoi messaggi filosofici. Platone, in effetti, vive in un momento storico-culturale denso di novità. La scrittura, pian piano, sta lentamente prendendo il posto dell'oralità, che nella tradizione antica è il mezzo di comunicazione preminente. Socrate, come abbiamo visto, suo maestro, ad esempio,  fa affidamento esclusivamente sulla dialettica, e in lui l'oralità raggiunge vertici mai visti prima.

Platone, invece, tenta una sorta di mediazione fra le due culture: si convince che la scrittura può avere un ruolo di rilievo, ma in ogni caso non decisivo e non ultimativo. Il filosofo può mettere molte cose per iscritto, ma non quelle che per lui sono "di maggior valore". Queste non le scrive nei rotoli di carta, ma le imprime nelle anime dei discepoli opportunamente scelti. 


La teoria delle idee

La scoperta del mondo delle Idee, o Iperuranio, è in sostanza la scoperta della dimensione dell'essere intelligibile e soprasensibile (al di là dei sensi). 

Da sempre gli uomini hanno cercato di immaginare qualcosa al di là del mondo sensibile, ma è Platone che, per la prima volta, imposta e tenta di risolvere il problema in modo rigorosamente razionale. 

I concetti elaborati dai filosofi presocratici, i "naturalisti", non sono riusciti affatto nell'intento di risolvere i problemi posti dal loro pensiero (per quale motivo le cose si producono, esistono e si dissolvono) e quindi non spiegano il "perché" delle cose. Gli elementi fisici ai quali fanno riferimento, secondo il nostro filosofo, non sono la vera causa delle cose, ma la concausa, ossia lo strumento di cui si avvale la vera causa, che dunque deve stare al di là del mondo fisico. 

Se, per esempio, si vuole spiegare la ragione per cui una cosa è bella, non ci si può limitare a descrivere le componenti fisiche (bellezza del colore, della forma e così via), ma si deve risalire  all'Idea del Bello che quella cosa in vario modo attua, e le cui connotazioni corrispondono a quelle del Bene stesso. 

Per Platone l'idea è, in estrema sintesi, una realtà in sé, una sostanza che esiste in un mondo al di là, denominato Iperuranio, al di là del cielo.


L'Iperuranio e il Demiurgo

Le Idee sono immutabili, tali cioè da sempre e per sempre, e nell'Iperuranio sono divisi in una gerarchia piramidale che comprende tre ordini: Idee Valori (dove al più alto livello si colloca l'Idea del Bene); al di sotto si collocano le Idee Matematiche e nella parte inferiore le Idee di tutte le cose.

Il mondo fisico, al principio, era una realtà materiale caotica, il Caos. Diviene realtà ordinata, Cosmos, grazie all'intervento di una causa efficiente, ossia di un'intelligenza suprema: il Demiurgo, una figura mitologica che, prendendo a modello il mondo delle idee, mette ordine nell'universo. Tuttavia, rimane un che di refrattario, non plasmabile, che a sua volta è causa del male. 

Il male, dunque, è legato alla struttura materiale di questo mondo: esso è assente nel mondo sovrasensibile che, pertanto, è solo bene.

Il modellamento di questo mondo avviene secondo un ordine matematico per cui gli enti matematici sono degli intermedi-mediatori che permettono all'intelligenza demiurgica di trasformare il principio caotico del mondo sensibile in cosmo ordinato; essi quindi producono ordine e portano le cose ad essere simili alle idee dell'Iperuranio. Siccome il Demiurgo è la migliore delle cause possibili, questo cosmo non può che essere il migliore possibile, nonostante tutto il male, la cui causa è materia non pienamente modellabile.

Si comprende, quindi, come la filosofia di Platone abbia dato vita ad innumerevoli correnti filosofiche future, ed ancora oggi, il suo pensiero, resta immortale.

Alla prossima!

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