CAPITOLO 10 - OPPORTUNITÀ

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Staccarsi da quell'abbraccio è stata la cosa più difficile che Tadashi abbia mai fatto. Ma era diventato davvero tardi. Avrebbe voluto restare ancora in quel letto con Kei, e magari restituirgli in qualche modo il piacere che gli aveva regalato, ma doveva tornare a casa.

Non si sono detti poi molto prima di separarsi, ma gli occhi di Tsukki erano ancora limpidi e sereni quando lo ha accompagnato alla porta di casa; di nuovo dietro alle lenti dei suoi occhiali, guardavano Tadashi con un'espressione rilassata che non avevano mai avuto prima.

Forse finalmente aveva fatto un passo verso sé stesso, verso la propria identità, verso la propria integrità, ricomponendo quel bipolarismo, che Tadashi aveva intravisto, in una serena presa di coscienza dei propri sentimenti e desideri.

Perché forse, pensava Tadashi riflettendo sulle parole che gli aveva detto, davvero lui non sapeva di essere gay, non tanto perché non volesse ammetterlo o accettarlo, ma perché non ha mai permesso a nessuno, uomo o donna che fosse, di entrare nella sua barriera protettiva; barriera che avrebbe dovuto tenerlo al sicuro dalle sofferenze e dalle delusioni della vita, ma che lo aveva anche inaridito e indurito.
E quindi non sapeva di essere gay o eterosessuale o bisessuale o qualsiasi altro orientamento, semplicemente perché non si era mai posto nella condizione, non solo di amare qualcuno, ma nemmeno di desiderare qualcuno, di provare attrazione per qualcuno.
E se anche lo aveva detto nel modo peggiore possibile, capiva forse, Tadashi, quello che intendeva dire Kei. Lui era lui. L'unica persona che standogli vicina giorno dopo giorno, anno dopo anno, Kei aveva lasciato oltrepassare la sua barriera difensiva. L'unico che era riuscito silenziosamente a conquistare la sua fiducia, anche se lui stesso nemmeno se ne era accorto.

E quindi forse Kei poteva anche non essere gay, poteva essere pansessuale, o forse demisessuale. Forse se Tadashi fosse stato una donna avrebbe pensato di essere etero.

Avrebbe potuto indugiare all'infinito in quelle riflessioni senza mai venirne accapo, e forse non era nemmeno importante. Quello che contava era che finalmente il rapporto tra loro fosse chiarito e avesse anzi raggiunto un livello superiore.

Ma non aveva proprio idea, Tadashi, di quanto alto fosse quel livello, fino alla mattina successiva, quando nervoso ed emozionato, aspetta Tsukki al solito incrocio.

Tadashi lo guarda avvicinarsi con un misto di eccitazione e paura; il rischio che Tsukki sia di nuovo rinchiuso nella sua barriera è alto, come se ogni volta che si separavano dopo aver fatto un passo avanti, Tsukki si resettasse e dovessero riprendere, se non proprio daccapo, ma da qualche passo più indietro.

Kei cammina con la solita andatura lenta e flessuosa, le mani nelle tasche dei pantaloni, la giacca della divisa scolastica aperta sulla camicia, e le inseparabili cuffie al collo.
Ma sta sorridendo. Sorride! 

Sbalordito Tadashi non sa come reagire, e viene ulteriormente spiazzato quando Tsukki, ormai a meno di un metro di distanza, dà una veloce occhiata in giro, quindi si avvicina rapido e gli dà un veloce bacio sulle labbra. Poi si volta e si incammina verso scuola come se niente fosse.

Tadashi deve riscuotersi dalla meraviglia prima di rincorrerlo e affiancarsi a lui.

La giornata si sta preannunciando davvero promettente, e la conferma definitiva di quanto davvero lo fosse arriva nel pomeriggio, proprio mentre i due ragazzi stanno rientrando a casa dopo le lezioni.

Una notifica sul cellulare. Tadashi si ferma e legge il messaggio. Immobile in mezzo alla strada, fissa il suo telefono senza parlare.

Due passi più avanti Tsukki si ferma e si volta.

- Ehi tutto ok? -

- Sì... cioè.... Mia nonna ha avuto un piccolo incidente domestico. Niente di grave. La tengono in ospedale in osservazione ma giusto per precauzione. I miei sono appena partiti per Tokyo per raggiungerla, staranno là con lei per accertarsi che sia tutto ok.... non torneranno prima di domenica sera. -

- Beh dai, non fare quella faccia sconvolta...sembra non sia nulla di grave, non ti preoccupare, vedrai che andrà tutto bene. -

- Sì certo... non è questo... è che... HO LA CASA LIBERA PER TUTTO IL WEEKEND! -

La smorfia di preoccupazione di Tadashi si è trasformata in un sorriso radioso, e fissa Tsukki aspettandosi la stessa reazione, che però non arriva.

- Ah, bene... - dice solo, con la solita espressione neutra.

No, cazzo, lo sapevo, mi sembrava che tutto stese andando troppo bene. Forse il reset è casuale, ma speravo dopo ieri e dopo il saluto di stamattina, che non succedesse; ma in fondo ci sta, non posso sperare che cambi dall'oggi al domani...
Però non voglio nemmeno che ci allontaniamo di nuovo, non dopo quello che mi ha detto ieri. Non dopo tutta la fatica che ho fatto sino a qui.

- Tsukki, ti va di venire a dormire da me? Stasera... e ti fermi anche domani se vuoi... -

- Ecco... ok, va bene... -

E voltandosi riprende a camminare verso casa. Yamaguchi lo affianca e camminano in silenzio fino al solito angolo. Nulla traspare sul volto di Tsukki, cosa stia pensando in quel momento è assolutamente un mistero.

- Passo da casa ad avvisare e a prendere un cambio, allora. Ti raggiungo tra una mezz'ora, ok? -

Ma la faccia neutra e quasi disinteressata di Kei smuove ancora una volta qualcosa dentro l'animo di Tadashi, che non può più abbassare la testa ed aspettare, sperando che le cose vadano nel verso giusto. Senza nemmeno rifletterci troppo, Tadashi fa un passo verso Tsukki e lo spinge contro al muro all'angolo della via, tenendolo per la camicia, il viso a pochi centimetri da quello dell'amico, il corpo aderente al suo.

- Non ti azzardare a chiudermi fuori ancora una volta, Tsukki. Non dopo quello che mi hai detto ieri. Non puoi fare finta di niente... – e dopo un attimo continua:
- Dimmi quello che provi! Non vuoi venire da me? Non ti va? Che problema c'è? -

Gli occhi di Tsukki sgranati per la sorpresa di quel gesto che non si aspettava da Tadashi, assumono lentamente un'espressione divertita. Tadashi lo fissa incredulo, e si accorge solo in quel momento dell'erezione nei pantaloni di Tsukki. Sgrana gli occhi e non si aspetta di certo il movimento improvviso con cui Tsukki ribalta la loro posizione. Ora è Tadashi con le spalle contro al muro dell'incrocio, e Tsukki lo tiene per la giacca con entrambe le mani, spingendolo contro il muro col suo corpo, e col viso che lo sovrasta a pochi centimetri dal suo, la sua erezione che preme forte contro al suo bacino.

- Dammi il tempo di metabolizzare, cazzo! Non puoi dirmi che hai la casa libera e aspettarti che io sappia gestire una notizia del genere. Non sono capace. -

E lo bacia. Lì, in mezzo alla strada, dove chiunque potrebbe vederli. E' un bacio veloce, Tadashi non fa nemmeno in tempo a rispondere al bacio che è già finito.

- Arrivo tra mezz'ora. -

E prosegue verso casa sua senza nemmeno girarsi, lasciando all'incrocio un Tadashi confuso, emozionato, spaesato, eccitato, che raccoglie la sua borsa e si dirige verso casa camminando come un automa.

Talking to the moon | TsukiYamaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora