Parcheggio l'auto ed io e Minho scendiamo dai veicoli. Entriamo in agenzia e ci piazziamo davanti l'ascensore, aspettando che arrivi.
«Cosa vuole sapere esattamente Julian?» mi chiede il moro dopo qualche minuto di silenzio.
«Vuole sapere tutto quello che è successo.» dico sospirando e Minho annuisce. Tra di noi ritorna il silenzio e dopo qualche secondo arriva l'ascensore. Le porte si aprono e noi entriamo. Faccio clic sul pulsante "30" e le porte si chiudono.
«Minho senti... Julian nel fascicolo non ci ha scritto che avremmo dovuto uccidere o ferire qualcuno... secondo te, si arrabbierà dopo aver detto che abbiamo ferito alcuni uomini e ucciso Fabrice e i due uomini che tenevano Nicole e Ila?» domando preoccupata.
«Onestamente non lo so. Ma se gli spieghi bene come sono andate le cose non penso che la possa prendere tanto male.»
Annuisco e sospiro di nuovo. Le porte dell'ascensore si aprono e usciamo da esso. Busso alla porta dell'ufficio di Julian.
«Avanti.»
Entriamo e Julian ci sorride.
«Mary, Minho che piacere vedervi. Sedetevi.» dice indicando le poltrone davanti la sua scrivania.
«Allora Mary, parlami della missione.» dice Julian appoggiando i gomiti sulla scrivania e intrecciando le mani appoggiandovi sopra il mento.
Mi agito sul posto, prendo un respiro e inizio a raccontare l'accaduto. Dopo aver finito Julian mi guarda per qualche secondo, per poi alzarsi e affacciarsi alla vetrata da cui si può avere una vista della città.
«E quindi, avete deciso di uccidere e ferire quegli uomini.» dice con un tono di voce freddo che mi fa accapponare la pelle. E ciò non porta assolutamente a nulla di buono.
«Noi non volevamo... ma abbiamo dovuto farlo! Nicole e Ila rischiavano di essere uccise, e poi loro hanno sparato ad Ary e Sara!» esclamo agitandomi sempre di più. Non riesco a stare tranquilla, non so cosa abbia in mente di fare Julian e questo mi terrorizza.
«Non volevate ma lo avete fatto.» dice girandosi verso di me e fulminandomi con lo sguardo.
«Mi dispiace okey?! Ma era l'unica cosa che potevamo fare per uscire da quella casa!» dico alzandomi di scatto.
Non posso più reggere questa situazione. Voglio solo uscire dall'edificio e andare in ospedale per vedere come stanno le altre.
«Voi dovete rispettare gli ordini! Se vi dico che non dovete uccidere o ferire voi non farete nessuna delle due cose!» urla lui ed io mi risiedo sulla poltrona. Abbasso lo sguardo, trovando interessante il pavimento e aspetto di sentire quale sarà la conseguenza delle nostre azioni.
«Ovviamente sai che per aver disobbedito ci saranno delle conseguenze.»
«Si.»
«Julian aspetta. Le ragazze ci hanno chiamate in un momento in cui la situazione stava degenerando. Loro sanno che devono sempre obbedire, ma più di una volta hanno rischiato di essere uccise. Se hanno sparato è stato solo per difendersi e per scappare il prima possibile da quella casa. Quando noi siamo arrivati, Arianna e Sara erano svenute. Nicole e Ilaria erano state bloccate da due uomini e avevano delle pistole appoggiate sulle loro teste. Luke e Cecilia hanno sparato ai due uomini ferendoli per liberarle. Alla fine anche noi abbiamo sparato, e sappiamo quali sono le conseguenze se disobeddiamo. E ti ripeto, è stato fatto tutto per autodifesa.» dice Minho venendo in mio soccorso.
Alzo lo sguardo su Julian e vedo che guarda Minho per qualche secondo, poi riporta lo sguardo su di me.
«Questa sarà la vostra conseguenza: chi ha sparato verrà sbattuto per una settimana nelle celle dell'azienda.»
«Che cosa?!» esclamo incredula alzandomi di nuovo dalla poltrona.
«Non puoi farci questo Julian. Ci siamo difese. Stavamo per morire diamine!»
«Non me ne frega niente. Appena le ragazze usciranno dall'ospedale verrete qua, e verrete portate nelle celle. Ora potete andare.» dice Julian sedendosi e riprendendo a guardare delle carte che stava leggendo prima che arrivassimo io e Minho.
Esco a passo svelto da quell'ufficio ed entro in ascensore. Minho mi raggiunge velocemente e riesce ad entrare in tempo prima che si chiudano le porte.
[Skip time]
Ore 13:00Arrivati in ospedale andiamo al bancone della segreteria. Vediamo un infermiere e dal cartellino riusciamo a leggere il suo nome: Anthony Bonnet.
«Salve, qui in ospedale sono state portate due ragazze ferite. Si chiamano Sara Winston e Arianna Smith.»
«Oh sì, secondo piano, corridoio a sinistra, terza porta.» dice l'infermiere.
«Grazie.» rispondiamo io e Minho.
Prendiamo l'ascensore e arriviamo al secondo piano. Nel corridoio vediamo Luke, Cecilia, Nicole e Ila.
«Ci sono novità?» domando preoccupata.
«Stanno bene, non hanno subito ferite gravi, adesso stanno riposando. Ma tu racconta, come è andato l'incontro con Julian?» domanda nervosamente Ila.
Guardo Minho e poi riporto lo sguardo su di loro.
«Gli ho raccontato tutto. Si è incazzato e dobbiamo subire le conseguenze.» dico sospirando per la millesima volta in quella giornata.
«E sarebbero?» domanda Nicole.
«Chi ha sparato deve stare per una settimana nelle celle dell'agenzia. Perciò dovrete andare Sara, Luke, Cecilia, Nicole e Ary. Siete stati gli unici a sparare.»
«È assurdo! Tutto questo è assolutamente ridicolo!» esclama Nicole.
«Lo so. Ma sappiamo tutti come è fatto Julian. Non possiamo fare nulla per fargli cambiare idea.»
«E infatti non farete nulla.» dice una voce alle nostre spalle. Ci giriamo e vediamo tutti i nostri genitori.
«Cos'è? Una rimpatriata di famiglia?» dice ironicamente Nicole. Le do una gomitata nel fianco.
«Nicole non è il momento.» dico sottovoce.
«E a voi sta bene il fatto che verremo rinchiusi in una cella per una settimana?!» esclama Luke alzandosi dalla sedia su cui era seduto.
«Abbassa i toni quando parli, Luke. E si, a noi sta bene.» risponde in modo autoritario Robert, il padre di Luke.
«Avete disobbedito a Julian, e queste sono le conseguenze. Vi rimarrà da lezione.» dice Sejeong, il padre di Minho.
Tutti i nostri genitori restano per altri dieci minuti, per parlare con i medici e poi se ne vanno. Non avremo mai una vita normale...
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Dangerous Life
Teen Fiction~DAL TESTO~ "Siete solamente delle insolenti ragazzine." "Tsk! Saremmo anche delle ragazzine. Ma siamo delle ragazzine che sparano delle pallottole nelle persone. Siamo delle ragazzine che ogni giorno girano con delle pistole. Siamo delle ragazzine...