Capitolo 16

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«Volete entrare solo voi tre o entriamo anche noi?» chiedo a Minho, Luke e  Cecilia.

«Entriamo tutti. Ma voi state un po' in disparte, mentre io, Luke e Cecilia ci sediamo alla scrivania. Non ci ha detto nulla su un possibile aiuto da parte vostra. Non voglio che se la prenda con voi inutilmente.» dice Minho.

Annuiamo e poi Luke bussa alla porta. Sentiamo un "avanti" da parte di Julian e Luke apre la porta. Entriamo tutti e come detto da Minho io e le ragazze stiamo in disparte.

«Ciao ragazzi. Vedo che ci sono anche loro. Cosa ci fanno qui? E la missione?» chiede Julian a Minho in tono severo ma curioso allo stesso tempo, mentre a noi rivolge uno sguardo freddo.

Come sempre d'altronde...

«La missione siamo riusciti a portarla a termine. Abbiamo vinto la gara, poi Clement e i suoi amici si erano rifugiati in una villetta. Li abbiamo seguiti e abbiamo cercato di ucciderli in tutti i modi. Solo che dopo un po' la situazione stava degenerando, tanto che Luke e Cecilia si sono ritrovati con delle ferite. Allora ho deciso di chiamare Mary e chiedere aiuto. Le ragazze sono arrivate in nostro soccorso, e in un momento di tranquillità all'interno della villetta, hanno curato le ferite di Luke e Cecilia e poi ci hanno aiutato ad uccidere Clement e i suoi amici.» racconta Minho.

«Bene. Mi fa piacere vedere come state iniziando a collaborare insieme per quanto riguarda le missioni. Nicole e Ilaria. Avete comprato i vostri abiti da sposa?» dice Julian riferendosi inizialmente a tutti noi, per poi rivolgersi a Nicole e Ila.

Metto le mani sulle loro rispettive schiene e le spingo leggermente in avanti.

«Si, li abbiamo comprati poco prima di aiutare i ragazzi con la missione.» dice freddamente Nicole.

«Bene. Potete andare. Vi comunico che fino al matrimonio di Nicole e Ila non avrete alcuna missione. Ci vediamo il giorno del matrimonio.»

«Ciao Julian.»

Usciamo tutti quanti dal suo ufficio, e una volta chiusa la porta dietro di noi tiriamo dei silenziosi sospiri di sollievo. Prendiamo l'ascensore e miracolosamente ci entriamo tutti. Scendiamo a piano terra e poi usciamo dall'edificio.

Fino a quando entriamo in macchina manteniamo un atteggiamento serio e composto, in modo tale da non destare sospetti sulla nostra immensa felicità di non avere più nuove missioni per un bel po' di tempo.

«Finalmente per un po' siamo libere da queste missioni di merda!» esulta Sara.

«Mancano due settimane al matrimonio. Io direi di essere finalmente delle ragazze che hanno una vita normale. Senza missioni, senza pistole, senza morti sulla coscienza. Diventeremo le ragazze che abbiamo sempre sognato di essere.» dico sorridendo loro dolcemente.

In queste due settimane saremo delle perfette ragazze adolescenti che si godono la vita uscendo, divertendosi, senza problemi e senza troppe responsabilità addosso.

Finalmente potrò dare loro la vita che hanno sempre voluto, anche se per solo due settimane. Per il momento ce le faremo andare bene. Ci divertiremo così tanto da ricordare queste due settimane per il resto della nostra vita.

[Skip time]
A casa delle ragazze

«Beh, cosa si fa?» chiede Sara buttandosi a peso morto sul divano.

«Di certo non poltrire sul divano.» dico guardandola alzando un sopracciglio.

«Non ho mai detto di voler poltrire sul divano!» dice Sara mettendosi subito a sedere, mettendosi sulla difensiva.

«Non lo hai detto, ma lo hai pensato.»

«Non è affatto ver-... okey si è vero...» nega inizialmente, per poi notare il mio sguardo accusatorio e ammettere finalmente la verità.

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