Compromessi e rinunce...

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Capitolo dodici…

Non so' che cosa fare 
il sonno se n'è andato e non tornerà 
un vetro da cui guardare 
il silenzio fermo della città.. 
E ti vorrei chiamare 
si però a quest'ora ti arrabbierai 
e poi per cosa dire 
a metà io so che mi bloccherei.. 
Perché non è facile 
forse nemmeno utile 
certe cose chiare dentro poi non 
escono, restano, restano..

 

Quando tornai a casa mi lascia cullare dalla voglia di non fare nulla.

Avevo cenato con Lisa, avevamo passato un po’ di ore insieme e non potevo dire di essermi annoiato, ma non potevo nemmeno fingere che fossi presente con lei al cento per cento.

Avevo preso lo zaino, lo avevo appoggiato al pavimento affianco al divano, recuperai il grosso foglio dove avevo il ritratto di Almudena e lo aprii mettendolo giù sul sofà.

Per qualche istante rimasi in silenzio ad osservarlo e pensai che era una bozza molto fedele a lei, con quella sua bellezza sconvolgente e raffinata. Portai le mani sul viso mentre la schiena si rilassava contro lo schienale dell’ottomana, stavo diventando completamente pazzo.

Dio mio, non avevo fatto altro che pensare a lei per tutto il tempo!

In quel momento, quando l’avevo tra le mie braccia, lei aveva abbassato lo sguardo tormentandosi il labbro inferiore ed io non avrei voluto far altro che baciarla all’infinito. Era incredibile che quando gli fossi così vicino sentissi quell’impulso irresistibile di sfiorarle le labbra con le dita e poi con la mia bocca, un istinto stupido e che avrei contrastato fino alla fine.

Lei era bella, innocente, così dolce che non avrei mai potuto sporcarla con le mie mani. Sarebbe stato imperdonabilmente egoista.

Accesi il televisore su Mtv, un po’ di musica mi avrebbe di sicuro distratto e non avrei pensato più alla figura eterea di Almudena che mi sorrideva con quelle labbra seducenti. Quelle labbra che oggi avevo avuto così vicino, mi sembrava impossibile che lei non capisse quanto ero stato vicino alla possibilità di baciarla.

Scuotendo il capo mi avvicinai alla finestra e ascoltai la canzone che in quel momento stavano trasmettendo. Inevitabilmente mi scoprii a sorridere di quella canzone, questo non era certo il modo migliore per non pensarla.

“Seduta lì a parlare 
con i tuoi amici che bella sei 
mi sembra di impazzire 
per essere lì con te non so che darei…” 

Non potevo essere bugiardo con me stesso, oggi mentre ero con Lisa, non avevo fatto altro che desiderare Almudena al mio fianco. Mi aveva infastidito l’intromissione di Lisa, gli avevo detto chiaramente che ci saremmo visti in un secondo momento, ma aveva voluto fare di testa sua.  

Quando Gabriele mi aveva detto che Almudena era diversa  dalle altre non gli avevo dato molto peso. Un ragazzo innamorato non direbbe mai male della donna che ama, anzi, forse troverebbe mille modi per decantare le doti della femmina che adora. Lui mi aveva avvertito e quel giorno, quel suo avviso, mi aveva fatto sorridere.

“Se passerai del tempo con Almudena so già come andrà a finire..”

E solo adesso mi rendevo conto che cosa volesse dirmi. Ed erano passati due giorni, cavolo, due giorni! Lunedì l’avevo scelta e mercoledì avevo già voglia di baciarla?

No, non avrei toccato Almudena! Non potevo farlo!

Non era per lealtà nei confronti di Federico, di lui me ne fregavo altamente, ma cazzo, non ero l’uomo per lei. Avevo davvero troppa merda dietro le spalle, avevo combinato tanti di quei casini che forse lei non avrebbe nemmeno più voluto vedermi se avesse saputo la verità. Non ero mai stato un codardo, ma la realtà era che desideravo migliorare la mia vita, non volevo più ricordare il mio passato, come mi ero comportato!

Il mio sole all'improvviso..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora