Volevo la luce, ma è complicato raggiungerla...

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Capitolo tre…

Qui non c’è mai nessuno che mi parli di te

Io mi perdo nel fumo di mille parole

Per fingere che…

E cerco ancora qualcosa nel silenzio che c’è

Lungo questo cammino io trovo di nuovo

Le tracce di te..

Mentre aspettavo i miei amici al bar della scuola, la radio trasmetteva questa canzone diFrancesco Renga, l’avevo amata fin da subito, mi riempiva il cuore di quella emozione che mi faceva salire le lacrime agli occhi. Spesso pensavo come sarebbe stata la mia vita se due anni prima nulla fosse accaduto, forse adesso sarei stata qui sorridente e felice a guardare..

-Ehi bella addormentata…- Anita mi risvegliò dal quel pensiero ingannevole..

-Mi hai spaventata…- dissi spingendola leggermente..

Enrica mi abbracciò dolcemente le spalle ed io ricambiai con trasporto. Tutti presero posto al tavolo rotondo e ognuno di noi iniziò a raccontare quella mattinata lunghissima. Enrica e Michele, erano indignati per un compito in classe che l’insegante di discipline grafiche e pittoriche aveva loro propinato a sorpresa, tutti erano stati presi in contropiede.

-Incredibile penso mi sia cascata la mascella quando ce lo ha detto..- disse Michele con sdegno..

-Che io ho prontamente riportato al suo posto..- sorrise Enrica.. –la classe è caduta nel rassegnato mutismo..-

-Come pensi sia andata?- chiesi ai miei amici con un sorriso divertito..

-Da schifo ovviamente..- crollò sul tavolo Michele..

-Io penso di aver fatto un buon lavoro..- rispose Enrica alzando le spalle..

-Secchiona..- la rimbrottò sdegnato il nostro amico..

-Io ti avevo avvertito di studiare anche senza un motivo apparente..- lo ammonì lei con cipiglio serio.. –Lo sapevo che questa professoressa ci avrebbe riservato delle sorprese..-

Michele alzò gli occhi al cielo e prese a guardarsi intorno. Ovviamente stava cercando una ragazza abbastanza carina da corteggiare, le sue pene scolastiche erano appena passate in secondo piano.

-Almudena che ti è preso stamattina?-

Sergio mi aveva preso in contropiede, arrossii leggermente mentre il mio succo di frutta quasi mi va si traverso. Cerco di riprendere contegno e mi guardo un po’ le mani a disagio. Non volevo parlare dei miei pensieri proprio con loro, ero convinta che sospettassero della ragione dei miei numerosi silenzi, ma un conto era parlarne, l’altro era dubitarne.

-Niente di importante..- risposi adesso guardandoli.. –Ero un po’ distratta è vero, non riuscivo a prestare attenzione alla spiegazione della prof..-

-Credo Sergio si riferisse al momento in cui sei tornata in classe..- disse stringendomi la mano Anita..

Già quel momento.

Che potevo dirgli? Che ero rimasta sconvolta perché avevo rivisto in quel ragazzo “lui”?

Che i suoi occhi mi ricordavano i suoi? Che i suoi capelli così neri, mi sembravano proprio i suoi?

Era un’assurdità bella e buona, non aveva un briciolo di senso quello che stavo pensando.

-Ho solo incontrato Gabriele in corridoio..- risposi con un’alzata di spalle..

Il mio sole all'improvviso..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora