Dimmi cos'altro c'è, se io non avessi te...

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Capitolo venti...

Se io non avessi te 

che alternative avrei, 

qualcuno ha detto già 

che non funzionerà 

ma io non cambio idea 

do retta solo a me 

scelgo e riscelgo te... 

Sai che amarti non è mai abbastanza 

e che tu sei tutto quello che mi manca 

dimmi un po' 

dimmi cos'altro c'è 

se io non avessi te...

 

Quando cercai nuovamente di avventarmi su Federico, strattonandolo con violenza, qualcuno mi tirò via con forza, trattenendomi e ugualmente un uomo prese per le spalle Federico cercando di dividerci. Dio mio ero completamente uscito di senno, ero passato dall'urlare come un invasato, a picchiare Federico come se fosse l'unico scopo della mia vita.

Quando i due uomini ci scrollarono un po' probabilmente ci risvegliammo dalla nostra furia crescente, con uno strattone ci liberammo dalla presa ferrea con cui ci trattenevano e ci guardammo ancora furiosi l'uno nei confronti dell'altro. Questo era un discorso tutt'altro che finito.

Federico si asciugò il sangue che gli colava da un sopracciglio, mi guardò ancora qualche istante con disdegno e poco dopo se ne andò facendo un cenno al buon uomo che l'aveva trattenuto.

Quando i due signori si allontanarono, io stavo peggio di prima.

Il mio nervosismo si era tramutato in rabbia, la mia rabbia in delusione, la delusione in un sentimento che bruciava il cuore e tutto quello che incontrava.

In quel momento tutto quello che sapevo era che stavo bruciando ed era una sensazione tutt'altro che piacevole.

Immediatamente presi il cellulare, feci scorrere i diversi post sulla home pagina di facebook e cercai affannosamente qualsiasi riferimento che riguardasse Almudena. Quando arrivai ad un post in particolare mi soffermai, era una fotografia postata da Anita la ragazza dai capelli corti, erano insieme, a casa dell'altra loro amica, Enrica. Ricordavo di averla vista una volta entrare in un palazzo, ma non potevo essere certo che lei abitasse lì. Ma fu più forte di me, iniziai a correre.

Se non mi ricordavo male avevo intravisto Enrica in una zona del Rio de San Zulan, non potevo esserne certo, ma dovevo almeno provarci, dovevo.

La mia mente era troppo occupata da pensieri contrastanti e incoerenti per riuscire a pensare con razionalità, ero sopraffatto dalla rabbia, dalle immagini di lei che bacia Federico e che decide di dargli un'opportunità. Non capivo perché quella prospettiva dovesse essere così fastidiosa.

Mentre correvo nella mia mente aspettavo di vederla, volevo vedere i suoi occhi spalancarsi in un misto di stupore e imbarazzo, il suo rossore assalire le sue guance mentre percepisce il mio sguardo troppo intensamente. Correvo per rivederla, per capire se in fondo il suo cuore si stesse aprendo a quel ragazzo tanto sbagliato per lei.

Anche io ero profondamente sbagliato per Almudena, più cercavo di ricordarlo, più nella mia mente, quel "piccolo" dettaglio, sembrava diventare insignificante. Rio dei Gesuiti, dove abitavo, non distava molto da Rio de San Zulan, era all'incirca un chilometro di strada, niente che non potessi fare agevolmente correndo.

Più mi avvicinavo più il mio cuore scoppiettava, mi rendevo conto di essere troppo incazzato, di sentire quella morsa che mi stringeva il cuore spingendolo a pensare le cose più assurde. Forse Almudena in realtà era sempre stata interessata a Federico, forse era stata tutta una messa in scena per farlo ingelosire.

Il mio sole all'improvviso..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora