Il tempo di agire o di attendere...

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Capitolo ventisette...

Concepire e porre in atto un pensiero di vendetta significa essere presi da un violento accesso di febbre, che però passa; ma avere un pensiero di vendetta senza la forza e il coraggio di porlo in atto, significa portarsi addosso una sofferenza cronica, un avvelenamento del corpo e dell'anima. La morale, che tiene conto solo delle intenzioni, giudica i due casi in modo uguale; comunemente si giudica il primo caso peggiore (a causa delle cattive conseguenze che l'azione della vendetta porta facilmente con sé). Entrambe le valutazioni sono miopi.
(Friedrich Nietzsche)

Tamburellavo nervosamente le mie unghie sul tavolo, non c'era cosa più irritante per me che stare qui con le mani in mano ad attendere una qualche notizia che non arrivava. Se pensavano davvero che mi sarei arresa al destino, si sbagliavano di grosso.

Io cancellavo il destino con qualunque mezzo ed ottenevo sempre quello che desideravo. Il destino non esisteva, quando si voleva qualcosa con ferocia, bisognava prenderselo con le buone o con le cattive.

Quando Letizia arrivò di corsa, completamente senza fiato, erano già le undici e mezza. La guardai con rancore, infervorata per il fatto che se la fosse presa così comoda.

-Con comodo eh...- dissi con risentimento..

-Ehi non sono la tua schiava...chiaro?- mi rispose innervosita.. –Se vuoi davvero il mio aiuto impara a rispettarmi...-

-Non ho bisogno di nessuno io...- risposi portando i capelli dietro la schiena..

-Ah no?- disse lei con aria solenne.. –Allora visto che no hai bisogno di nessuno, non hai nemmeno necessità delle mie informazioni! Cavatela da sola ingrata...-

Lei mi voltò le spalle e la furia mi assalì con prepotenza, non gli avrei mai dato la soddisfazione di pensare che avessi bisogno di lei, ma quelle informazioni mi servivano, ne andava della mia felicità.

-Sai che non potrei mai fare a meno della tua amicizia Leti...- dissi alzandomi dal divano della mia stanza.. –Sono solo molto nervosa, cerca di capirmi..-

Lei si voltò con aria di sfida, ma poco dopo cercò di rilassarsi e si avvicinò con fare deciso. Aveva preso il cellulare e stava scorrendo le applicazioni del suo iphone in cerca di qualcosa, quando lo trovò una scintilla scosse i suoi occhi e poco dopo mi porse il cellulare.

-Hanno passato la giornata insieme..- disse con voce compiaciuta, non sapevo se per l'informazione che mi aveva riferito o se per altro.. –ed anche la serata....-

-E questo?- chiesi girando il cellulare tra le mani..

-Oh...se fossi in te guarderei quelle foto..- disse sorridendo con soddisfazione.. –ci sono molti elementi utili..-

Iniziai a scorrere le foto e rimasi pietrificata. Il Ponte di Rialto era stupendo, ma erano i due ragazzi li accanto ad attirare la mia attenzione. Lui la teneva stretta a sé, le sfiorava la guancia con fare amorevole. Erano tutti scatti ravvicinati a testimoniare un chiaro e imminente bacio. Quando arrivai alla fotografia che mi interessava strinsi tanto il cellulare che rischiai di romperlo tra le mani.

-Se fossi in te non mi preoccuperei granché...- disse Leti con sguardo impassibile... -è evidente che lei lo ha provocato, in realtà lui non prova niente per lei...-

-Questo lo so bene...- risposi con acidità.. –quella stronza sta solo giocando al gatto e al topo, ma le farò perdere la voglia di prendersi gioco di me...-

-Probabilmente fa solo parte del suo gioco di seduzione..- disse Leti con viso contrito.. –vuole dimostrare di essere molto più brava di te, ti sta chiaramente sfidando Lisa e tu non puoi lasciare che spadroneggi a scuola..-

Il mio sole all'improvviso..Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora