E se...

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Scesi in cucina e controllai la dispensa, era piena di alimenti a lunga conservazione, io avevo qualcosa nello zaino, non sapevo cosa, non controllavo mai quello che prendevo, nella fretta. Decisi di sistemare il contenuto del mio zaino per poi fare un bagno caldo, ne avevo bisogno, ero tutta sporca e sudata.

Sistemai il cibo nel frigorifero, dopo averlo riattaccato e varie cose nella dispensa e in un armadietto misi i miei strumenti di tortura, quelli per i riti e le ampolle. Salii le scale e andai nell'altra stanza, aprendo armadi e cassetti, oltre alla biancheria e agli asciugamani c'era qualche indumento, di quelli brutti e dimenticati e degli scarponi. Non andai nella stanza dov'era Keith per non svegliarlo, quindi curiosai nel bagno, ben fornito, enorme e dotato di uno sgabbuzzino pieno di detersivi e altri oggetti. Aprii il rubinetto per riempire la vasca con dell'acqua calda e mi spogliai, misi del bagnoschiuma nell'acqua e presi tutti i vestiti che avevo nello zaino per metterli nella lavatrice, aggiunsi il detersivo (che era quasi finito) e dell'ammorbidente, e la avviai. Chiusi il rubinetto e dopo aver gettato a terra la maschera e la parrucca mi immersi nella vasca, cullata dal rumore del cestello che girava. "Che fortuna! Letti, saponi, acqua corrente, cibo..." Pensai mentre mi accarezzavo per insaponarmi. "E questa casa non deve essere vuota da molto tempo..." Chiusi gli occhi lasciandomi coccolare da tepore dell'acqua.

«Infatti, non veniamo qui da due settimane.» Aprii gli occhi e lo vidi in piedi davanti alla vasca, era la prima volta che mi vedeva senza maschera, chissà se l'assenza di sopracciglia, capelli e il colorito biancastro delle mie labbra lo avrebbero spaventato... A giudicare dalla sua espressione serena direi di no.

Si sfilò le scarpe senza usare le mani e sentendo il rumore della centrifuga sorrise.

«Come se fossi a casa tua eh!» Disse ridendo.

«Oh sì, grazie! Ahahaha» Risposi schizzandogli un po' d'acqua. Si asciugò il viso e si tolse giaccia, poi la camicia, più bottoni sbottonava più sembrava che ne mancassero, il suo fisico era deturpato dalle cicatrici, sentii un tonfo al cuore, nel pensare a quello che Jeff fece a me e poi a lui.

«Ei, non preoccuparti... » Mi sorrise e svuotai la mente, sapere dei suoi poteri mi faceva sentire al sicuro.

«Posso..?» Chiese riferendosi alla vasca, in cui c'era evidentemente spazio per entrambi. Annuii e lo osservai mentre finiva di spogliarsi, si immerse nella vasca e prese le mie gambe tirandole, per poco non finii sott'acqua. Risi e prese i miei piedi, iniziando a massaggiarli. Non avevo mai provato una cosa così rilassante! Chiusi gli occhi e tutta la stanchezza si fece sentire. Mi schizzò per farmi ridestare e stappò la vasca, poi si alzó e mi tese la mano.  In quel momento credei di morire per l'imbarazzo, ma alla fine, il mio, era solo un corpo. Un brutto corpo. Mi tirò a sè per abbracciarmi e rassicurarmi. La sensazione del suo corpo nudo sul mio era decisamente strana...
Dopo pochi secondi ci staccammo e ci sciacquammo per bene. Poi uscimmo e dopo aver indossato l'accappatoio andammo in stanza.
Quella in cui lo avevo lasciato, l'altra doveva essere dei genitori.

«Puoi dormire qui, ti presto uno dei miei pigiami.»

«Andrà benissimo una T-Shirt, grazie! Oh... Ops, ehm. Degli slip...»

«Ah... Effettivamente, beh, puoi prendere i miei boxer.»

Presi gli indumenti che mi diede e li indossai, anche lui si vestì, allo stesso modo ma anche con dei pantaloncini. Trovavo strana quella tranquillità e quella complicità. Ma io lo sapevo, sapevo di non essere come Jeff! E lui ... Forse era colpa sua se Jeff era così, o forse no... Mi accorsi in quel momento che mi stava guardando con gli occhi lucidi e i pugni chiusi.

«K-keith... Io... Perdonami, ti prego...» Tentennai dispiaciuta.

«Non è colpa mia, non posso decidere io il percorso di una persona, Jane.» Abbassai la testa e riportai l'accappatoio in bagno. Presi i miei vestiti dalla lavatrice e dopo aver tirato fuori lo stendi panni li misi lì ad asciugare. Mi mancava questa normalità, inspirai e scoppiai a piangere, scivolando sul pavimento fino a mettermi accucciata sotto al lavandino. Keith accorse poco dopo.

«Se tu vorrai, Jane, questo sarà tuo per sempre. Non parlo di quello che vedi, ma della normalità, una vita normale, il più possibile almeno. Pensaci.» Si chinò per asciugarmi le lacrime e mi sorrise, notai solo in quel momento una cicatrice che gli prendeva tutta la guancia. Povero Keith... Insomma, prima non era stato molto umano, ma ora a me lo sembrava più che mai.

Discovering Jane || Jane The KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora