Il primo giorno

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«In questi grandi magazzini troveremo tutto quello che ci serve per la casa!» Annunciò Edward entusiasta mentre lo seguivo verso l'ingresso. Comprammo ogni genere di cose: dalla tavoletta del water colorata agli asciugamai alle tende ai cuscini per il divano in tinta alle pentole alla cancelleria... Avevamo preso tutte e due le macchine che erano colme di buste, perfino il sedile anteriore del passeggero.


«Che ne dici di sistemare queste cose e andare domani a prendere dei vestiti nuovi?» Annunciai esausta dopo aver posato l'ultima busta e chiuso la porta


«Dobbiamo fare la spesa, però, Jane.»


«Potremo farlo dopo, ora sistemiamo, che abbiamo casa invasa da asciugamanicorni!»


«Da che?!» Chiese ridendo a crepapelle. Gli lanciai un cuscino e prima che la cosa degenerasse andò a posarlo sul divano.


Mi piaceva l'arredamento di quella casa, non avrei potuto fare di meglio!


Presi tutta la biancheria e la portai nella camera principale, quella in cui avevo dormito io. Successivamente la divisi in: asciugamani, tende e coperte. Misi gli asciugamani necessari nei due bagni e i rimanenti nel mobile del bagno in cui c'era anche la lavatrice. Rifeci con cura tutti e quattro i letti della casa, due matrimoniali e due singoli, disposti in tre stanze. Appena finito ero già esausta: avevo fatto avanti e indietro per i due piani e le varie stanze... Rimaneva da attaccare le tende in tutte le stanze.


«EDWAAAAARD!» Urlai, senza rispondermi si precipitò da me con sguardo impaurito, allora risi.


«Dobbiamo attaccare le tende. Vieni!» Dopo millemila peripezie riuscimmo ad attaccare le tende nelle cinque stanze al piano di sopra e nelle tre al piano di sotto. Guardai l'orologio, erano le sei e mezza del pomeriggio, il mio stomaco gorgogliava e la casa era ancora mezza piena di buste.


«Ed, ti prego, andiamo a fare la spesa e poi andiamo a mangiare qualcosa!» Annuì. Dieci minuti dopo eravamo al supermercato, parcheggiò la Jeep ed entrammo. Percorremmo con un carrello a testa ogni singola corsia del supermercato alla ricerca di cose utili, lasciò a me ogni scelta! "Beh, ora sei la sua donna..." pensai mentre eravamo in fila all'ultima cassa aperta, e la cassiera mi fulminava con lo sguardo per averle fatto fare tardi, "Ma può leggere il mio pensiero!" lo guardai per averne conferma ma stranamente era interessato alle caramelle gommose appese accanto alla cassa, ne prese un pacco con disinteresse e lo aggiunse alla pila mastodontica di generi sulla cassa, ricevendo un ulteriore sguardo fulminante della cassiera. Quando arrivammo a casa erano le nove e mezza.


«Sistemiamo e andiamo a mangiare un boccone?» Chiesi al limite delle mie energie


«A pranzo non abbiamo mangiato, visto che non abbiamo surgelati direi che possiamo andare a mangiare anche ora, mia donna...» Disse questi due ultimi termini scandendo ogni singola dolorosa lettera, in modo fin troppo sincero. Avvampai e dopo aver preso la borsa uscii di casa, aspettandolo.


Vagò alla ricerca di qualcosa per minuti che sembrarono ore, alla fine, disperato, accostò davanti ad un McDonald's. Risi e scesi dall'auto.


Mangiammo fino a scoppiare e tornammo a casa ricordandoci del disastro che la invadeva.


«Io do forfè!» Dissi sentendo Edward che chiudeva la porta alle nostre spalle.


«Anche io!» Disse alzando le mani


«Dai, almeno la spesa, su, aiutami!»


Erano quasi le tre del mattino quando finimmo di organizzare TUTTO quello che avevamo comprato in giornata. Crollai esausta sul letto, senza nemmeno mettermi sotto le coperte.


Discovering Jane || Jane The KillerDove le storie prendono vita. Scoprilo ora