V - Your defenses were on high

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Your defenses were on high
Your walls built deep inside
Yeah I'm a selfish bastard
But at least I'm not alone
My intentions never change


Solo nel momento in cui Draco entra nella casa al numero 7 di Craven Road* e chiude la porta alle sue spalle, si concede il diritto di tirare un sospiro di sollievo. Si è accertato di non essere seguito da nessuno vagando per più di un'ora nelle stradine secondarie, guardandosi continuamente indietro con circospezione, e adesso tutto quello che desidera è qualcosa di forte da bere per calmarsi.

Con un gesto ripetuto centinaia di altre volte si muove per togliersi il soprabito, sentendo una stilettata al fegato quando fa mente locale sul fatto che, per colpa di quel maledetto Potter, non ha avuto tempo nemmeno di prendere il cappotto prima di fuggire dal Ministero.

Mentre si versa del rum di ribes rosso dalla bottiglia che trova nella piccola sala al piano terra, comincia ad incolpare lo Sfregiato di tutti i mali possibili ed immaginabili, suoi e dell'intero mondo magico.

La cosa sembra calmarlo un po' e Draco siede sulla punta della poltrona a fiori, la sua preferita, dopo essersi versato un'altra generosa dose di rum.

Passa una mano tra i capelli biondissimi e comincia a pensare: sa di non essere stato lui a scrivere quelle dannate lettere, quindi è chiaro come il giorno che qualcuno sta tentando di incastrarlo.

Ma chi, in nome di Salazar?

Gira e rigira nella mente nomi e volti più o meno presenti nella sua vita, ne scarta alcuni, cerca di spingere motivazioni sensate per incolpare altri, eppure il risultato è sempre lo stesso: nessuno può avere una ragione valida per organizzare una rivolta a suo nome. E per torturare un Auror poi.

Il mago manda giù l'intero contenuto del bicchiere in un sorso e una seconda riflessione si apre nella sua mente: come può riuscire a dimostrare la propria innocenza? Di chi può fidarsi ora?

Il pensiero vola in un secondo ad Hermione. A quell'ora di sicuro è già al corrente delle accuse che gli hanno rivolto e della sua fuga. Probabilmente lo crede colpevole anche lei. Probabilmente sta già guidando il gruppo dei suoi amichetti proprio verso quella casa.

Il bicchiere che ha in mano vola a schiantarsi contro il muro e, con uno sbuffo che somiglia quasi ad un ruggito, Draco si alza e comincia a salire le scale strette che portano al piano superiore. Foto immobili alle pareti lo fissano in un modo che fa quasi rabbrividire, ma lui è talmente abituato a vederle che non ci fa più neanche caso ormai.

Toglie la giacca e la posa distrattamente sulla sedia accanto al grande letto, accorgendosi solo in quel momento delle gocce di pioggia che hanno cominciato ad investire quasi con violenza la finestra.

Il respiro del mago si ferma quando si avvicina ai vetri e vede chiaramente una donna snella attraversare la strada di corsa, proteggendo poco e male i lunghi capelli biondi con il cappotto che si è sfilata, evidentemente colta anche lei alla sprovvista dall'acquazzone, per coprirsi il capo mentre armeggia con le mani per prendere delle chiavi dalla borsetta, le stesse che usa pochi attimi dopo per aprire la porta di casa ed entrare insieme ad una folata di acqua e vento.

Draco si volta verso la soglia della camera, vibrante di attesa, sprovvisto della bacchetta che sarebbe la sua unica arma di difesa se lei avesse cattive intenzioni.

Ascoltando i rumori che provengono dal piano inferiore, indovina che la donna si è liberata del soprabito, lasciandolo cadere a terra con un leggero tonfo prima di togliere le scarpe eleganti e salire la scala seguendo la scia del suo odore.

Quando lei si ferma sulla soglia, il mago può vedere chiaramente che l'effetto della Pozione Polisucco è svanito, lasciando in mostra l'espressione ansiosa di Hermione Granger.

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