XIV - A revolution has began today

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A revolution has begun today for me inside
The ultimate defense is to pretend
Revolve around yourself just like an ordinary man
The only other option is to forget


"Non paragonarmi a te, Lenticchia. Tu non puoi nemmeno immaginare il modo in cui IO l'ho avuta." Malfoy sfodera le uniche armi che conosce per difendersi quando il dolore sta per bussare alla sua porta: presunzione e arroganza. Di certo non le risparmia con quell'Auror rossiccio da strapazzo che gli sta insinuando dubbi nella testa e osa mettersi sul suo stesso piano. Accomunarsi a lui NON E' possibile e Draco glielo ribadisce con parole gelide.

Un ghigno che vorrebbe assomigliare ad un sorriso, ma che non riesce a farlo per la profonda rabbia e boria che esprime, si disegna sul volto candido e Ron non ha altro modo di reagire se non sfoderando la stessa collera nello sguainare la bacchetta, in un attimo troppo veloce per tutti i presenti.

"Diffindo!"

Un altro truce taglio squarcia la pelle del prigioniero, questa volta creando un brutto solco proprio sotto il collo; il gesto improvviso fa urlare Draco dal dolore e gridare Potter dalla determinazione.

"BASTA!"

Il capo Auror spinge di peso suo cognato indietro, bloccandolo con le spalle contro il muro e cercando un contatto con i suoi occhi, che sono però inesorabilmente attratti e fissati alla scena che si sta svolgendo alle sue spalle: anche Hermione, infatti, è scattata in avanti, la bocca spalancata dalla sorpresa e dall'orrore mentre scosta la camicia lacerata di Malfoy e cerca di tamponare con la mano il sangue che sgorga copioso dalla ferita alla giugulare.

"Ron, GUARDAMI!" Dopo diverse volte in cui Harry lo richiama con durezza, l'Auror sembra finalmente sentire la sua voce e sposta lo sguardo nel suo. "Basta così! Non puoi continuare in questo modo."

"Mi ha preso in giro, Harry. Lo ha fatto chissà da quanto tempo. Lo capisci? Lei...io l'amavo e lei andava con lui, con quello, dopo essere stata con me! Lo capisci? Lo capisci?!"

"Sì, che lo capisco!" Potter annuisce al suo amico, abbassando leggermente il tono senza però lasciarlo andare. "Lo capisco. E capisco anche che sei troppo coinvolto. Non puoi restare qui. Devi andartene. Vai a casa, fredda la rabbia. Calmati."

Weasley ci mette un po' a comprendere realmente quegli ordini e, quando succede, scuote il capo. "No. No, no, no."

"Sì." Potter è più deciso che mai e lo ribadisce premendo ancora di più le spalle di suo cognato contro la parete.

"Ma devo restare. L'indagine...devo aiutarvi."

"Non sei di aiuto a nessuno in queste condizioni."

"Ma tu, da solo, non puoi..."

"Non sono solo, c'è Dean qui con me."

Il mago di colore è accorso, nel frattempo, in aiuto di Malfoy e sta cercando con una serie di Epismendo di chiudere la ferita magica prima che sia troppo tardi.

"Ehi, ma che succede?" Goldstain è appena tornato dalla sua missione e osserva perplesso la scena che gli si para davanti dalla soglia della stanza.

"Anthony." Potter allenta finalmente la presa su Ron e sposta lo sguardo sull'altro suo sottoposto. "Niente. Solo un piccolo incidente."

"Incidente un fico secco!" Hermione si volta verso i tre maghi in piedi e trafigge Harry con uno sguardo di pura sfida a contraddirla che spinge il suo amico ad un nuovo ordine.

"Goldstain, accompagna a casa Ron."

"Cosa?! Ma se sono appena rientrato." Si lamenta l'Auror sbuffando.

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