XX - I'm going hunting

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I'm going hunting
I'm the hunter
I'll bring back the goods
But i don't know when


Fin dal momento in cui sono venuti a sapere da Goldstain la direzione che ha preso Ronald Weasley quando è uscito dal Ministero, è stato subito chiaro a tutti che l'unica cosa da fare è seguire i suoi passi, anche se ognuno risulta mosso da una motivazione differente rispetto agli altri. E per una volta nessuno degli Auror pensa di impedire a Draco di andare con loro.

Una volta raggiunti gli enormi camini dell'atrio del Ministero, senza aver bisogno di dire troppe parole, uno alla volta afferra la Metropolvere dal contenitore scuro al lato del passaggio ed arriva davanti alla grande casa in stile vittoriano di Malfoy, Potter per primo e Dean Thomas per ultimo.

L'atmosfera è quella solita di calma e tranquillità dell'imbrunire. Le uniche luci accese illuminano le finestre del primo piano e nessun suono rompe il silenzio che si respira nell'aria. Draco si porta immediatamente alla testa della fila, supera il cancello di ferro battuto e bussa, forte e deciso, sui battenti ornati delle imponenti porte.

Neanche il tempo di un battito d'ali e Scrab giunge, tremante e umile, ad aprire, sgranando gli occhi già grandissimi quando vede chi c'è oltre la soglia.

"Padron Malfoy!"

La voce stridente dell'elfo fa avanzare rapidamente il mago biondo verso di lui per premere la mano sulla sua bocca e farlo tacere.

"Shhh." Intima deciso alla piccola creatura, allentando la stretta solo quando sente le dita di Hermione posarsi delicate sul proprio avambraccio.

"La signora Malfoy è in casa?" Potter osserva la scena senza intervenire e si rivolge direttamente all'elfo, che per tutta risposta guarda il suo padrone, supplichevole di ricevere ordini.

"Rispondi." Draco comanda senza mollare la presa su Scrab, che si limita quindi ad annuire con il capo.

"E' sola?" L'elfo fa cenno di no e i presenti si scambiano uno sguardo eloquente. "Portaci da lei."

"In, silenzio." Specifica Malfoy, allentando ancora un po' la stretta sulla creatura che prova subito ad aprire la bocca, se non altro per manifestare la propria gioia a riavere a casa il suo padrone, ma viene subito redarguito dall'indice del mago che lo punta minaccioso.

I cinque seguono dunque l'elfo attraverso l'atrio principale ed Hermione si ritrova a lanciare sguardi intorno a sé, intenta a studiare quegli ambienti in cui Draco ha vissuto per quasi vent'anni ma in cui lei non è mai stata prima, osservando con attenzione i lampadari complessi e raffinati e i quadri dai quali personaggi più o meno conosciuti li fissano parlottando tra loro, le scale laterali eleganti e sofisticate che portano ovviamente alle camere superiori e le porte grigie che troneggiano ai lati dello spazio.

Il padrone di casa apre i battenti della sala principale senza farsi annunciare e subito Astoria e Ron, seduti fino a quel momento su uno dei divani dalla forme sinuose e il classico legno scuro dello stile tanto amato da sua moglie, si sollevano in piedi. Per diversi istanti si consuma uno strano silenzio durante il quale ognuno dei presenti riesce ad esprimere con il solo sguardo la personale incredulità e contrarietà.

"Che Miseriaccia sta succedendo?"

"Sono io che ti chiedo cosa sta succedendo. Perché sei a casa di Malfoy invece di essere nella tua?"

"Non credo siano affari tuoi, Harry." Weasley passa dalla sorpresa alla perplessità e infine ad una sorta di rivalità verso il suo amico che si presenta, a suo avviso inspiegabilmente, con sua moglie e il suo amante e lo riprende persino davanti a loro.

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