2.Let Me Kiss You

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Il lavoro qui è pesante, sto scavando roccia insieme ad altri uomini di cui non so né nome, né provenienza, mi piacerebbe farmi almeno un amico, dato che a breve morirò per la fame o mi uccideranno perché sarò troppo debole.

A proposito di fame, per ora non ci hanno dato ancora niente, e ho paura di quello che ci spetta, spero almeno in un misero pezzo di pane, che comunque non sazierebbe i nostri bisogni.

Ogni momento, che passo scavando inutilmente in cerca di non so cosa, è buono per pensare alla mia famiglia, diciamo che non ho mai tolto il pensiero da loro.

Spero che almeno stiano ancora unite, spero che le mie sorelle stiano bene e ovviamente che stia bene anche mia madre, la donna che mi ha cresciuto e sopportato.

Adesso so che non posso più vederla e se la vedrò, cosa improbabile, sarà per poco tempo.

Vedo gli uomini sporchi di nero in viso dirigersi verso l'uscita della grotta scavata sotto il campo di sterminio.

Sono in fila, penso per mangiare, comunque volto lo sguardo, e vedo questo ragazzo.

Ha il viso sporco, la prima cosa che noto di lui sono i suoi capelli ricci scombinati e sporchi di terreno, poi guardo i suoi occhi, sono vuoti, privi di emozione.

Chissà, forse anche lui come me prima di entrare in questo posto di merda era la persona più felice sulla faccia della terra, ma un posto come questo cambierebbe l'umore di chiunque.

Mi accorgo che sto ancora guardando quel ragazzo, suppongo che prima di essere arrivato qui era molto muscoloso, poi per colpa del mal nutrimento ha perso tutto il suo lavoro, lo noto dalle braccia cadenti con ancora la forma dei bicipiti che presto avrebbe perso.

"Ragazzo noi dobbiamo mangiare cazzo!" urla un uomo dietro di me spingendomi e facendomi quasi cadere all'indietro.

Vorrei prenderlo a pugni, ma in questo posto era meglio farmeli amici, che nemici.

Arriva il mio turno, mi avvicino al militare, sono affamato.

"Mostrami il braccio" urla lui.

"S-si" dico io impaurito alzandomi il 'pigiama'.

Dopo aver visto il tatuaggio col numero riprende a parlare.

"Muoviti, prendi la zuppa e vattene" dice passandomi questo contenitore di latta con un liquido freddo.

Questo era il mio pranzo, ah, era anche la cena, dato che avevamo solo un 'pasto' al giorno.

"Avanti un altro!" urla il militare mentre io mi allontano per bere la mia sgradevole zuppa fredda da solo.

Mi siedo su un pezzo di legno, vicino c'era una specie di filo spinato, quindi faccio attenzione a non appoggiarmi.

Cerco di bere quello schifo, ma non ci riesco, ha un odore rivoltante.

"Non ti piace neanche a te eh?" alzo lo sguardo e vedo il riccio di prima, non rispondo e riprendo a fissare il mio pasto.

"Come ti chiami? Io sono Harry" riprende a parlare quel tipo.

"Ciao Harry, posso mangiare da solo per favore?" dico io senza una minima emozione.

"Come vuoi" fa per andarsene, dopo due secondi lo fermo.

"Io sono Louis!" lui mi sorride e fa un cenno con la testa.

Sorrido.

Aspetta Louis, perché hai sorriso?

Effettivamente non lo so, non mi ero reso conto che avevo sorriso per quel ragazzo.

E' carino, assolutamente, ma avrà sì e no sedici anni.

some nights (shoah) » larryDove le storie prendono vita. Scoprilo ora