Svegliarmi oggi è stato più difficile del previsto, tra la mia famiglia e il bacio che ho dato ad Harry.
Mi piacerebbe passare l'intera giornata a rimurginare nel "letto" ma non posso, so che oggi avremo tanto altro lavoro da svolgere, spero non più pesante di quello di ieri. Entra un militare.
"Sono le cinque, muovetevi! Oggi c'è la selezione, stupidi ebrei!" alla parola 'selezione' il mio cuore perde un battito. So benissimo cos'è la selezione, scelgono i più malati e li portano nei forni crematori, mentre i più sani e forti li mettono a lavorare.
Spero che non mi scelgano, ma in fondo questo è il terzo giorno che stavo qui. E comunque la palestra che frequentavo regolarmente a Doncaster mi aveva dato un fisico invidiabile, quindi non ero ancora magro da far paura. Il militare ci ordina di metterci in attacati alla parete della baracca, nel frattempo si avvicina. Guarda ognuno dalla testa ai piedi, io tremo.
"Tu!" urla guardando me. Sono spaventatissimo, non posso morire ora, non possono uccidermi.
"Va fuori, ti aspetta del lavoro!" perfetto, durerò qualche altro giorno. Mi dirigo fuori, e penso fra a me e me alla mia famiglia, spero che siano ancora vive, ho paura per le gemelline, loro sono piccole e praticamente inutili, non possono lavorare, di solito i bambini li uccidevano nei campi di sterminio.
Comincio il lavoro di ieri, scavare per trovare minerali. Mentre scavo penso ad Harry, chissà se lo rivredrò, vorrei solamente risolvere questa situazione, non ho intenzione di innamorarmi in un campo di concentramento, dove se non muoriamo entrambi, uno dei due sicuramente non ce la farà.
A queste parole tremo, non conosco bene Harry, so solo che adoro le sue labbra, so anche che vorrei ribaciarle presto.
Ed ecco una cosa che non mi aspettavo mai di vedere, un uomo sta morendo davanti i miei occhi, forse ha scampato la selezione ma è troppo magro e privo di energie per sopravvivere.
Cade a terra e semplicemente si lascia andare, è sulla quarantina, non è vecchio, magari aveva una famiglia, forse stava nel campo da talmente tanto tempo che il ridotto cibo che riceveva ogni giorno non gli bastava più.
Così è morto, davanti i miei occhi. Nessuno si avvicina, nessuno è sorpreso, è come se neanche ci facciano caso. Ho paura che un giorno di questi accadrà anche a me, morirò senza nessuno che pianga sul mio corpo; e il mio cadavere si decomporrà sotto terra, sotto gli occhi di tutti.
Cerco di scacciare via i brutti pensieri, cerco anche di levare lo sguardo dal cadavere a pochi metri da me, ma ovviamente è difficile. Vedo gli uomini dirigersi verso l'uscita, non so che ora è. Di solito a Doncaster mangiavamo a mezzo giorno, ma ora non si tratta di 'mangiare', non si può neanche chiamare cibo.
Siamo in fila come ieri, nella stessa situazione, vedo anche le stesse persone, le stesse persone che come me si chiedono che cazzo ci fanno in questo posto di merda, come le capisco.
Non vedo Harry, sono preccupato. Ho paura che l'abbiano scelto per le selezioni, ho paura che sia morto.
"LOUIS!"
non ci posso credere, la sua voce.
Mi giro e nell'altra fila c'è mia madre, mia madre. E' viva, questo è l'importante, tutti i pensieri vanno via. Devo abbracciarla, ma so che non potevo. Lei mi fa segno di procedere, sennò mi avrebbero ucciso, lo sappiamo entrambi.
Sono felicissimo, finalmente l'ho visto, non posso crederci, ho rivisto la persona più importante della mia vita, anche se per poco tempo, anche se non l'ho abbracciata, l'ho vista, ed era viva.
Bevo la mia zuppa nel contenitore di alluminio sporco. Ho bisogno di energie per domattina, sennò mi fanno fuori già al terzo giorno.
Sono stanco, ho una fame assurda, praticamente sono settantadue ore che non mangio, non mi era mai capitato.
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some nights (shoah) » larry
FanfictionSiamo nel 1942, Louis Tomlinson è un ragazzo spensierato, sereno e contento della vita. Abita con sua madre e le sue quattro sorelle nel quartiere più popolato di Doncaster. Louis e la sua famiglia hanno un passato oscuro che li lega ancora all'uomo...