1. Ti ho detto quanto mi hai ferito.

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Alla L-Corp 2:30 a. m.

Lena era seduta alla sua scrivania e stava bevendo dell'ottimo scotch. È stata ferita e tradita dall'unica sua migliore amica, almeno lei pensava che lo fosse. Per quasi tre anni Kara Danvers le ha mentito sulla sua vera identità. Le ultime parole di suo fratello, Lex Luthor, le stavano attraversando la mente. "Kara Danvers è Supergirl!". Stava pensando: 'Perchè mi ha mentito? Perchè me lo ha tenuto nascosto? È perchè sono una Luthor?

Non parlava con nessuno dal giorno in cui l' ha scoperto. La Ceo ha dato la possibilità all'eroina di confessarle la verità, ma lei non l'ha fatto. Quella, per lei, era una prova sufficiente che la sua migliore amica non si fidava abbastanza e questo la feriva profondamente. A quanto pare ha bevuto finchè non si è sentita insensibile e alla fine è svenuta.

Il giorno successivo la sua assistente, Jess, entró nel suo ufficio e le porse un bicchiere d'acqua e advil. "Miss Luthor, dovrebbe prendersi un giorno libero. Ha lavorato molto nelle ultime settimane (letteralmente sarebbe... si è fatta il culo nelle ultime settimane, ma mi sembrava eccessivo detto da Jess 😏)." Lena finalmente si sveglió con un terribile mal di testa." Cosa? Jess che ore sono? ".

" Sono le 10:00 a. m. e ho cancellato per lei tutte le riunioni per i prossimi tre giorni. Deve riposare. Senza offesa, Miss Luthor, ma non sembra in buona forma, quindi, per favore, faccia una pausa."
"D'accordo! Mi prenderó un pó di riposo e Jess..." Lena sospiró sconfitta. L'assistente rimase in ascolto, un pó sollevata di essere stata in grado di convincere il suo capo. "Ti meriti un aumento e grazie per essere una così valida assistente. Per favore, invia un'email a tutti i dipendenti per dir loro dei giorni di riposo che si possono prendere, inclusa te, Jess... E, per favore, chiamami Lena, te lo sei guadagnato." Jess rimase lì immobile. Anche lei pensava di avere un grande capo." Grazie, Miss Lu- voglio dire Lena e si, lo faró. " La Ceo si alzó, prese la sua borsa e si diresse verso l'ascensore.

Arrivó al parcheggio sotterraneo dove il suo autista già l'aspettava. "Piacere di vederla, Miss Luthor, dove desidera andare?" chiese gentilmente il suo autista, David. Lena stava decidendo se andare a casa o vedere Kara. "Vorrei tornare a casa. Non ci saró per alcuni giorni... E David, per favore, chiamami Lena. Sei diventato come un padre per me e meriti di chiamarmi per nome". Sul volto di David comparve un sorriso e annuì. La Ceo entró in auto e David avvió la marcia. Rimase tranquillo per un momento poi le domandó: "Lena posso darti un consiglio?". Lei sollevó un sopraciglio e si chiese che tipo di consiglio volesse darle. "Certo! Quale?" rispose Lena, preoccupata. "Senza che te la prenda, ma non sembra che tu stia bene. Qualunque cosa stia succedendo parlane con qualcuno. Non soffocare mai i tuoi sentimenti perchè, credimi, ho fatto lo stesso errore e mi ha ucciso dentro. Se dietro il problema c'è una persona è meglio che tu gli parli del problema. Non saprai mai, altrimenti, se ha avuto una buona ragione per farlo qualunque cosa abbia fatto. " disse con saggezza l'autista. La Luthor si limitó a riflettere sulle sue parole in silenzio, finchè alla fine disse:" Grazie, David. Lo apprezzo davvero." Lei rispose con un sorriso, nascondendo il dolore e la rabbia. David sorrise dolcemente." Siamo arrivati, Lena".

La Ceo scese e salutó ancora il suo autista, mentre andava verso l'ingresso. Quindi proseguì verso l'ascensore salendo nel suo appartamento dove camminó direttamente verso la camera da letto e si lasció cadere esausta sul letto con ancora i suoi abiti da lavoro addosso.

Al DEO.

Supergirl ha appena fermato due rapine, un incendio e tre alieni delinquenti. "Che giornata, impegnativa!" disse l'eroina frustrata.
"Buon lavoro, Supergirl! Ora puoi tornare alla CatCo" disse sua sorella Alex Danvers.
"Davvero Alex? Cosa sono? Un soldato da comandare 24 ore su 24, 7 giorni su 7?" disse Kara sarcasticamente.
"Haha, molto divertente Kara. Ora vai! Dobbiamo ancora festeggiare stasera per il premio Pulitzer. Sono così orgogliosa di te!" rispose felice il Direttore.
"Si... Oh, giusto, devo andare. Ho ancora bisogno di finire quell'articolo... Haha" replicó goffamente la Kryptoniana, allontanandosi lentamente Kara voló via e atterró in un vicolo vicino alla CatCo e mentre si cambiava rapidamente nei panni di Kara Danvers pensó a Lena. Era dispiaciuta che la sua migliore amica non fosse venuta alla sua nomination quando aveva ottenuto il premio Pulitzer e ha anche notato che non parlavano da tempo.

Poche ore dopo...

Il giorno è volato abbastanza velocemente e Kara ha ottenuto la serata libera come Supergirl perchè Dreamer ha insistito a voler combattere il crimine quella stessa sera. Purtroppo la festa non si farà perchè sono tutti impegnati con il lavoro e la stessa Kara ha preferito rimandare. Se ne stava seduta sul suo divano a guardare un film e a mangiare ravioli. L'eroina aveva solo voglia di restare da sola questa sera. I suoi pensieri tornavano sempre alla Luthor e al motivo per il quale si sentiva sempre fuori posto. Alla fine, Kara si alzó e voló all'appartamento della Ceo seguendo un impulso. Lungo la strada pensó 'Dovrei dirglielo, non ce la faccio più. Ha bisogno di sapere. "

Kara atterró con grazia sul balcone notando la Ceo al di là della vetrata. Non ci volle molto prima che Lena se ne accorgesse, ma ignoró Kara. Alla fine l' eroina aprì la porta ed entró nell'appartamento.
" Cosa vuoi Supergirl o dovrei dire Kara, qualunque sia il tuo vero nome?" disse la Luthor freddamente sputando fuori il nome come se del veleno fosse avvolto intorno ad esso.. Come se ne fosse totalmente disgustata. Supergirl rimase sul momento congelata. Il silenzio colmó la stanza finchè alla fine non parló: " D-Da quanto tempo lo sai?" paura, panico e preoccupazione si percepivano dalla voce di Kara.
"Il giorno in cui ho sparato al mio psicopatico fratello. Mi ha spoilerato la notizia" disse Lena con tutto il veleno possibile nella sua voce.

Kara sentì le lacrime accumularsi nei suoi occhi, sapendo di aver ferito Lena. "Perchè non sei venuta da me, ti avrei spieg-," ma Kara non riuscì mai a finire la sua frase quando Lena si limitó a urlare: "NO, NO! NON C'È BISOGNO DELLA TUA SPIEGAZIONE! TI HO DATO LA POSSIBILITÀ DI CHIARIRE, MA NON LO HAI FATTO. MI HAI DATO LA PROVA CHE NON TI SEI MAI FIDATA DI ME E CHE MI HAI MENTITO PER TUTTO IL TEMPO. NON C'È MAI STATO UN SOLO MOMENTO NELLA NOSTRA AMICIZIA IN CUI TU NON MI ABBIA MENTITO!". La Ceo era arrabbiata e i suoi magnifici occhi verdi si riempirono di lacrime.
" No, Lena, non è vero, io-" disse la kryptoniana mentre le lacrime le rigavano le guance, cercando disperatamente di migliorare la situazione. Lena l'ha interrotta ancora non dando a Kara la possibilità di parlare: "Ho condiviso con te segreti che non ho mai detto a nessuno. Ti ho detto tante volte quanto mi ha ferito essere tradita dalle persone che significano di più per me. Qualche anno fa quando sono venuta a National City... Mi sono ripromessa di non farmi amici, ma poi ti ho incontrato. Con il tuo sorriso luminoso i miei muri sono crollati e mi sono aperta a te, ma a quanto pare è stato un errore, " disse la Ceo, mentre rabbia e freddezza riempivano la sua voce. Poi concluse: " Non me l'hai mai detto perchè sono una Luthor! ". Alla fine, Kara parló quasi urlando: " No! Non è mai stato perchè eri una Luthor. Non sono quella persona che giudica gli altri in base al loro nome. Non te l'ho detto per-". Ma Lena era stanca di ascoltare le scuse di Kara.
" ESCI DI QUI E NON VOGLIO RIVEDERTI MAI PIÙ. ESCI, ORA!" gridó Lena, con tanta rabbia e dolore diffusi nelle parole. Kara rimase lì impietrita e annuì, le lacrime che le rigavano le guance rendendo la sua vista offuscata. Andó verso il balcone finchè non si fermó dicendo:" Non te l'ho detto perchè ti amo, Lena Luthor!". Poi voló via...

A casa di Kara.

Kara atterró sul balcone del suo appartamento. Era tutto buio e lei ricordava chiaramente di aver lasciato le luci accese. "Sorpresa!" urlarono tutti i suoi amici quando entró, ma si fermarono vedendola sconvolta e con gli occhi rossi, come se avesse pianto per giorni.
"Ehi, Kara, cosa è successo?" chiese J'onn. Alex vide la tensione sul volto di Kara e disse a tutti di andarsene. Poi, si rivolse a J'onn: "La festa puó aspettare, staró con Kara". Quando tutti se ne furono andati e Alex ebbe chiuso la porta, le chiese: " Cosa è successo Kara?" Quest'ultima singhiozzava senza pace abbracciando la sorella, finchè non rispose: "Lei mi odia. Le-Lena non vuole vedermi mai più." Era difficile per lei parlare, mentre piangeva fino al punto di dolerle la gola. "Oh sorellina, dalle un pó di tempo, potrebbe non essere ora, ma lei verrà" disse dolcemente la più vecchia delle Danvers. Dopo aver pianto a lungo, Kara, alla fine, si addormentó tra le braccia della sorella.

Traduttrice: Non è stato facile rendere in italiano le sue frasi. Lette in inglese sono molto più belle a mio parere. Non posso dire di essere perfetta in italiano o di aver tradotto alla lettera. Ho preferito lasciare 'Miss' anzichè 'signorina' perchè secondo me rende meglio nel contesto e lo stesso dicasi per 'La Ceo' al posto di 'Il Ceo'. Non vogliatemene. Spero che leggerete questa storia e quelle che seguiranno, ma ancora di più che vi emozionerete come è successo a me. Personalmente in questo capitolo avrei preso a schiaffi Lena anche se la amo. Quel... è perchè sono una Luthor... che ripete come un mantra al negativo... Mi urta profondamente. Ma le amo e perdono loro tutto alla fine... A domenica con il prossimo capitolo.

Dreams Do Come True (I sogni si avverano) - STORIE DI The_Pantom6Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora