33. Non è un party

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EREN'S POV

Sesso grandioso come sempre, non è mai stato questo il problema tra di noi. Il problema è che siamo troppo diversi, abbiamo diverse priorità.

-Levi...-

Un dito sulle labbra ferma le mie parole. Ancora in piedi, con le mani sul culo di Levi. Le sue gambe intorno al mio corpo, la schiena poggiata al muro e le braccia intorno al collo.

-Qualsiasi cosa tu voglia dire può aspettare. Sei ancora dentro di me, non parlare, baciami. Avrai tempo dopo per lamentarti di qualsiasi cosa.-

Conclude con un bacio sul collo.

-Sei fortunato che ti ami così tanto.-

Dico prima di fiondarmi sulle sue labbra con poca delicatezza e più come chi vorrebbe divorarlo di nuovo. Lui risponde artigliandomi la schiena. La voglia di lui non passa mai.
Come potrebbe quando mi guarda come se mi stesse implorando di prenderlo ancora. Perché anche a lui la voglia di me non passa mai. Non importa che il suo sperma sia ancora fresco sui nostri petti.

-Eren... Si, così amore mio. Mi fa impazzire quando ti ecciti e sei ancora dentro di me. Ti piace scoparti il mio culo vero? Fammi vedere quanto.-

-Quella bocca tanto educata sa anche come essere tanto sporca vero? Il professore tutto d'un pezzo è lo stesso che si è fatto scopare sulla cattedra. Peccato aver sprecato il mio percorso scolastico ad odiarti, avrei potuto tentare un pompino sotto la cattedra mentre spiegavi di qualche re morto.-

Il gemito che rilascia prova che il pensiero lo eccita.

-In quel periodo sognavo di essere io a fare un pompino al Fondatore, senza sapere che ce l'avevo di fronte, con i piedi sul banco.-

Il pensiero ora eccita me. Non che ci voglia molto, me lo dice sempre che mi eccito per nulla. Quello che non sa è che non è perché sono giovane ma perché il motivo è sempre lui. Solo lui.
Non so quanto sia normale prenderlo con più brama di poco fa, come se non l'avessimo appena fatto. Ma non posso farci nulla è lui che provoca in me queste emozioni.

-Che stai facendo?-

Dice vedendomi tenerlo stretto per camminare.

-Ti farai male alla schiena se rimaniamo lì.-

Lo metto giù e lo spingo sul divano.

-Culo in fuori!-

Volta il viso per guardarmi, le mani già sul bordo del divano.

-Ti amo.-

-Lo so, dammi quel culo... Dio, perché ti voglio così tanto?-

-Perché abbiamo una connessione che va oltre la nostra comprensione. Perché abbiamo amato ogni nostra personalità senza saperlo. Perché mi ami e non puoi vivere senza di me.-

-E quest'ultima cosa chi te l'ha detta?-

Rispondo passando la mano su tutta la bellissima curva della sua schiena.

-Nessuno, spero solo che tu provi per me quello che io provo per te. -

Mentre entro di nuovo in lui gli rispondo.

-Dovresti continuare ad avere fiducia in te stesso. Non potrei vivere senza di te, non dimenticarlo mai.-

Le parole non servono più, bastano i gesti del mio e del suo corpo. Corpi che si cercano come se lo stessero aspettando da molto.

-Più forte Eren, più forte.-

Vuole risucchiarmi l'anima? È già così veloce e forte il ritmo delle mie spinte.
Alla mia età non posso dirgli che sono stanco, mi prenderebbe per il culo a vita. Forza Eren puoi farcela. L'hai voluto tu il secondo round, il minimo che puoi fare è scoparti questo meraviglioso culo come si deve.
Raccolgo le forze e spingo ancora più forte, veloce e a fondo. Il suono dei nostri corpi, la sua schiena con quella curva, il battito del mio cuore ed i suoni che emette sono le uniche cose che sento.
Fino a quando il suo urlo strozzato non innesca in me quegli ultimi movimenti senza freni necessari per farmi arrivare all'orgasmo. Poi crollo sulla sua schiena, sudato ed esausto.

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