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George si stava occupando di alcune fatture in ufficio ma la testa era da tutt'altra parte. Fred la sera precedente dopo un lungo momento di silenzio, si era alzato e senza nemmeno guardarlo in faccia se ne era andato in camera. Uno scenario simile si era svolto la mattina, il gemello dopo essersi lavato e vestito l'aveva raggiunto in cucina però si era comportato come se lui non fosse presente nella stanza, mandando in fumo ogni suo tentativo di parlargli.
Mentre Lucy non si fece vedere finché non fu l'ora di aprire. Non degnò nessuno dei due di uno sguardo, prese la propria targhetta dal bancone e informò Josh che aveva alcune cose da fare in magazzino per poi sparire velocemente dietro le grandi porte di esso.

Decise di non disturbarli per il momento, di certo non voleva dare spettacolo in negozio, anche se la voglia di prenderli da parte e chiarire era tanta, preferì aspettare la sera quando erano soli in casa.
Provò a concentrarsi per l'intera mattinata sui numeri riportati sulle fatture, ma era come se si prendessero gioco di lui e si mescolassero davanti i suoi occhi apposta per stordirlo maggiormente. Nel primo pomeriggio lasciò definitivamente perdere e si distese sul divano per cercare di riposare un po', visto che aveva passato la notte in bianco.

Fred invece si buttò anima e corpo nel lavoro mandando a tacere i mille pensieri che lo stavano tormentando dalla sera prima, anche lui come il fratello non aveva chiuso occhio. Non poteva credere a ciò che gli aveva sentito dire, anche lui amava Lucy...
E quando pensava di dirglielo? Quando avrebbe avuto il coraggio di dirgli che amavano la stessa ragazza? Dire che fosse sconvolto era un eufemismo. Il suo gemello, sangue del suo sangue, la persona con cui aveva condiviso ogni singolo giorno della sua vita, la sua unica certezza fin dalla nascita... gli aveva nascosto una cosa troppo grande da riuscire a digerire come se nulla fosse.

Infine c'era Lucy che passò gran parte della mattina seduta su uno scatolone fissando il vuoto. Si sentiva come svuotata da ogni singola emozione. Le avevano detto ciò che più voleva sentirsi dire eppure non credeva ad una parola.
Come poteva credergli, proprio loro i re degli scherzi? Non poteva essere vero o se ne sarebbe accorta... in fin dei conti lei li conosceva meglio di chiunque altro, conosceva ogni loro più piccolo segreto e sfaccettatura.
Sentendo l'amarezza che la colse, capendo che fossero tutte idiozie, iniziò a sistemare la merce che sarebbe andata in negozio e quella che doveva essere spedita pur di non pensare ancora.

Ad interrompere la triste giornata dei tre fu Yleen. Entrò nel negozio a passo deciso e lo sguardo duro, aveva un conto in sospeso con le teste rosse. Tra la folla intercettò Carrie, la commessa dai capelli blu, che stava servendo una coppietta d'anziani, le picchiettò un dito sulla spalla scusandosi con i clienti e chiedendogli dove potesse trovare la sua migliore amica e i gemelli.
Quando le rispose che si trovavano ognuno in un posto diverso capì che l'amica ci era andata giù pesante. Orgogliosa della moretta educatamente ringraziò la ragazza e partì dritta verso l'ufficio, Lulù scusami ma prima il piacere e poi il dovere pensò pregustandosi già la vendetta che stava per infliggergli.

Ad un passo dalla porta con su scritto "Ufficio dei magnifici re degli scherzi" Fred la sorpassò non notandola.
«Tu» sibilò afferrandolo al volo per il colletto della giacca «Vieni con me» e detto ciò lo trascinò con sé all'interno.
«Dove sta l'altro demente?» domandò lasciandolo andare solo dopo aver chiuso la porta.

«Non lo so. Yleen io starei lavorando» ribatté glaciale il rosso.

«E ti sembra che la cosa mi importi?» lo incalzò svogliatamente guardando intorno a sè, strano Carrie gli aveva detto che George si trovasse lì «Dove sta tuo fratello? Dovrei farvi un discorsetto prima che Lucy vi salvi il culo... come al solito» borbottò infine con una smorfia.

George anche se ci aveva provato a riposare non ci era riuscito nemmeno per un minuto, quindi aveva ascoltato tutto. Decise che rimanere sul divano non sarebbe servito a niente, così riaprì gli occhi e rispose «Sono qui... cosa vuoi?» chiese scocciato alzandosi in piedi.

Giuro Solennemente di non avere Buone Intenzioni || Gemelli Weasley ||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora