Giuro Solennemente di non avere Buone Intenzioni || Gemelli Weasley ||

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«Alle conseguenze ci penseremo dopo, ora sii solo mia» mormorò George prima di ribaltare dolcemente le posizioni e incastrarla sotto di sé. La fissò per qualche secondo per imprimersi a fuoco nella mente quel momento tanto speciale e tanto sbagliato, per poi finalmente tornare a baciarla con passione.

Entrambi sapevano che stavano commettendo un grave errore, erano consapevoli che dopo aver fatto l'amore i sensi di colpa li avrebbero divorati eppure non si fermarono. Avevano rimandato l'inevitabile troppo a lungo per resistere ancora.

Il rosso accarezzò il corpo della ragazza lentamente come ulteriore modo per rendere più vividi i ricordi che poi si sarebbe portato dietro per gli anni a venire. Non era stupido già sapeva che dopo quella volta non ci sarebbe stato più modo per lui di averla, e al contrario della loro prima volta desiderava che fosse un ricordo indelebile, non che l'altra non lo fosse ma la ricordava con un fastidioso retrogusto di inganno.

Si prese tutto il tempo per venerarla come avrebbe tanto voluto fare quando l'aveva baciata nello stanzino di Hogwarts, esplorandola con le mani e baciandola ovunque. E quando finalmente riprovò a tirarle su la maglietta lei non oppose resistenza. Sorridendo soddisfatto iniziò a spogliarla assaporando ogni attimo, non gli staccava gli occhi di dosso nemmeno quando lasciava i vestiti, che le aveva tolto, scivolare indisturbati dalle proprie dita al pavimento. Era la ragazza più bella che avesse visto in vita sua e mai si sarebbe stancato di guardarla o amarla.

Rimasta con il completino intimo Lucy pensò bene di ricambiare il favore, anche perché essere osservata in quel modo la stava imbarazzando. Con mani tremanti dall'emozione lo aiutò a sfilarsi la t-shirt azzurrina del pigiama e poi a liberarsi dei pantaloni del medesimo colore.
Con Fred non era stata per nulla attenta, aveva fatto le cose di fretta pur di averlo e ora se ne pentiva. Avrebbe tanto voluto godersi il momento anche con lui.
Scacciò via quei pensieri concentrandosi invece sul Weasley che in quell'istante si era chinato di nuovo su di lei per torturarle il collo. Ansimando pesantemente incastrò una mano nella sua folta chioma rossa fuoco e si strinse a lui lasciandosi andare in balia delle sue attenzioni.

Per George sentirla così vicina era come un sogno diventare realtà, sentirla ansimare sotto di sé e stringersi a lui era una cosa che mai e poi mai avrebbe dimenticato. Non riuscendo più a resistere prese a strusciarsi contro il suo ventre per farle sentire quanto la desiderasse, risalendo con la bocca alla sua.

«George» si lasciò sfuggire la moretta tra le loro labbra unite con un gemito. Sentirlo tanto duro contro la propria intimità la fece andare a fuoco e desiderare che arrivasse in fretta l'attimo in cui si sarebbero uniti.

Il ragazzo sorrise, gli piaceva sentirla così eccitata da gemere il suo nome in quel modo. Le lasciò andare le labbra, non prima di averle dato un piccolo morsetto, e iniziò a scendere con una lunga scia di baci umidi fino al seno. Per fortuna indossava uno di quei reggiseni che si sganciavano sul davanti, con nessuna difficoltà fece scattare il gancetto e ben presto anche esso raggiunse il resto dei loro vestiti a terra. Appena fu libera con destrezza le agguantò un seno, lo baciò in modo casto per poi succhiare avidamente il capezzolo turgido.
«Sei diventata una vera donna... nanetta hai un corpo... oh santa Morgana, mi farai impazzire» ruggì poco dopo leccandole lascivamente il solco tra i suoi prosperosi seni mentre li stringeva tra le mani.

Eppure non tutto stava andando come sperava. La testa gli faceva un male cane, la febbre stava calando grazie alla pozione ma di certo non era in gran forma. Voleva davvero che ogni cosa fosse perfetta tuttavia sentiva le forze venir meno. Quindi furbamente, senza farle intuire niente, le sfilò le mutandine per denudarla definitivamente e con la scusa di togliersi anche lui la biancheria intima, si sedette sul materasso con la schiena contro la testiera del letto.