La mattina seguente, Tania ricevette una visita attesissima: era Viktor.
Quando lo vide, ritto ed impettito all'interno del suo cappotto di cashmere sulla soglia della porta della sala visite, Tania volle saltargli al collo e piangere di gioia, ma non le fu permesso dalla scorbutica guardia che la scrutava torva per assicurarsi che non fuggisse."Ciao, Taniusha, come stai? Non riesco ancora a credere che sia successa una cosa così brutta alla ragazza più bella della Terra." La salutò il ragazzo, pettinandosi i crini dorati con le mani fusiformi
Il suo sorriso, adornato da denti bianchissimi, mise una sensazione di pace a Tania. Ora si sentiva al sicuro.
Gli raccontò subito quello che le avevano detto i genitori."Ci parlerò io con loro, vedrai che si calmeranno. La loro bambina è innocente." Cercò di calmarla con voce suadente lui.
Viktor la guardava con calma e comprensione. Tania si sentì scaldare il cuore di gratitudine. Gli chiese come stava e di distrarla con qualche notizia del mondo reale.
"Come vuoi che vada, Taniusha? Le solite cose, la solita vita... in ufficio sono sommerso di lavoro, non c'è un attimo per me stesso. Ma almeno così ho la mente impegnata, il pensiero di me e te che siamo distanti mi distrugge, uccellino mio." Viktor le dedicò le parole più melensa che potesse rivolgerle e le prese le mani, portandosene una alle soffici labbra per baciarla. Tania sentiva che lo amava sempre di più: anche se lontani, il loro amore non era cambiato.
La ragazza si fece forza e confessò tutto quello che si ricordava riguardo il 17 agosto. Alcuni ricordi frammentari si formarono incerti nella sua mente: lo stava aspettando per fare una passeggiata, quando, d'improvviso, il sacco con il corpo le era caduto davanti e il sangue le aveva schizzato gli abiti, insudiciandola.
"Hm, quella prova è difficile da smentire. D'altronde hanno rinvenuto il sangue del governatore sui tuoi vestiti. E poi, da dove può essere piovuto?" Viktor si stava concentrando, grattandosi il mento perfettamente rasato.
"Te lo giuro, non sono stata io!" Tania alzò la voce, facendo fuoriuscire un suono stridulo dalla sua gola. Aveva paura che il suo fidanzato non si fidasse di lei.
"Ne sono sicuro, Taniusha." La rassicurò, calmo.
"Non c'è proprio niente che tu possa fare per me? Almeno procurarmi un avvocato migliore, il mio mi sembra un po'... smorto." Abbassò la voce per non farsi sentire dalla guardia che stava eretta accanto a loro.
Viktor rise di gusto al pensiero di quell'avvocato. Immaginò che i genitori di Tania non le avessero permesso un avvocato decente per via dei soldi e dei loro pensieri riguardo tutta la faccenda.
"Cercherò di fare del mio meglio, amore. Ti prometto che cercherò un avvocato migliore e indagherò il più possibile. Visto la mia carica, sono sicuro che saranno disposti ad aiutarmi. Vedrai, andrà tutto per il meglio."
Si alzò, lisciandosi il tessuto del costoso cappotto, e le diede un delicato bacio in fronte. Il tempo per le visite era finito.
"Ti amo." Disse lei con un filo di voce, sapendo che sarebbe stata abbandonata nuovamente.
"Anche io." E uscì, lasciando Tania completamente da sola.
Quella notte Tania non riusciva a dormire. L'incontro con il suo ragazzo l'aveva agitata. Vederlo e pensare che lui poteva ancora vivere all'esterno mentre lei no... le fece provare uno strano senso di invidia che attanagliò le sue membra dall'interno. Appena riusciva a distarsi dal gorgoglio roco che il suo stomaco sconquassato emetteva, si addormentava di un sonno leggero. Sognava che la sua famiglia e Viktor scappavano su una barca, lei cercava di correr appresso a loro e urlava loro di aspettarla, ma le sue gambe erano pesanti e immobili, la sua voce era troppo fievole per essere udita, cosicché si svegliava di soprassalto.
L'unica volta in cui riuscì a prendere sonno, venne svegliata da un tonfo metallico e improvviso. Urlò per la paura e udì una risata di rimando. Si sporse dal letto per guardare alle sbarre e vide nel buio una figura oscura che stava facendo roteare un manganello, fendendo l'aria oscura.
"Buongiorno, dormigliona, sta notte è il mio turno di giocare un po' con voi nuovi arrivati. Non pensavo di trovare te." Sogghignò, truce.
Ancora stordita dal risveglio, Tania si destò e si diresse verso le sbarre.
"Allora, hai imparato ad avere le palle oppure devo insegnarti ancora tante cose?"
La ragazza lo fissò con sguardo torvo ma non replicò.
"Cos'è quel faccino imbronciato, non ti hanno insegnato che si ringrazia chi ti salva il culo, mocciosetta?" La guardia sembrava divertita dalla situazione e se ne approfittava per prendersi gioco di lei. Una fila di denti di un bianco scintillante si illuminò con il riflesso della luna.
Quando Tania lo mise a fuoco con i suoi deboli occhi, si ricordò dei suoi lineamenti: i capelli nero pece, gli occhi scuri quanto la notte stessa, la mascella pronunciata... come aveva detto che si chiamava?
Maxim.
"Hai perso la parola per caso? Ti hanno messo la mano così a fondo nella figa che sono arrivate alle corde vocali?"
Lui insistette, accentuando il disprezzo nel tono.
Al ricordo della scena della carcerata che le faceva violenza per ottenere dei soldi rabbrividì. Il brivido le percorse la spina dorsale dal cranio al coccige. Fu come un fulmine mentre colpiva il mare in tempesta.
"Sono qua che aspetto i miei grazie." Continuò, sprezzante la giovane guardia.
"Grazie." Sussurò lei, atona. Con un ultimo sguardo vacuo, tornò al suo triste letto.
Lui la fissò indignato, come se gli fosse dovuto un elogio da re. Non era di certo venuto là per farsi ignorare da una misera sciacquetta.
"Tutto qua?"
Nessuna risposta giunse alla sue arroganti orecchie. Decise che avrebbe fatto pagare caro il prezzo di non essersi prostrata ai suoi voleri.
Riprese a sbattere il manganello sulle sbarre così forte che Tania dovette coprirsi il canale uditivo con le mani. Quel rumore metallico stava cercando di insinuarsi nelle zone più profonde del suo cervello, per attecchirlo con sgraziati striduli.
"Cosa vuoi?" Gli urlò dopo qualche minuto, strizzando gli occhi per il dolore che il rumore le stava infierendo.
"Se non abbassi i toni si sveglieranno anche gli altri prigionieri." Ridacchiò con sarcasmo.
Tania decise di ignorarlo perché aveva il presentimento che quella guardia avrebbe portato solo che guai. Rispondergli non avrebbe fatto altro che fornirgli altri motivi per torturarla. Cacciò, quindi, la testa sotto il cuscino, cercando di eludere i suoni esterni.
Maxim interpretò quel gesto come un invito alla sfida. Di lì in avanti si sarebbe ben che divertito.
"Sei proprio ingrata, detenuta... 1708 Sobakin Tania" Lesse, infine, sulla targhetta della cella. "Bene, ti auguro una buona notte."
Con quelle ultime parole di finta gentilezza, riprese a manganellare le sbarre tutta la notte.
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𝐏𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧 𝐨𝐟 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬
Mystery / Thriller⚠️CONTIENE SCENE DI VIOLENZA E ATTI SESSUALI. SI CONSIGLIA LA LETTURA A UN PUBBLICO CHE NON SIA SENSIBILE A TALI TEMATICHE.⚠️ Una sentenza ingiusta e sospetta rinchiude Tania nella prigione più rinomata di Novgorod, Bezdusha, lasciandola stordita da...