A passi svelti, la giovane guardia si stava dirigendo al piano terra, nell'ala della prigione in cui si trovavano gli uffici dei poliziotti. Abbassò la maniglia, spinse la porta e entrò nella stanza. Tre ampie scrivanie troneggiavano nella sala, sommersa da pile di carte. Per cercare quello che voleva trovare, Maxim si mise a frugare in un raccoglitore che conteneva dei documenti in ordine alfabetico. Non trovò nemmeno questa volta il fascicolo di Tania.
Volse lo sguardo a un suo collega che stava riordinando della modulistica. Gli chiese se sapesse dove si trovasse il fascicolo, ma in cambio ricevette una risposta negativa.
Tentò, dunque, un'altra strada."Ivan, avrei bisogno di informazioni riguardo il fidanzato della detenuta 1708. Non ha ancora testimoniato, ma il giorno dell'omicidio non era presente. Quali sono le sue scuse?"
Ivan guardò stupito Maxim, ma non mosse alcun muscolo.
"Quell'uomo ha un alibi incontrastabile."
Maxim si avvicinò per ascoltare meglio.
"Il 17 agosto il signor Predatel' si trovava in banca, in quanto stava gestendo il conto bancario di un uomo illustre."
Maxim aggrottò la fronte.
"Chi è?"
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Alle quattro del mattino, Tania stava dormendo, rannicchiata in posizione fetale. Un raggio di luna cercava, timido, di penetrare attraverso le sbarre della finestrella della cella. La prigione era completamente silenziosa, finalmente.
Lei stava sognando la sua famiglia: sognava la mamma che veniva ad abbracciarla e rassicurarla che presto l'avrebbero portata a casa. Sognava il papà che la prendeva in braccio, come faceva quando lei era bambina per portarla a letto dal divano quando si addormentava davanti alla televisione. Sognava Viktor che arrivava in prigione con i suoi amici avvocati e la portava via, tenendola per mano. Sognava Maxim che la guardava.Tania spalancò gli occhi, spaventata. Non era un sogno. Maxim era entrato silenziosamente nella sua cella e la stava fissando mentre dormiva. Non si muoveva. Sembrava proprio che fosse venuto solo e soltanto per vegliare su di lei. Si avvicinò al letto di lei e i suoi occhi parevano colmi di sensi di colpa, pronti a scusarsi. Forse era venuto per parlarle di ciò che era accaduto tra i due. Tania se ne ricordò e volle allontanarsi, ma il fascino misterioso di Maxim la attraeva come una calamita.
Quell'uomo così rude, violento, cinico, aggressivo la stava fissando con degli occhi nuovi.
La stava accarezzando con lo sguardo. Si capiva che lui fremeva per avvicinarsi sempre di più, per toccarla.
La testa di Tania cominciò a vorticare velocemente. Le sembrò di non star più vivendo la sua vita, ma di essere al di fuori di essa."Sobakin."
La sua voce grave la fece fremere di ansia e gioia. Nella profondità di quella voce si celava una verità, una verità che in pochi avevano visto. Chi era veramente Maxim?
L'alone di mistero che copriva il giovane esaltava Tania, tanto da inebriarla. Era fuori di sé.Tania si alzò dal letto per chiedergli cosa ci facesse a quell'ora nella sua cella e per mandarlo via. Non appena Tania stette per aprire la bocca, lui le mise la mano davanti per zittirla.
"Per favore, fai silenzio."
La luce della luna piena illuminava gli occhi scuri di Maxim. Quel lieve raggio filtrava attraverso essi e cercava di scoprire altri suoi lati, sempre celati dalla sua scura barriera di sete di vendetta e rabbia. Quella luce rivelò un desidero incontenibile.
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𝐏𝐫𝐢𝐬𝐨𝐧 𝐨𝐟 𝐇𝐞𝐚𝐫𝐭𝐬
Mistério / Suspense⚠️CONTIENE SCENE DI VIOLENZA E ATTI SESSUALI. SI CONSIGLIA LA LETTURA A UN PUBBLICO CHE NON SIA SENSIBILE A TALI TEMATICHE.⚠️ Una sentenza ingiusta e sospetta rinchiude Tania nella prigione più rinomata di Novgorod, Bezdusha, lasciandola stordita da...