Capitolo 22

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Kuroo's POV
Ormai il ritiro era finito. A pranzo avevamo fatto il barbecue con tutte le squadre. Per quanto era stato divertente il barbecue, oltre a essere buono, non vedevo l'ora di ritornare a casa per stare con Kenma. Voglio parlagli, voglio essere sicuro che stia bene dopo... Quella specie di litigio. Voglio farlo stare bene. Soprattutto voglio farlo di nuovo mio. Voglio fargli capire che non ho mai smesso di amarlo e mai lo farò. Per quanto, inizialmente, volevo solo usarlo come 'scusa' per rimanere qui sulla Terra, anche se in parte era vero quando gli dissi se io potevo riuscire a fargli cambiare un po' della sua vita monotona. Ma alla fine anche lui... È riuscito a farmi innamorare. È riuscito a farmi innamorare di lui. Mi ha fatto innamorare delle sue imperfezioni, dei suoi pregi, delle sue piccole abitudini, del suo corpo, del suo carattere introverso, ma che all'interno è come un oceano. A volte è calmo, altre volte è in tempesta. Non avrei mai pensato di innamorarmi così follemente di un umano.

Una volta che torniamo davanti alla nostra scuola, io e Kenma andiamo verso la stazione insieme a Yaku, Lev e Fukunaga. Ci sediamo tutti vicini negli ultimi sedili del vagone.

"Ehi Kenma." lo chiamai quando ormai siamo rimasti soli.

"Sì?"

"Poi... Quando torniamo a casa ti devo parlare, va bene? Voglio chiarire l'argomento dell'altro giorno."

"Mh, va bene." rispose lui, appoggiandosi alla mia spalla.

"Vengo da te? O vieni da me?" gli chiesi.

"Se venissi veramente da te, so già come andrebbe a finire."

"Quindi è un no?" chiesi conferma un po' confuso.

"Più che altro sono stanco e non ho tanta voglia di venire da te."

"Beh, ti posso pur sempre ricaricare a casa tua..." gli sussurrai nell'orecchio. Di colpo lo vedo arrossire.

"No no no, non possiamo."

"Perché?"

"Perché oggi c'è anche mia madre a casa. Lei non sa che... Io e te stiamo insieme come coppia, né tantomeno che l'abbiamo già fatto parecchie volte." rispose imbarazzato.

"Posso capire che non le vuoi dire che io e te facciamo regolarmente *sussurro* sesso. *tono normale* Però perché non le hai ancora detto che stiamo insieme?" gli chiedo e lui si alza dalla mia spalla.

"Ho paura di come reagirà. Sia lei che mio padre. Non so se accettano di avere un figlio gay. Quindi, ti prego, non pensare che non gliel'ho ancora detto ai miei perché non ti reputo abbastanza o altro. Ho solo paura della loro reazione..." ammise tristemente.

"Kenma..." lo chiamai dolcemente, avvicinandolo di nuovo a me. Quando uscimmo dalla stazione, andammo piano piano verso casa sua in silenzio.

"Aspetta..." disse ad un tratto Kenma, bloccandosi di colpo.

"Cosa c'è Kenma?"

"Ho cambiato idea. Vengo a casa tua..."

"Perché hai cambiato idea? Cioè, non che non mi sta bene, per carità. Ti accoglierei sempre ben volentieri a casa mia."

"Beh, conoscendo mia madre potrebbe origliare la nostra conversazione e... Se dobbiamo parlare di quella faccenda del ritiro, preferisco che non origlia... Scoprirebbe che le ho nascosto della nostra relazione e cose così."

"D'accordo... *dolce sorriso* Vuoi andare a posare il borsone prima?" chiesi e, dopo che ci rimugina, annuisce.

"Allora ti aspetto a casa." dissi sorridente.

"Grazie."

"Se non dovessi tardare di troppo, sappi che vengo a suonarti." dissi ghignante.

"Idiota..." rispose con un piccolo sorriso, andando poi verso casa sua. Iniziai ad andare a casa mia e, per aspettarlo, iniziai a svuotare il borsone, mettendo i vestiti sporchi nella lavatrice. Appena finii, scesi in salotto e aspettai che Kenma mi suonasse.

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