3

13 1 0
                                    



«Cosa vuoi da mangiare?» Mio fratello mi sta stressando da quando sono tornata da scuola chiedendomi cosa io voglia mangiare, ma non ho fame e lui non lo capisce.

«Liam, ti ho detto niente, davvero, non ho fame.» sono seduta sul mio divano con il mio telefono tra le mani aspettando l'arrivo di mio padre.

Lui mette le mani sulle mie ginocchia, accovacciandosi per poi trovarsi più o meno alla mia stessa altezza.
Mi guarda negli occhi come per cercare una risposta, una risposta che non avrà mai. «Cosa ti è successo in questi due anni, Al?» i miei occhi si abbassano ritornando a guardare lo schermo colorato con i colori del gioco pou.
È un gioco abbastanza stupido, abbastanza insignificante, ma mi ricorda quando ci giocavo con mia madre e giocarci ogni tanto mi fa ritornare ai miei cinque anni.

«Alice, per favore. Io voglio aiutarti, io voglio soltanto stare al tuo fianco da buon fratello maggiore, ma tu non me lo stai permettendo e questa cosa mi fa male.»

I miei occhi lucidi incontrano i suoi disperati, quasi spaventati. «Liam, Per favore.»

Sospira e si allontana.
«Va a riposarti in camera almeno, oggi esci con me.»

«Sai già la mia risposta, Liam.» prendo le cuffie e salgo le scale con l'intenzione di raggiungere la mia camera.

E prima che potessi salire il primo scalino, lui si gira guardandomi e sorridendo «E infatti non era una domanda.»

***

Charlie puth rimbomba nella mia camera con how long.

Mi alzo sgarbatamente dal mio letto, urtando per sbaglio il mio braccio ferito di due giorni prima.
Non mi taglio da due giorni, spalanco gli occhi sorpresa da me stessa.

«Liam! Che cazzo fai?!» raggiungo mio fratello dall'altra parte della camera che mi guarda confuso non so per cosa, forse perché mi sono svegliata arrabbiata dato che sa che queste cose mi danno fastidio? Testa di cazzo.

«Ti ho detto che devi uscire con me.» il suo corpo si muove a tempo con la canzone. Vorrei scoppiare a ridere.

«E io ti ho detto di no.» spengo la radio.

«Dai, sul pezzo più bello! Sei proprio una stronza di merda!» girandomi, un piccolo sorriso appare sul mio volto.

Mi dirigo verso il mio letto e mi rimetto sotto le coperte, dandogli le spalle, con la speranza che mio fratello non continui a rompermi i coglioni e esca lasciandomi da sola a casa.

«Va bene, fa come ti pare!» Chiude la porta sbattendola.

I miei occhi si chiudono cercando di riprendere il sonno interrotto, mentre sul mio viso cresce un sorriso a causa della mia piccola vittoria.

Perché dovrei uscire? Gente per strada, persone, voci, rumori, chiasso, bambini che, giocando e divertendosi, in un modo o nell'altro ti si scontrano contro. Preferisco, di gran lunga, il mio sonnellino pomeridiano, sotto le coperte, accovacciata, cercando di trovare il caldo che cerco.

I don't need you || HS IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora