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«Al, possiamo parlare?» a disturbarmi è la voce di Harry.

Sbuffo e mi alzo «Ho potere  su di te, eh?»

«Non illuderti, non oppongo resistenza perché altrimenti dopo non ti scolleresti più e questa è l'unica cosa che voglio ora: scollarti.» Andiamo nel giardino e ci sediamo sulle sedie sotto al piccolo gazebo.

Accavallo le gambe e metto le braccia conserte al mio petto. «Cosa vuoi?».

«Te.» sbuffo e faccio per andarmene, ma lui, ovviamente, mi ferma. «Okay, okay, no, scherzo.. ehm, siediti.» lo guardo severamente «Per favore.».

Rimango un po' esitante, poi sbuffo, prendendo di nuovo posto sulla sedia.

Aspetto che lui inizi a parlare, ma niente esce dalla sua bocca, nemmeno un piccolo e innocuo sospiro.

«Tuo fratello oggi ha pianto.» lo guardo negli occhi, provando a capire se sia vero o solo una scusa per parlare con me.

«C-cosa?»

«Tuo fratello mi ha detto che vuole renderti felice, vuole vederti crescere contenta, al suo fianco. Tu, non permettendoglielo, gli  stai facendo così male che lo hai fatto piangere avanti al suo migliore amico, cosa  che lui non ha mai fatto.» Aspetta una mia risposta, ma io non riesco a parlare. Sono bloccata.
La cosa che più mi preoccupa al momento, è chiedermi se mio fratello avesse  pianto per me  più di una volta in questi ultimi due anni e se così fosse, io non potrei mai perdonarmelo.

Vedendomi bloccata, continua.
«Io mi sono offerto di aiutarlo, mi sono offerto di aiutarlo a renderti felice, a farti essere contenta e spensierata. Sai, lui ti rispetta molto, non ha voluto dirmi cosa tu abbia passato e stai passando tutt'ora, ma mi ha detto che è davvero tutto molto complicato. Io ora non ti chiederò di fidarti così tanto di me da dirmi queste cose che, probabilmente, per te sono molto personali, ma almeno di fidarti di me nel farti rendere felice insieme a tuo fratello e aiutarvi a costruire quel qualcosa che non c'è mai stato, non dico a causa tua, ma a causa dei tuoi problemi, perché io in realtà so che loro sono la causa del tuo carattere, perché tu sei una bella persona, Al. Aiutami, anzi, aiutaci a dimostrartelo, dacci un occasione, fallo almeno per tuo fratello.»

Deglutisco pensandoci, ma la verità è che tutto ciò è una cosa fin troppo seria per pensarci nel giro di due minuti: devo prendermi più tempo, da sola.
Dovevo pensarci da sola.

Nessuna risposta, nessuna domanda, alcun tipo di dialogo. Solo la mia figura che si alza e se ne va, raggiungendo la mia camera.

«Al, vuoi il caffè?» arrivata dentro, non rispondo a mio fratello, mentre Harry lo raggiunge e io mi chiudo a chiave in camera.

I don't need you || HS IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora