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«Louis?» siamo sul divano avanti alla televisione, con i piedi sul tavolino di fronte a noi. Il ragazzo castano ha un braccio sullo schienale del divano e io la testa sulla sua spalla. «Dimmi tutto.» in televisione ci sono le repliche di friends e lui poco si interessa, ma ha deciso di rimanere quel canale da quando ha scoperto che è una delle mie serie preferite, forse la mia serie preferita.

Louis mi ha sin da subito saputo prendere. Dopo quel biglietto, decisi di farlo entrare, aprendo la porta e lasciandolo riscaldare in casa per il calore dei termosifoni, dato che comunque ci avevo pensato, facendolo stare al freddo per quindici minuti circa. Louis non fa domande su di me, sul mio passato, sul mio presente e sulla mia vita in generale: è questo che mi piace di lui, mi sa distrarre bene. Soprattutto, non è sfacciato.

È la prima volta che converso così con qualcuno dopo tanto tempo, ovviamente non siamo entrati in chissà quale confidenza, ma «È già una vittoria che tu mi abbia aperto.», ha detto.

«Perché sei qui?» me lo chiedo davvero, sono curiosa nel sapere perché lui sia qui ora.

«Non voglio che qualcuno si tagli, non lo voglio assolutamente. Poi dato la situazione sono voluto venire a darti un aiuto, e non dire che non ne hai bisogno, per favore.»

«E perché proprio a me?»

«Avevo una sorella della tua stessa età, esattamente tre anni più piccola di me.
Quest'anno avrebbe compiuto 18 anni.» la sua mascella è serrata mentre guarda la tv intensamente, come se in questo momento gli stia passando qualcosa per la testa che gli pesi, come se si stia ricordando di qualcosa di cui in realtà non vuole alcun ricordo.

«E?»

«E morì esattamente due anni dopo della morte di mia madre, un anno fa. E sai perché?» la sua testa è ora rivolta verso il mio viso concentrato. Nego con la testa.
In realtà, qualche idea   su come sarebbe potuta morire ce l'ho, ma non mi sembra giusto tirare ad indovinare in un momento così delicato.

«Perché si tagliava.» ed era proprio come me lo immaginavo. «Morì dissanguata per i tagli troppo profondi.» la sua testa è ora abbassata verso il cavallo della sua tuta marchiata Adidas. Mentre spengo la televisione con il telecomando sul braccio del divano, riesco ad udire quello che sembra un singhiozzo.
Louis sta piangendo.

Non mi sono mai trovata in queste situazioni dato che non mi sono mai trovata a parlare con nessuno di queste cose e a parlare con nessuno in generale.
L'unica cosa che mi viene da fare ora, è abbracciarlo, conoscendo il dolore che lui aveva provato, che forse era anche più profondo del mio: io avevo perso un pezzo della mia vita importantissimo, lui ne aveva persi due.

Si stacca dall'abbraccio asciugandosi le lacrime con le maniche della sua felpa, poi mi guarda e mi fa un lieve sorriso. «Non lo fare, smettila. Liam si sentirebbe come me, sai, è stato difficile per lui la morte di vostra madre e lui ci parlava continuamente di te, so quanto tu sia importante per lui, non ce la farebbe.» mio fratello aveva parlato di me ai suoi amici e l'idea che loro c'erano quando mio fratello stava male per mia madre e io invece no perché non gli permettevo nemmeno di versarmi dell'acqua a tavola, mi distrugge.

-

POV HARRY

«Louis?» sono confuso alle due figure che mi si presentano d'avanti: la figura di Alice e la figura di Louis. Una cosa su cui i miei occhi si soffermano, è la maglietta bianca con scritto Levi's che scende lunga sulle sue gambe soffermandosi solo poco sopra delle ginocchia. Ha solo un pantaloncino corto, così corto che sembra che abbia solo le mutande sotto la maglia, se non fosse per quella parte nera che spicca sotto il tessuto, quasi trasparente, bianco.

«Harry, entra.» Louis guarda prima Alice, che se in quel momento lo avesse potuto uccidere, lo avrebbe ucciso.

Non so perché, ma un qualcosa dentro di me si smuove quando scherzano e ridono mentre giochiamo a Monopoli.
«Dai Lou! Non è giusto!» Alice sembra arrabbiata all'ennesima vittoria di Louis, che la guarda ridendo.

«Harry, stiamo aspettando tutti te.» Alice mi fa notare che il turno che ora tocca, è il mio.

«Si cazzo!» Louis vince ancora e io impreco. «Ci vediamo una puntata di-»

Alice scatta dal posto e accende la televisione, «Friends!» mi precede.

«La segui anche tu?» le chiedo e lei mi guarda e annuisce.

«Lou, posso sedermi sopra di te?»

Louis la guarda un attimo scioccato, ma non più di me.

Le mani di Louis sbattono due volte sulle sue ginocchia, Alice spegne la luce e si siede sopra il castano che ora è di fianco a me. La sigla parte e io mi metto comodo, «So no one told you life was gonna be this way.» non sono il solo a battere le mani a tempo della famosissima sigla, anche la mora lo fa e io la guardo, ma lei non mi ricambia, si rivolge solo verso Louis «Cazzo ma perché sei così messo male?! Andiamo, è una delle sigle più famose!»

«Sono poco acculturato.» scoppiano a ridere.

Serro la mascella quando il mio sguardo incontra quello di Alice. Qualcosa mi da fastidio, forse il fatto che in quel momento vorrei essere al posto di Louis, forse il fatto che io, in qualche inspiegabile modo, ho bisogno di stare al fianco di Alice ma lei non me lo permette mentre a Louis, in qualche ancor più inspiegabile modo, lo permette.

«Buonanotte, vado a fare visita a Liam.» mi alzo dal divano mentre i due restano a vedere la serie, ma appena pronuncio il nome del mio migliore amico, Alice si alza dalle gambe di Louis.

«Al, sono le 23.00, dove credi di andare?» Louis si alza a sua volta. La ragazza  nel frattempo spegne la televisione e prende il giubbotto, «Mi sono promessa che non l'avrei lasciato nemmeno un attimo da solo, Lou, tu lo sai, per favore.» Louis a quelle parole annuisce lasciandomi più confuso di quanto già non lo fossi, «Sta attento a lei.» mi dice mentre beve l'ultimo sorso di birra.

Alice si ferma mentre si abbottona il giubbotto e guarda prima me, poi Louis.
«Scusa, Al, ma mia zia ha bisogno di me con le mie sorelle.» a sua volta prende il suo giubbotto, da un bacio ad Alice, che ricambia, e un colpo sulla spalla a me «Mi ringrazi dopo.» mi sussurra all'orecchio.

La porta sbatte alle mie spalle, ora solo io e Alice, da soli, ci troviamo in queste grandi quattro mura.

I don't need you || HS IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora