«Va bene, ma sta attenta. Sai che ci son-» non lo faccio finire di parlare che la mia porta sbatte violentemente di fronte alla sua figura alta. Non ho davvero voglia di nessuno e di niente ora se non di stravaccarmi sul letto. Tolgo il giubbotto che Harold mi ha prestato questa mattina, avrei dovuto ridarglielo un giorno, ma il problema è che non voglio vederlo.
Spengo la luce del piano di sotto, prendo l'acqua, salgo le scale e, lasciando la camera aperta, mi siedo sullo sgabello avanti alla mia pianola.
Devo portare un pezzo a piacere al professor Albert e io, ovviamente, ho scelto yellow. Pur sapendo che non ho bisogno di un ripasso, pur sapendo di saperla a memoria a perfezione, le mie dita si muovono a ritmo sulla tastiera.
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«Che vuoi?» la mia porta è aperta e io, dentro casa, osservo dall'altra parte della soglia una figura bassa quanto me, con capelli castani, occhi azzurri e una sigaretta tra le labbra. «Volevo vedere come stessi.» fa per entrare ma io lo blocco posizionandomi avanti al castano.
«Non ho detto che puoi entrare.»Alza le mani in segno di resa e fa due passi indietro «Come stai?»
«Non ti interessa.» gli chiudo la porta in faccia e mi allontano dalla porta.
Avete presente quando l'unica persona che volete con voi non c'è in quel momento e quindi non avete voglia di stare con nessuno che non sia quella? Così mi sento io ora, nonostante io non volessi stare con nessuno già prima di questo incubo.Un rumore mi distrae verso la porta e un biglietto sbuca dal piccolo spazio al di sotto di questa. «Porca troia, davvero?!» sento una risata bassa dall'altra parte della porta, poi vi si può udire un piccolo tonfo.
Accovacciandomi per prendere il foglietto, noto che non passa alcuna luce dallo spazio sotto la porta. Normalmente, la luce dei lampioni di fronte casa che illuminano la zona, vi passava, ma questa volta no: presumo che Louis vi sia seduto contro bloccando la luce.
Al,
So che non mi aprirai e so benissimo come ti senti in questo momento.
So che ti tagli, ho notato la benda quella sera a casa di Liam. So ciò che passi e so ciò che hai passato, lo riesco a capire, sento il tuo dolore e lo comprendo, credimi: mia mamma mi lasciò tre anni fa, un anno prima della tua.
Si chiamava Stacy.
Sono passato per aiutarti, per provare almeno a farti sfogare in un modo che sia diverso dal tuo solito che, senza che tu te ne accorga, ti uccide.
Ma probabilmente, non vuoi aiuto da nessuno. Ora sono qui, mi siedo sulla soglia della tua porta e aspetto che tu mi apra. Se non lo farai, prendilo in considerazione: non chiuderti nel tuo dolore, finirai per autodistruggerti.- uno di quei quattro coglioni.
Un sorrisino prende posto sulle mie labbra nel vedere l'ultima frase.
«Liam, non scendo a conoscere quei quattro coglioni!»
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I don't need you || HS IN REVISIONE
Fanfiction"Non me ne fotte un cazzo di te, Al." Le sue urla riecheggiano nella stanza vuota facendo eco. I miei occhi chiusi, spalle contro il muro e petto contro al suo petto. Aspettavo l'ennesimo schiaffo, che si fece aspettare rispetto agli altri datimi r...