«Harry, cosa ci fai qui?» i suoi capelli arruffati mi fanno ridere, i suoi occhi assonnati sono segno che si è appena svegliata e il suo pigiama me lo conferma.Alzo il piccolo contenitore con bacon e uova, «La colazione salata! So che ti piace, così te l'ho portata. Ieri ho notato nel frigorifero che non avevi nulla, così pensavo di darti il buongiorno con questo!» pensavo che gliel'avrei data e me ne sarei andato, ma mi sorprende quando si sposta di lato e mi lascia lo spazio per entrare.
Sento la porta sbattere alle mie spalle mentre io raggiungo la cucina posando il vassoio sul bancone, «Non farci l'abitudine.» la vedo alzare gli occhi mentre mi raggiunge e io non posso fare a meno che ridere.
«Sei bella.» le dico mentre prende a morsi il bacon. Lei alza lo sguardo verso di me, poi con la bocca piena parla: «Si certo, soprattutto a bocca piena, con capelli arruffati, faccia appena sveglia, pigiama con i koala.» ride.
Ed è la prima volta che ride avanti a me.«No infatti, ci ho ripensato: sei stupenda.» alza gli occhi al cielo, «Sei diabetico, lo sai?»
«Forse.» alzo le spalle e lei scoppia a ridere, quasi strozzandosi con i pezzi di bacon nella bocca. Le porgo il bicchiere d'acqua che non esita ad accettare e, mentre beve, mandando la testa all'indietro per poi mandare giù il liquido, non posso fare a meno di non notare il suo pomo d'Adamo accentuato.
Il bicchiere si scontra con il bancone quando finisce di bere. «Grazie.»
Sempre con i gomiti sulla struttura di marmo, le accarezzo il viso leggermente rossastro. «Mi da fastidio quando mi toccano mentre mangio.» e non posso fare a meno che ridere davanti a tutta quell'acidità.
Il mio sguardo si posa però sul suo telefono vicino al suo piatto, che si accende quando le arriva un messaggio.
Intravedendo l'orario, mi alzo dalla sedia sotto il suo sguardo confuso.«Scusami, devo andare a fare la spesa con mia madre.» le bacio la fronte, beandomi del profumo dei suoi capelli. «Ciao, piccola.» sorrido alla sua smorfia di disgusto avanti a quel nomignolo.
-
POV AliceIndosso velocemente il giubbotto ed esco di casa. Harry non c'è e mi ritrovo da sola, così ho deciso di prendermi un momento per me stessa; solo io, me medesima e le mie cuffie.
Come i vecchi tempi, che sembrano così lontani ma sono così vicini.Attraversando il parchetto della scuola, un bar cattura la mia attenzione e, sentendo il mio stomaco brontolare nonostante la colazione appena portata da Harry, decido di entrarci. Opto per un tavolo appartato, in fondo al locale, così che nessuno, di prima mattina, possa rompermi le palle.
Aspettando che qualcuno arrivi, prendo il mio telefono e, dopo aver tolto la cartella di Spotify sul display, apro quella di whatsapp, trovandomi cinque messaggi da Harry e due dal biondo.
Harry:
-Oggi pranzi da me?
-Non voglio lasciarti da sola
-Mia madre ha detto che vuole conoscere la sorella di Liam, anche la mia sorellina
-Se vieni ho una sorpresa
-Fammi sapere xxAlice:
-Ehi, va bene.
-A che ora vengo?Infondo, per quanto mi sia difficile ammetterlo, mi serve compagnia che colmi il vuoto di mio fratello.
Con il mio pollice levo la chat del riccio e apro quella del biondo, incuriosita dalle sue due notifiche.
Niall:
-Ehi, sto andando da Liam
-Ti va di venire? XxAlice:
Se ti va puoi raggiungermi al bar vicino al parco della scuola, ora sto facendo colazione. :)Lascio il telefono sul banco e mi concentro sulla figura alta e familiare che mi si presenta davanti.
Il riccio dell'ospedale, ha un blocco di carta in mano e una penna nel suo taschino destro sulla sua maglia, e mi guarda come se mi stesse studiando.«Un caffè e due ciambelle, per favore.» non gli do modo di parlare, leggermente spaventata dai suoi occhi verdi.
Dopo aver scritto probabilmente quello che ho ordinato sul blocco, si gira e ritorna dietro al bancone, dalle clienti che gli sorridono alla cassa mentre gli porgono i soldi.
Non passano nemmeno cinque minuti che una tazza di caffè fumante con un piatto di due ciambelle -una al cioccolato e una glassata di rosa con dei piccoli marshmallow sopra- vengono posate sul mio tavolo, proprio affianco al posacenere.
«E così anche il cuore, eh?» Sul mio caffè, noto esserci un cuore fatto di latte scremato, che se fatto da qualcun altro, sarebbe potuto anche essere un gesto carino.
«Delle scuse per ieri sera in ospedale.» mi sorride. «Scusami davvero tanto per quella scenata, ma ieri mia madre non si è sentita bene ed ero nervoso. Posso fare qualcos'altro per farmi perdonare?» le sue parole sembrano sincere e, proprio mentre gli sto per porgere i soldi, riprende a parlare: «Offre la casa.» mi rassicura con quel suo sguardo a tratti innocente, quasi simpatico e amichevole.
Ricambio il sorriso con un semplice grazie. «Sola soletta oggi?» Si siede sulla sedia di fronte alla mia, poggiando i suoi gomiti sul tavolo e il suo mento sulle sue mani, osservandomi.
«A breve dovrebbe arrivare qualcuno.» mi sporgo verso la porta sperando davvero che Niall non ci metta più di quanto ci abbia già messo ad entrare nell'edificio a pareti celesti.
Si schiarisce la gola, facendomi riportare l'attenzione su di lui. «Quello di ieri era il tuo ragazzo?» non riesco a rispondere perché con quella domanda, mi sono distratta prendendo troppa quantità di caffè bollente, scottandomi la lingua.
Ride e prende un fazzoletto, pulendomi subito dopo gli angoli della bocca, da cui sgocciola la maggior parte del contenuto della tazza. «Il tuo ragazzo mi deve ricomprare la maglia.» mi mostra i due buchi sul colletto e, una volta poggiata la tazza sulla superficie del tavolo, una leggera risata scappa dalla mia bocca:
«Scusalo per ieri, è un po' troppo protettivo.»Si gratta la nuca imbarazzato, guardando ad un angolo imprecisato dell'edificio. «Avrei fatto anche io la stessa cosa, se un malato avesse urlato alla mia ragazza.»
«Non è il mio fidanzato, è l'amico di mio fratello. Eravamo in ospedale per trovarlo, non si sveglia da due giorni ed eravamo entrambi preoccupati.» un velo di lacrime appare nei miei occhi. Lui accorgendosene, mi prende la mano, che fino ad ora era poggiata sul tavolo di fianco al posacenere. «Andrà tutto bene.»
«Ash! Allora?! Ci sei o no a lavoro?» una voce lo chiama dal bancone e, girandomi, osservo una ragazza dai capelli neri e occhi azzurri. Accarezzandomi la mano con il pollice, continua:
«Mi dispiace tanto per tuo fratello, spero si riprenda presto. Ora devo andare, ma se ti va qualche giorno puoi ripassare.» annuisco alle sue parole e, una volta alzato, comincia a camminare verso il bancone dove la ragazza lo aspetta.
Si gira un'ultima volta:«E scusami ancora per ieri.» prima che potessi replicare qualsiasi cosa mi saltasse in mente, sparisce nella porta che, probabilmente, da alla cucina del bar.
Prendendo il telefono, vedo un messaggio da Harry:
Harry:
Vengo a prenderti alle 13.00 xx
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I don't need you || HS IN REVISIONE
Fiksi Penggemar"Non me ne fotte un cazzo di te, Al." Le sue urla riecheggiano nella stanza vuota facendo eco. I miei occhi chiusi, spalle contro il muro e petto contro al suo petto. Aspettavo l'ennesimo schiaffo, che si fece aspettare rispetto agli altri datimi r...