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«Payne?» mi alzo subito dalla sedia aprendo di scatto gli occhi assonnati.

Accennando un si, il dottore avanti ai miei occhi continua a parlarmi osservando la cartella giallastra nelle sue mani. «Payne sta molto male, non sappiamo se entrerà in un coma o se mai si sveglierà. La macchina che ha colpito la macchina del ragazzo, andava molto veloce e lo scontro è avvenuto proprio dalla parte del guidatore, dove il signor Payne si trovava. Quindi le è facile capire che le fatture sono molto gravi.»

Payne sta molto male, non sappiamo se entrerà in coma o se si sveglierà.

Le mie gambe tremano più di prima, ho bisogno di vedere mio fratello e di parlargli e lui non può abbandonarmi così, adesso, non oggi, ne oggi ne mai.
«P-posso..» il biondo mi affianca e parla lui al posto mio, Niall ha capito che non riesco a parlare. «Può entrare nella sua stanza? È la sorella.» mi accarezza con la mano la schiena e io stranamente non mi muovo, lo lascio fare, indebolita dalla paura  di perdere mio fratello.

«Certo! Ma tra poco ci saranno dei controlli, se vuole parlargli deve farlo ora e anche subito.»

Torno sui miei passi verso le sedie e Harry mi abbraccia, «Andrà tutto bene.».

Mi stacco velocemente dall'abbraccio, «Lo disse anche mio padre il 22 luglio di due anni fa, ora vedi dov'è lei.» gli mostro l'immagine di mia madre dietro la cover del mio telefono, poi mi giro dandogli le spalle e raggiungo la stanza 13B, quella che dovrebbe essere la stanza di mio fratello.

Vederlo con tutti quei fili attaccati, con tutte quelle flebo, mi ricorda quella sera in ospedale, solo che al posto di Liam, quella sul lettino era mia madre. Mio padre piangeva sulla poltrona e mio fratello non parlava con nessuno, nemmeno con me. Io altrettanto: non parlavo, non mangiavo e non bevevo. Vivevo nella speranza, nella speranza che si distrusse quel 22 luglio alle 21.00.
Ricordo come se fosse ieri.

I bip del controllo del battito cardiaco sulla macchinetta collegata a Liam, affianco al suo lettino mi distrae dai miei pensieri, facendomi squadrare la faccia di mio fratello addormentata.
Sembra felice, contento e io non me la spiego proprio questa cosa.

Sospiro con le lacrime agli occhi che scendono più velocemente del solito, mi faccio coraggio e prendo parola, intrecciando la sua mano con la mia e accarezzandola delicatamente come se in questo momento sia la mia cosa più preziosa.

«Sai Liam, questa mattina ho sognato la mamma. Le ho parlato proprio come se fosse tutto reale, come se lei fosse stata lì con me per davvero.
Mi ha detto che dovevo darti una possibilità, perché tu avevi il dovere di avercela già due anni fa, ma io sono stata una cogliona e non ti ho permesso di entrare a far parte nella mia vita come tu volevi. Ora ero decisa, dovevo venirti ad abbracciare, già mi aspettavo la tua bellissima faccia contenta, il tuo bel sorriso, i tuoi denti perfettamente allineati e le rughette ai lati degli occhi. Forse, però, mi sono decisa troppo tardi, Liam. Ti chiedo perdono, ma per favore, svegliati, io ho bisogno di te, ho sempre avuto bisogno di te.» sempre tenendo la sua mano stretta nella mia, mi appoggio sul suo petto non curandomi di tutti i fili delle flebo.

«Sai, Liam, quando mangiavamo e tu scherzavi con il papà un paio di giorni fa, io ti osservavo e facevo davvero fatica a non ridere; il tuo sorriso è contagioso e meraviglioso, ovviamente non facevo fatica a non ridere per le battute squallide di papà.» una risata mi scappa «E ora mi trovo qui con te a piangere, a pentirmi di essermi chiusa in me stessa in questi due anni di merda che mi hanno letteralmente stravolto la vita, rovinandola però.
E sono distrutta nella mia rabbia, sono incazzata con me stessa e forse, quella che meriterebbe di stare al tuo posto, qui sono solo e soltanto io.» tiro su col naso non riuscendo a parlare, la gola mi brucia e mi sento calda per le troppe lacrime versate. Le mie mani tremano, facendo tremare anche la sua nella mia. «E se ti svegli, io voglio essere la prima ad abbracciarti e voglio essere la prima con cui soffrirai, perché ho capito che è come la mamma mi disse, solo tu puoi vivere il mio stesso dolore.
Ed è anche grazie a lei che ho capito che tutto è più bello se fatto insieme, anche le cose che più fanno soffrire.»

«Tesoro.» quella che sembra essere la voce di mio padre mi raggiunge nella stanza. «Sono arrivato solo adesso, come sta?»

Bacio la mano a Liam e poi la fronte, la guancia e la barba che mi punge lievemente. Non voglio davvero lasciarlo, ma mio padre merita un momento con quello che è il suo primogenito. «Hanno detto che non saprà se si sveglierà e..» mi asciugo le lacrime che non smettono di scendere dai miei occhi sulle mie guance. «E sinceramente non lo so nemmeno io.».

«Tesoro, andrà-»

«No papà, non dirlo. Non dirlo perché l'hai detto anche quella sera, non farlo di nuovo, non dirmi cose che poi non accadranno, ti prego.»

Mi abbraccia, ma stranamente questa volta ricambio. Ricambio perché ho bisogno di un conforto, ho bisogno di essere tra le braccia di mio padre adesso.
Un piccolo schiocco si sente nella stanza quando stacca le sue labbra dalla mia fronte, «Ora va a casa con qualcuno dei ragazzi, io sto qui con Liam e dopo vado a lavorare. Scusa se in questo periodo non ci sono mai, tesoro, ma-»

«Tranquillo papà. Posso stare benissimo a casa da sola, non c'è bisogno di nessuno. Mi accompagneranno soltanto e dopo andrò a dormire, poi farò ritorno qui. Non mi perderò nemmeno un minuto con mio fratello, nemmeno un minuto che potrebbe essere l'ultimo.» una lacrima mi scende sul viso e bacio la guancia di mio padre. Tirando su col naso, lo sorpasso aprendo la porta e, appena arrivo in corridoio dove ci sono le sei sedie blu, mi ritrovo avanti a Harry, Zayn , Niall e Louis.

Mi siedo come se loro non ci fossero, non ho voglia di parlare con nessuno.

«Ciao a tutti, io vado a casa.» prendo la borsa e prima che qualcuno possa fermarmi mi avvio verso l'uscita.

Arrivando fuori, la figura alta e riccia di Harold mi si presenta d'avanti.
«Accompagnami soltanto.» il bip dell'apertura della macchina si fa sentire, così apro lo sportello e mi ci siedo sopra, giocando con l'elastico nero con cui prima mi ero raccolta i capelli.

I don't need you || HS IN REVISIONE Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora