Cap.6

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Le feste dei Serpeverde, le più discusse e conosciute in tutta Hogwarts. Si può iniziare a partecipare alle feste solo al compimento dei quindici anni, questo perché spesso vengono introdotte bevande alcoliche e negli anni passati e capitato spesso che ragazzini di quattordici anni abusassero di ciò e che il giorno dopo si trovassero in infermeria con i vestiti sporchi del loro vomito. Sin da quando ho messo piede all'interno della scuola, e ho poi iniziato a partecipare alle feste, Draco mi ha da subito messo in guardia nel non esagerare con l'alcool, inizialmente l'ho ascoltato, bevevo davvero poco e niente alle feste, ma andando avanti col tempo ho iniziato a bere sempre di più, quindi se all'inizio mi limitavo a bere un bicchiere massimo due, dopo ho iniziato col finire metà bottiglie di alcool, sono iniziate le prime sbronze e alla fine il mio rapporto con l'alcool è nettamente cambiato. Spesso lo uso per sopprimere le mie sofferenze, i miei sensi di colpa, le mie paure e per nascondere agli altri ma soprattutto a me stessa ciò che ho di più oscuro dentro di me.

Subito dopo pranzo, che ho trascorso in silenzio e passando il cibo da una parte del piatto all'altra con la forchetta mangiando poco e niente, mi sono subito rinchiusa in camera. I ricordi di quell'estate stavano tornando, tutto quello che era successo stava tornando a galla nella mia mente e non potevo permetterlo, non di nuovo, perciò per distrarmi mi diressi verso la mia libreria iniziando a far scorrere la mano sulle spine di ogni libro, andando poi a prenderne uno intitolato "la magia della notte", il quale parla di Marta Robbins, una ragazza insicura e che non crede in se stessa, la quale non ha amici e una famiglia a sostenerla perciò tende a rinchiudersi nella solitudine del giorno, ma di notte, quando tutti dormono lei riesce a tirar fuori se stessa, quella vera, quella sicura di sé, dove si sente bella e spensierata attraverso il ballo e il canto, due forme d'arte che sin da quando era piccola l'avevano sempre attratta, ma non era mai riuscita a dirlo a nessuno per paura di non essere accettata.

Ero così immersa nella lettura che mi ci volle un po' per accorgermi che Pansy mi stesse osservando a braccia conserte appoggiata all'uscio della porta. Sobbalzo appena e con la mano destra appoggiata al cuore la guardo <Oddio Pansy vuoi farmi morire per caso? Mi hai fatto spaventare cazzo, non si usa più bussare?>

Con sguardo divertito avanza al centro della stanza e ridacchiando mi risponde <Dai su Allison non fare la melodrammatica, eri così concentrata mentre leggevi che non ho voluto interrompere la tua lettura>

<Sai che c'è Pansy? Vaffanculo> e detto questo scendo dal letto, non prima di aver poggiato il libro sul comodino.

<Dai su non fare così, so che mi vuoi bene>

<Convinta tu, convinti tutti>

Con un ghigno sul volto si avvicina a me, e dopo avermi spinta sul letto con un gesto così veloce che mi ci sono voluti un paio di secondi per capire ciò che stava succedendo, si mette a cavalcioni su di me e dopo aver poggiato le sue mani in corrispondenza dei miei fianchi inizia a muovere le dita freneticamente facendomi il solletico e di conseguenza io inizio a ridere come una matta. Cerco subito di divincolarmi, ma senza successo, perciò con le lacrime agli occhi la prego di smettere sperando che mi ascoltasse

<Pansy hahaha basta ti prego, sto per soffocare hahaha>, ma lei ostinata com'è continua

<Nono, prima devi ammettere che mi vuoi bene e che sono la migliore>

<Va bene, va bene mi arrendo> mi aspettavo che si bloccasse ma contro ogni mia aspettativa aumenta la velocità del solletico, facendomi scappare qualche urletto

<Ripeti non ho ben capito>

<Okok, io Allison Lestrange voglio tanto bene alla mia migliore amica Pansy Parkinson, che inoltre è la migliore che ci sia> e finalmente la smette, tiro un sospiro di sollievo e mentre Pansy si alzava da sopra di me io inizio a guardarla male ma per poco poiché sapevo benissimo che se avesse voluto poteva ri-iniziare con quella tortura, sa quanto odi il solletico ma soprattutto sa quanto non lo sopporti. Solo in quel momento il mio sguardo si posa sull'orario e noto che siamo in netto ritardo, poiché la festa dovrebbe iniziare alle 22:00 e sono già le 20:30, perciò con gli occhi sbarrati corro dall'altra parte della stanza, dove è posizionato l'armadio, e in modo agitato inizio a vedere tutti gli abiti da festa che posseggo...

<Pansy cazzo siamo in ritardo, dobbiamo ancora lavarci, truccarci, vestirci, farci i capelli e abbiamo pochissimo tempo>, dico tutto così velocemente che forse nemmeno me stessa ha capito ciò che ho detto; sento la voce di Pansy che continua a chiamarmi, ma io continuo a cercare un vestito che possa andare bene per la serata

<Allison>....<Allison>...<Allison>, all'ennesimo richiamo mi giro verso di lei

<Pansy invece di passare il tempo a chiamarmi "Allison-Allison"> inizio scimmiottando ciò che stava dicendo prima <puoi per favore pensare alle cose serie e cercare un cazzo di vestito> e detto ciò mi rigiro verso l'armadio

<Allison> mi rigiro verso Pansy innervosita e con le mani poggiate sui fianchi le urlo quasi addosso <Che c'è Pansy? Che c'è?> lei di tutta risposta inarca un sopracciglio e mettendosi a braccia conserte mi risponde <Mi spieghi cosa stai facendo?> per Salazar ma è seria? Oggi è la volta buona che la uccido

<Ma io dico ti sei già drogata prima della festa o hai una qualche malattia? Sto cercando un vestito, v-e-s-t-i-t-o> dico scandendo bene la parola "vestito" <perché fra meno di due ore c'è la festa e noi siamo qui, che sembriamo delle lumache di mare a non fare nulla, anzi mi correggo sei tu quella che non sta facendo nulla se non continuare a rompere il cazzo chiamandomi>

<Punto primo: grazie per avermi dato della rompi cazzo; punto secondo: gli abiti li abbiamo già> la guardo con gli occhi sbarrati <Cosa? Ma che dici?>

Pansy ormai arresa tira un sospiro dalla bocca, dandosi in seguito uno "schiaffo" sulla fronte, <Allison, te l'ho detto quando eravamo in sala Grande a pranzare, ti ho detto testuali parole -Allison comunque i vestiti per stasera li porto io- e tu mi hai risposto -sisi, va bene-, ma tu ovviamente eri nel mondo delle nuvole, a cosa pensavi?>

Non potevo dirgli la verità, o almeno non in quel momento, l'avrei fatta preoccupare e non volevo, perciò decido di inventare una scusa e cambiare discorso <Ero semplicemente assonnata Pansy, e comunque ti ripeto che siamo in r-i-t-a-r-d-o, quindi muoviamoci>, vedevo nel suo sguardo che non mi aveva creduta ma non ha voluto insistere perciò mi ha assecondato iniziando a mostrarmi i vestiti, e per Salazar sono meravigliosi. 

•solo tu riesci a capirmi• Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora