cap.2

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Buio...buio...solo buio, non riesco a vedere altro se non il buio più totale, è come se mi trovassi in un-

<Allison>

Una voce che non capisco da dove provenga attira la mia attenzione...non riuscendo a vedere nulla l'ansia inizia a salire, il fiato inizia a mancare, e con quella poca parte di me ancora cosciente cerco di capire dove mi trovo ma...è come se fossi chiusa in una stanza, fredda, buia e...sola.

<Allison>

Ancora, ancora quella dannata voce. Cerco di parlare, ma non riesco, è come se le mie corde vocali fossero bloccate ma non per mio volere ma per quello di qualcun altro; provo ad aprire la bocca per parlare ma l'ansia è troppa, i brividi di freddo sono ormai sparsi per tutto il corpo e io non riesco a fare altro se non cercare di capire dove sono e se c'è una via d'uscita.

<Allison>...basta, basta, ti prego!!! Ma nulla, quella voce continua. Cerco di gridare, di piangere, ma non ci riesco, sono come bloccata in una cupola di vetro.

<Allison...> <Allison...> <Allison...>

BASTA!!!

<Allison, che succede? Svegliati>

Voci, luce, l'aria che inizia a riempire i polmoni, finalmente riesco a respirare e con gli occhi serrati giro il capo alla mia sinistra verso la voce appena sentita e vedo Pansy. Con il petto che si alza e si abbassa freneticamente, gli occhi ancora sbarrati e la fronte sudata mi alzo di scatto buttandomi velocemente nelle braccia della mia amica che con sguardo preoccupato mi accoglie fra le sue accarezzandomi i capelli e continuando a ripetermi di stare tranquilla.

Pansy Parkinson, una ragazza dalla carnagione calda, con capelli castani e una corporatura minuta, è la mia migliore amica e compagna di stanza dal primo anno; siamo sempre state molto unite questo perché durante la cerimonia di smistamento, nel momento in cui il cappello parlante stava per nominare la casa in cui essa era stata inserita, due ragazzini che si trovarono ancora in fila iniziarono a schernirla e deriderla chiamandola "faccia da carlino" e altri nomignoli non molto carini per una bambina di soli undici anni. Sin da piccola sono sempre stata contro ad atti di questo tipo, soprattutto se la persona presa di mira non ha colpe, ed è per questo che senza farmi vedere dagli altri presenti, con la bacchetta recitai un incantesimo che fece andare a fuoco i loro capelli, e nel giro di due secondi quel giorno e in quel momento nel bel mezzo della cerimonia, entrambi iniziarono a correre fra i tavoli della sala cercando di spegnere le fiamme che erano presenti sulle loro teste. Alla fine delle cerimonia rimasi un attimo sorpresa dopo che Pansy successivamente all'esser stata smistata nei Serpeverde mi venne vicina e con un sorriso a trentadue denti mi disse semplicemente -grazie-.

Da quel giorno diventammo inseparabili, lei è una delle poche persone che sa tutto di me, ma soprattutto è l'unica a sapere cosa accadde quell'estate.

•solo tu riesci a capirmi• Mattheo RiddleDove le storie prendono vita. Scoprilo ora