XXVII - Una creatura

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Hogwarts, tre notti dopo l'accaduto.

Piton è appena uscito dal suo studio, non fa in tempo a chiudersi la porta alle spalle che viene strattonato e spinto contro il muro.

[Aberforth Silente]
Com'è potuto accadere?

Il vecchio mago gli sta urlando addosso a pochi centimetri dal viso e con entrambe le mani gli tiene il colletto alzato, mentre il pozionista, che se ne sta zitto con un'espressione vuota dipinta sul volto, non sembra nemmeno stupito di vederlo.

Come?! Rispondimi!!!

[Severus Piton]
Non ho potuto evitarlo.
E adesso che ti ho risposto toglimi subito le mani di dosso!

Piton sente i pugni dell'uomo farsi più rigidi e stringersi ancora di più attorno al collo. Come due cani rabbiosi continuano a guardarsi fisso negli occhi. L'atteggiamento di sufficienza del professore non fa che innervosire ancora di più il mago.

[Albus Silente]
Aberforth!

I due litigiosi si voltano verso Silente. Dal fondo del corridoio il Preside ha l'aria grave. Non pensava che avrebbe rivisto suo fratello al castello, l'incontro era stato fissato al nascondiglio dell'Ordine ed erano già in ritardo di qualche minuto rispetto all'ora stabilita.

Andiamo.

Londra, al numero 12 di Grimmauld Place

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Londra, al numero 12 di Grimmauld Place.

Nel soggiorno della casa della famiglia Black ci sono tutti.
Tutti quelli che Silente aveva chiamato per una riunione segreta: Sirius, Remus, James, Lily, Minerva, Alastor, Piton e Aberforth.
All'ordine del giorno, sempre la solita questione: la giovane Riddle.

I maghi si salutano discretamente senza troppi convenevoli. C'è chi se ne sta seduto, chi in piedi. Chi ha l'aria stanca e rassegnata e chi si lascia allietare da un bicchiere di liquore per alleggerire il peso di una lunga giornata.

[Lily Evans]
Come sta la ragazza?

La domanda è una delle più semplici, ma in questo caso non trova una risposta facile da dare.

[Albus Silente]
Con tutta sincerità... non lo so.
Il mattino dopo l'incidente è partita verso Bibury, dagli Ashton. Mi è sembrata la cosa migliore da fare. Ovviamente convincere il Ministero non è stato difficile, anzi...

[Aberforth Silente]
Non vedevano l'ora quelli là di saperla di nuova lontana dal mondo magico, casa sua è quì.

[Minerva McGranitt]
Ad ogni modo tenerla al castello non sarebbe stata una buona idea. Stiamo ancora cercando i colpevoli e la situazione è talmente delicata che per Delphini non sarebbe stato facile affrontala da sola. Non possiamo prenderci delle responsabilità che non ci competono. Purtroppo bisogna accettare che non siamo noi la sua famiglia, Aberforth.

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