XIX - Tra la neve

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L'ambiente è caldo ed accogliente.

Mentre Silente si presta a porzionare le fette di torta per gli ospiti, Piton ne approfitta per guardarsi attorno. Gli è impossibile non notare i diversi vasi di piante e di fiori sparsi per la stanza, su mobili e piccoli piedistalli. Il mago riconosce una pianta magica di Frullobulbo, innocua, anche se molto simile al Tranello del Diavolo. Ma per la maggior parte si tratta di piante comuni: calendula, lavanda, malva, melissa, camomilla, tarassaco e aloe vera. La cosa strana è vederle tutte lì, rigogliose, nonostante fossero fuori stagione e si trovassero in uno spazio buio, poco luminoso. Ci sono due piccole finestre in soggiorno, ma non sono sufficienti per il benessere di quella flora. In questo doveva esserci per forza l'intervento della magia e il mago è convinto che quelle piante siano di proprietà della ragazza, dal momento che l'ultima volta che aveva visto il giardino del fratello di Silente lo aveva confuso con un porcile.

Tutto attorno l'aria profuma di cannella e di mele. Il vino è già stato versato nei bicchieri degli uomini, il rumore e il calore del fuoco è rassicurante e rilassante.

Delphini aveva preso posto vicino ad Aberforth. Silente sedeva da solo sul divano più grande di tutta la stanza. Così Piton, dopo essersi tolto il soprabito, sceglie di accomodarsi sulla poltrona, ritrovandosi proprio di fronte alla strega, alla mercè del suo sguardo. Si sentiva gli occhi della ragazza appiccicati. Quando doveva essere lui quella sera a doverla scrutare ed esaminare per volere di Silente.

Il mago la guarda, mentre la strega prende con mano il suo piatto con il dolce che le svolazza davanti. Le pare un po' impacciata, ma i suoi modi leggeri e fini la facevano sembrare lo stesso aggraziata. Piton sentì i brividi lungo la schiena: anche Voldemort appariva elegante nei modi. Ricordava i suoi gesti fluidi. Bellatrix invece era scattosa e nervosa. -
"A quanto pare in questo avrà preso dal padre... e non dalla pazza madre rinchiusa ad Azkaban" - pensò.

[Albus Silente]
Dunque Delphini, adesso conosci anche il Professor Piton, insegna al corso di Pozioni ad Hogwarts. E quelle che tu per giorni hai chiamato "medicine" sono le sue pozioni e i suoi elisir.

[Delphini Riddle]
Grazie a lei adesso mi sento finalmente molto meglio, professore. Non ricordo di essermi mai sentita così bene.

Piton fa un cenno col capo mentre beve del vino elfico. Nascondendo perfettamente il suo compiacimento per se stesso.

I due Silente monopolizzano la serata parlando a Delphini del più e del meno. Spaziando dai complimenti per le sue doti culinarie alle tante cose che col tempo avrà modo di vedere e di fare quando sarà libera di uscire e di sperimentare la sua natura da strega. La ragazza sorrideva, era di poche parole. Però ascoltava e lo faceva con minuzia. Aveva lo sguardo attento e mai annoiato. -
"Somiglia a suo padre" - era questa l'impressione che ormai i tre maghi si erano fatti di lei, riguardo ai suoi modi, alla sua curiosità e vivacità intellettuale.
Dopo circa mezz'ora di chiacchiere si fa silenzio e Delphini se ne esce con una domanda a Severus. La voce le trema un po'.

[Delphini Riddle]
Professor Piton, anche lei a suo tempo ha studiato ad Hogwarts?

Piton la guarda, tenendo alto il mento e lo sguardo serio, fa un cenno con il capo per dire di sì.

[Delphini Riddle]
Anche lei è stato assegnato alla casa dei Grifondoro?

[Severus Piton]
Per Salazar! No! Sono stato un Serpeverde e sono da tempo a capo della casa.

[Delphini Riddle]
Quindi...un Serpeverde come mio padre e mia madre...

Piton ora ha tutti gli occhi puntati su di lui. Aberforth sembra volerlo incendiare. La strega pende dalle sue labbra. Mentre Silente lo fissa come un gufo... pieno di briciole incastrate nella barba e con in mano l'ormai quarta fetta di torta. Il pozionista avrebbe voluto smaterializzarsi all'istante.

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