TrentaTre - Di meglio -

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Appena suo padre gli aveva consegnato nelle mani, l'indirizzo di dove stava Mimmo, non aveva perso tempo a radunare Francesco e Edoardo.
Insieme ai suoi due ragazzi più fidati, raggiunge l'altra parte della città, pronto a qualsiasi cosa.
Le parole di suo padre non gli lasciavano la mente, mentre guardava Francesco guidare al suo fianco.
Non c'era alcun rimedio, se non lasciarla andare,  a quello che le aveva fatto.
Pensa che se avesse agito, come Dio vorrebbe, Lisa non si troverebbe neanche fra le mani di questo stronzo.
Continua a maledirsi, aumentando in lui il senso di colpa: ha sbagliato tutto, come sempre, con lei.
Lei si meritava di più, molto di più di quello che poteva darle.
- oh!- Edoardo lo richiama, dai sedili posteriori, posandogli una mano sulla spalla.
- nun si cuntent? - gli fa un sorriso, giocando con il suo tirapugni, fra le dita.
Ciro da fuoco a una delle sue sigarette, aspirando forte il fumo.
Come le tempeste, lui, conservava i momenti prima di agire, caricando sempre più.
La sua mente era una valanga di pensieri negativi, pronti a farlo diventare quello che doveva essere.


Nel frattempo Lisa, ha smesso di piangere da ore.
Se ne sta con la schiena appoggiata al muro, nonostante le facesse male ormai, sentendo in cuor suo che Ciro, l'avrebbe trovata.

I pugni di Mimmo sul sacco da boxe, la costringono a guardarlo: prende a pugni quell'attrezzatura da sport, senza sosta, nonostante il sudore sgoccioli sulla sua fronte e sia notte fonda.
Vorrebbe solo dormire, ma Mimmo lancia un ultimo pugno più forte, facendo oscillare il sacco verso Lisa.
- stai attento - lo minaccia - mi hai già rotto i coglioni con i tuoi allenamenti notturni - continua.
Mimmo la fulmina con lo sguardo, mentre si toglie i guantoni, gettandoli per terra.
- perché ti comporti così?- si inginocchia alla sua altezza e Lisa si stringe le ginocchia al petto.
- hai così tante palle da chiedermelo?-
Mimmo alza la mano verso il suo viso, ma Lisa tira la testa indietro, evitando il contatto con il suo tocco.
Mimmo fa un sorriso che inquieta Lisa, ma le resta poco, prima che potesse accorgersi delle sue mani: afferrano i suoi capelli in un pugno, esponendo il suo volto. Tira così forte che Lisa non può fare a meno di chiudere gli occhi, stringendo i denti per il dolore.
- só stat tropp gentil cu tte - sussurra a denti stretti sul suo viso.
Sente la testa inclinarsi verso sinistra, ancora stretta fra le morsa di Mimmo e le sue labbra premere sul suo collo. Continua a spingere contro le sue spalle, inutilmente.
Si sposta sopra di lei, facendole peso col suo corpo.
- lasciami!- gli urla contro, ma Mimmo continua a baciarla, tirando giù la sua tuta fino alla ginocchia. - lasciami! Pezzo di merda!-
- ancor?!- sussurra sulle sue labbra, prova a baciarla ma Lisa serra le labbra, cercando di dimenarsi. - lasciami! Ciro ti ammazzerà!-
- m'ha cagat o'cazz Lisa!- urla, afferrandole i polsi. - sì nun t stai zitt, o'ved in paradiso -
Lisa adesso è completamente immobilizzata, mentre inizia a piangere di nuovo.
Non può succederle questo.. manda giù i bocconi amari ogni volta che Mimmo la sfiora.

Ma poi improvvisamente la porta si spalanca con un tonfo e Lisa finalmente, inizia a vedere, senza le larghe spalle di Mimmo.
- Cap e'cazz, aizt!- Lisa riconosce la voce inconfondibile di Francesco.
Ma la sua speranza dura poco, quando sente una botta in testa che la fa cadere sul materasso, come fosse morta.

Na Catena/Ciro Ricci Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora