capitolo 1

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Marzia 12 ore all'arresto

Mancava poco al suo trasferimento.
Guardava attentamente la sua stanza, la casa passeggiando avanti e indietro come un anima in pena.
Sentì una mano appoggiarsi con cautela sulla spalla della ragazza.
Si girò di scatto, la madre la stava osservando.
Lei sorrise e cinse un braccio attorno al fianco della madre.

<<Tutto bene tesoro?>> Lei annuì
<<Sto solo pensando al fatto che tra qualche ora non saremo più qua>> La madre strinse la sua spalla e le camminò davanti porgendogli una tazza di tè.
Lei si sedette incrociando le gambe sulla sedia.
<<Ho sentito com'è Napoli. E se non mi trovassi bene?>>
La madre portò la mano appoggiandola su quella della figlia accarezzandogliela.

<<Tu sei socievole, Non hai nulla di cui preoccuparti>> La figlia sorrise di sfuggita e si alzò portando la tazza dritta in camera.
L'appoggiò su uno scatolone poco vicino alla porta e sospirò.
Spostò lo sguardo sullo schermo del suo telefono e decise di chiamare la sua migliore amica.

<<Oi Ale come stai?>>
<<Bene tu? manca poco eh>>
la sente ridere.
<<Non me lo ricordare sono in ansia>>
<<Ma perché? io ci sono sempre per te>>
Sorrise camminando per la stanza vuota.
<<Mi verrai a trovare a Napoli vero?>>
<<Certo che verrò, non ti preoccupare>>

Dopo averla salutata chiuse la chiamata.
Le voci dei suoi genitori attirarono la sua attenzione.
<<Marzia scendi. Adesso>> La chiamò la madre e obbedì.
Scese le scale velocemente, vide davanti ai suoi occhi i genitori che la guardavano e un uomo alto robusto che la fissava.
<<Che succede?>>
<<Dobbiamo andare, Presi la tua roba>>

Lei non si fece tante domande, corse un altra volta in camera e recuperò gli ultimi scatoloni.
<<Eccomi>>
<<Mettili pure nel furgone>> Alzò la voce l'uomo, si girò di scatto verso di lui e lo guardò seria.
Poco dopo il padre appoggiò la mano sulla sua schiena, per aiutarla a salire sul furgone.
<<Papà ma dove andiamo? non era oggi il trasferimento>> La sua ansia iniziò a prendere il sopravvento.

Vedeva suo padre guardarsi attorno portando lo sguardo di tanto in tanto verso l'uomo che stava alla guida.
La madre che guardava fissa fuori dal finestrino.
Lei si avvicinò con cautela all'orecchio della madre per chiedere che cosa stesse succedendo.
<<Ma...>> La madre si girò bruscamente facendo spaventare la figlia.
<<Cosa c'è?>>
<<Ma dove andiamo?>> Lei scosse la testa, e riprese a guardare fuori dal finestrino, questo gesto le fece sempre più venire ansia.
Guardava bene l'uomo per identificarlo nel caso succedesse qualcosa, il padre si girò verso di lei e distolse immediatamente lo sguardo, spostò un ultima volta lo sguardo verso l'uomo...

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