capitolo 3

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Era passata un ora da quando Marzia era arrivata al carcere minorile di Napoli.
Se ne stava sdraiata sul letto a fissare il vuoto.
Qualcuno bussò con la mano sulla cella facendola tornare alla realtà.
<<Tu sei quella nuova vero?>> Marzia annuì.
<<Sono Nunzia. Vieni, scendiamo in cortile prima di cenare>>
<<Devo venire per forza?>> Chiese lei.
Nunzia ridacchiò abbassando lo sguardo.
<<Si, e la vostra ora d'aria. Dai vieni>>

Sbuffò e si alzò dal letto.
Scese con le altre ragazze, passando accanto al campo da calcio dei ragazzi ne notò uno che se ne stava solo a guardare la partita.
Fece il muso e si fermò un attimo ad osservarlo, si spostò per guardarlo meglio, aveva i capelli ricci neri che gli ricadevano leggermente sulla fronte.
<<Marzia che fai? devi venire di là insieme alle altre>> Nunzia la risvegliò dai suoi pensieri.
Abbassò lo sguardo e lei appoggiò una mano sulla sua spalla.

<<Sta tranquilla, avrai delle ore anche per conoscere i ragazzi>> Lei alzò velocemente lo sguardo e le sue guance si tinsero di rosso.
<<Dai andiamo>>
Le ragazze giocavano a pallone e lei si annoiava, girò la testa per guardare il ragazzo di prima, si sorprese quando si accorse che il ragazzo la stava osservando.
Appena si accorse che lei lo stava effettivamente guardando si alzò in piedi, lei seguì i suoi movimenti quando non lo vide più.
Sospirò e appoggiò il mento sulla mano.

<<Ciao>> La salutò una ragazza con un grande sorriso.
<<Ciao>>
<<Sono Silvia, tu come ti chiami?>>
<<Marzia>> Lei sorrise e strinse la sua mano.
<<Che hai fatto per finire in questo posto?>> Lei scosse la testa e si strofinò gli occhi.
<<Ho ucciso un uomo...ho ancora in mente il pianto di mia madre, lo sguardo di mio padre, l'uomo per terra che perdeva sangue. Sinceramente non me lo voglio ricordare più>>

<<Cavoli mi dispiace>> Lei la strinse in un abbraccio accarezzandole il braccio.
L'ora di cena si era fatta, il tramonto lontano, le ragazze che posavano la palla e Nunzia che le raggruppava per andare a mangiare.
<<Silvia, Marzia andiamo a mangiare>>
Seguirono le altre andando in mensa.

Finito di mangiare andò in bagno a lavarsi e a sistemarsi, mentre sentiva l'acqua scorrere pensava al ragazzo di prima.
Perché stava da solo? non ha fatto amicizia con nessuno qua dentro? tutto lo odiano? Non lo sa.
Era bello, non lo aveva visto bene ma da lontano sembrava davvero bellissimo.
Si risvegliò dai suoi pensieri e si sciacquò la bocca.
Tornò in cella, la sua compagna stava già sdraiata sul letto, non volendola svegliare fece piano a sdraiarsi nel suo.

Venne svegliata dalla sua compagna di cella che la fissava accovacciata accanto al suo letto.
<<Buongiorno>> Disse Marzia, Viola sorrise e si alzò.
<<Si va a fare colazione, ti conviene sbrigarti>>
Si alzò dal letto stiracchiandosi, andò in bagno a farsi una doccia, si sentiva in imbarazzo, non aveva mai fatto la doccia nuda assieme ad altre ragazze in vita sua.

Prese il suo asciugamano e lo portò il più vicino possibile per coprirsi.
<<Sta tranquilla Marzia, nessuno ti caga qua dentro, non c'è bisogno che ti copri>> Riconobbe subito la voce di Viola.
Non rispose, finì di fare la doccia velocemente e uscì, prima di andarsene completamente diede uno sguardo a Viola che la stava guardando sorridente.
Quella ragazza aveva un sorriso malefico.

Dopo un ora, prima del pranzo si recarono nella sala comune dove avrebbero incontrato i ragazzi.
Muoveva le mani velocemente in ansia, se avrebbe visto da vicino il ragazzo sarebbe svenuta.
Appena entrarono nella sala comune davanti a se vide proprio lui, lo riconobbe subito.
Rimase ferma a fissarlo, tale bellezza la rendeva vulnerabile.
Se ne stava a fare lezioni di pianoforte ad un ragazzo accanto a lui.

Sorrise, prese coraggio e si avvicinò per sentire meglio la sua voce, la sua musica.
Suonava tranquillamente quando sollevò lo sguardo proprio verso di lei, il suo sguardo era dolce, come il viso, abbassò lo sguardo.
<<Filippo beh? perché non suoni più?>>
Filippo
Lui si concentrò sul pianoforte e ricominciò a suonare.

Più stava a guardarlo e più le piaceva, aveva ragione, era bello, lei lo sapeva.
Finì di suonare e applaudimmo tutti assieme.
<<Grazie>> Disse lui appiccicando le mani.
<<Dai andiamo, ti devo riportare in cella>> Lui annuii, prima di andarsene si girò verso di lei, sorrise ma lui non ricambiò.
Inutile dire che ci rimase male, forse era timido, ma voleva conoscerlo, almeno sa il suo nome è può consolarsi con questo.

Appena le ore di buca erano finite, dovettero recherai nella mensa per la cena.
Appena si girava vedeva Viola fissarla, se ne stava appoggiata ad una colonna in attesa del vassoio, lei la guardava con il suo solito sguardo e il suo solito sorriso che a Marzia metteva paura, perché faceva così?

Scosse la testa e tornò alla realtà
<<Allora? lo prendi sto vassoio o no?>> Le chiese una signora dietro al bancone.
Marzia prese il vassoio e si andò a sedere accanto a Silvia, la sua unica amica.

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