capitolo 4

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<<Sil, ma perché Viola fa così?>> Lei corrugò le sopracciglia e guardò la diretta interessata.
<<Ascolta me, non starci dietro quella è matta>>
<<In che senso matta?>> Silvia si avvicinò al suo orecchio.
<<L'anno scorso era in stanza con una nostra cara amica, si chiamava Chiara, lei le faceva fare delle cose la quale lei non volesse, sta attenta>> Se ne andò dandomi un ultimo sguardo prima di uscire dalla mensa.
Durante il tragitto incontrarono i ragazzi che stavano uscendo dalla loro mensa.
Marzia appena si ritrovò Filippo accanto a se alzò la mano per salutarlo, lui non ricambiò ma il suo sguardo era lo stesso della prima volta in cui l'aveva guardata negli occhi, si bloccò lasciando andare le ragazze avanti.

Non ne poteva più, doveva assolutamente parlarci, non pensò a quello che sarebbe successo dopo se solo si fosse staccata dal gruppo.
Si infilò nel gruppo maschile senza dare troppa importanza agli altri ragazzi che le chiedevano in continuazione chi fosse.
<<Ehi dove stai andando? tu non puoi stare qua>> Urlò un ragazzo moro.
Riuscì a raggiungere Filippo e gli prese un braccio.
Il ragazzo in risposta ritrasse il braccio bruscamente, appena incrociò i suoi occhi rimase immobile, fece la stessa cosa che fece lei, rimase indietro lasciando il resto del gruppo andare avanti.

<<Scusami...mi chiamo Marzia>>
<<Che ci fai qui? perché mi stai parlando?>> La ragazza lo prese da parte, corse in un posto abbastanza isolato dove nessuno avrebbe potuto vederli.
<<Stiamo sbagliando un sacco a stare qui in questo momento insieme lo capisci?>> Le sue parole uscivano dalla sua bocca così velocemente, si vedeva lontano un miglio che era in ansia.

<<Oddio non dirmi che sei uno di quei ragazzi che rispetta le regole anche più stupide vero?>> Chiese lei, Filippo puntò il suo viso, la stava guardando malissimo, Fece per andarsene ma lo bloccò un altra volta.
<<Forse per questo che qui non hai nessun amico. Magari per il tuo carattere che ne so>> Lui liberò il braccio dalla sua stretta presa.

<<Tu che ne sai? Parli parli e non sai nulla di me>> Fece un mezzo sorriso, nel mentre abbassò lo sguardo.
<<E da un po' che ti osservo, perché eri da solo il giorno in cui sono arrivata? perché te ne stai tutto solo a guardare gli altri giocare?>> Voleva sapere tutto di lui.
<<Per tua informazione io gli amici li ho. Se non mi conosci non giudicare>>
<<PER QUESTO CHE VOGLIO CONOSCERTI MEGLIO FILIPPO>>

Lui si bloccò, si girò verso di lei e ci andò incontro.
<<Come sai il mio nome?>>
Lei ridacchiò <<Che ti ridi?>> Gli chiese lui.
<<Lo so perché quando suonavi hanno detto
il tuo nome>> Filippo distolse lo sguardo annuendo.
<<Che fate voi qui? Tornate immediatamente nelle vostre celle!>> Una voce di un agente la fece balzare dalla paura, vide Filippo camminare. a passo svelto, la prese dal braccio e la portò fino al dormitorio femminile.

<<Nunzia guarda che questa si è staccata dal gruppo>> Al "questa" alzò lo sguardo verso l'agente guardandolo male.
<<Grazie mille la stavo cercando>> Lei la prese sotto braccio e la diresse alla cella.
<<Perché lo hai fatto? mi sono preoccupata!>> Lei la rimproverò e chiese scusa.
<<Promettimi che non farai mai più una cosa del genere>> Marzia capì la lezione e glielo promise, ma doveva farlo, doveva soddisfarsi, doveva parlare con Filippo, quello che voleva lo otteneva.

<<Domani hai una vista, magari ti può consolare>> Disse Nunzia mantre si mise seduta sul letto.
<<Sai da chi?>> Scosse la testa.
Viola entrò in stanza, Nunzia invece la lasciò, lasciando le ragazze da sole.
Marzia si avvicinò a lei e si sedette accanto alla finestra del bagno.
<<Che fai? mi segui pure al bagno adesso?>> Le chiese.

<<Se dobbiamo essere amiche allora ti conviene trattarmi per bene>> Disse a testa alta, non voleva farsi mettere i piedi in testa da nessuno.
Lei iniziò a ridacchiare, questo a Marzia dava tanto fastidio.
<<Che hai da ridere sempre?>>
<<Per me va bene essere amiche, ma non mi sembra tanto di averti mancato di rispetto>> Disse lei avvicinandosi al suo viso accarezzandogli la guancia e i capelli.

Lei deglutì, si spostò da lì e tornò in camera, la porta del bagno si chiuse, infilò velocemente una maglietta e un pantaloncino e si mise sotto le coperte.

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