Capitolo 11

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La giornata andava avanti, la bambina si annoiava come sempre, aveva passato ore ore senza uscire da questa stanza, tranne per mangiare. Adesso erano le sei di sera, era distesa sul letto di Sulpicia mentre fissava il soffitto con interesse. Era rimasta lì in quella stanza da sola per più di mezz'ora, le vampire se n'erano andate perché avevano una riunione, anche Corin dovette andare con loro. I suoi pensieri furono interrotti da un bussare alla porta, si paralizzò...e adesso cosa doveva fare? In preda al panico si nascose sotto il letto. La porta si spalancò, la persona che entrò fece uno sbuffo d'impazienza <so che ti trovi sotto letto> quando sentì quella voce, Emy si rilassò e tirò su un grande sorriso, la voce apparteneva niente di meno che a Jane. <Jane!> strillò felicemente uscendo da sotto il letto velocemente per balzarle addosso, la vampira non si accorse delle piccole braccia che le abbracciava la vita, provava un senso di disgustoso, ma...ma era confortevole. Jane scosse la testa tornando in sé, la spinse via da lei e si spolverò i vestiti disgustata, la piccolina se ne accorse e non la prese molto bene, si sentiva offesa...come osa rifiutare i suoi bellissimi e affettuosi abbracci. <Sono qui per dirti che è pronta la cena> il suo tono era rigido come una piastra di marmo, <ma non è troppo presto?> Emy non aveva molti abitudini per le ore della cena, mangiava in base a sua zia se era in casa o era a lavoro e la sua babysitter non aveva molto interesse per lei. <I maestri hanno dato un'orario ai suoi pasti, quindi senza perdere all'altro tempo andiamo> si voltò uscendo dalla stanza seguita dalla bambina imbronciata.
La cena non è stata una delle migliori, Emy sperava di incontrare Marcus, ma purtroppo era a mangiare da sola, la sua espressione aggiunse una sfumatura di tristezza. Il tintinnio delle posate era l'unica cosa che si sentiva in tutta la stanza, <mi sento sola> la sua voce si spezzò in un sussurro. <Tranquilla, se vuoi posso farti io compagnia> una mano le passò attraverso la spalla facendole venire un brivido, si voltò di scattò ma la sua espressione cambiò in pura felicità quando vide il fantasma di Didyme davanti a lei. <Sei la signora bellissima> l'euforia poteva essere descritta dai suoi occhi mentre osservava lo spirito sedersi accanto a lei. La donna mise un sorriso alle parole della bambina, era così carina e l'amava come la figlia che avrebbe voluto...ma per colpa del corpo da vampiro non poteva...e...non poteva nemmeno anche se fosse stato possibile...perché lei non esisteva più in un mondo vivente. <La signora bella si è incantata?> chiese Emy con il boccone pieno di pasta, che fece un po' ridere la donna per la sua carineria <stavo solo pensando>. La bambina si accorse dello stato malinconico della figura accanto, non le piaceva vedere le persone stare male. <Ti vorrei dare un po' di cioccolato, ma se spunta l'anticioccolato ci toglie il paradiso> Didyme divenne curiosa a quelle parole <anticioccolato?> il dubbio le saliva facendole venire un senso di curiosità, la bambina annuì <si! L'anticciocolato, è un signore basso che sta insieme ad uno più alto, lui non mi faceva mangiare il cioccolato>. La porta della sala da pranzo si aprì, parla del diavolo e spuntano le corna, <ecco è lui l'anticioccolato!> la piccola manina puntò il povero vampiro che stava solo facendo il suo lavoro (tanto povero non è considerando che ha ucciso molte persone). Una risatina venne dallo spirito, non si aspettava questo nome buffo nei confronti di Demetri, si ricompose un pochino vedendo le guance gonfie della piccola. <Credo che sia il caso che io vada, alla prossima piccolina> le sfiorò la guancia <ciao signora bella>. L'altro vampiro era stato lì per un po' e l'unica cosa che ha visto era la mocciosa parlare da sola...ne aveva visto di stranezze da parte dei bambini, ma queste batte ogni cosa. Demetri si ricompose <dobbiamo andare i maestri la stanno aspettando> l'attenzione della bambina si rivolse a lui, o meglio, verso la sua mano, l'uomo capì e sbuffò <certo puoi tenermi la mano> Emy si alzò felicemente prendendogliela.
Camminarono per molti corridoi, ma questi non erano minimante nella memoria della piccola, questo le fece venire dei dubbi, dove la stava portando? Si doveva fidare di quest'uomo?...certo che no! Le aveva proibito la cosa che ama di più. Si fermò di colpo <cosa stai facendo, dobbiamo andare dai maestri> il vampiro cercò di trascinarla ma non troppo forte per non farle del male. <Dove stiamo andando?> l'uomo alzò un sopracciglio...ma era stupida o cosa <te l'ho già detto, ti sto portando dai maestri> la bambina mise il broncio e cercò di staccare la mano ma inutilmente perché Demetri rafforzò la presa <non è vero, tu stai mentendo>. Lui spalancò gli occhi alla affermazione di lei, perché doveva mentire stava solo seguendo gli ordini <non ti sto mentendo> il suo tono era offeso e arrabbiato che non si accorse della stretta forte che mise sulla sua piccola manina. <Demetri, lo sai che non si trattano così i bambini> una voce femminile lo riportò in sé, staccando la propria mano da quella piccola. <Cori!> la bambina scattò velocemente verso la donna con qualche lacrima sulle guance e l'abbracciò. La vampira le mise una mano sulla testa <va tutto bene, Demetri non ti stava mentendo> Emy non capì, si doveva fidare dell'uomo anticioccolato? La donna vedendola dubbiosa continuò <ti ricordi della sorpresa che hanno menzionate le regine?> la testolina si mosse freneticamente su e giù <bene, è lì che ti stava portando>. Se prima Emy era confusa ora lo era molto di più, quell'uomo non voleva farle del male, non le stava mentendo...allora perché non riusciva a fidarsi ancora, <scusa signor anticioccolato> sussurrò aggrappandosi a Corin, il messaggio gli arrivò chiaro al vampiro. <Bene ora andiamo dai maestri, ti stanno aspettando> la bambina annuì ed iniziò a camminare con la donna mano nella mano mentre Demetri se ne andò da qualche parte.
La porta davanti alloro, era bellissima agli occhi della piccola, su di essa c'era la scritta Emy con delle lettere in legno che le avrebbe riconosciute ad occhi chiusi perché erano della sua vecchia camera a casa di sua zia. Corin bussò <avanti> venne una voce dall'interno, la porta si aprì e lì all'interno si trovavano sia i re che le regine, non era questo su cui la bambina era concentrata ma sulla stanza. C'era un bel letto a baldacchino con coperte molto raffinate...ma di questo non gliene fregava niente, lei stava fissando i suoi pupazzi, nel resto della stanza c'erano i suoi vecchi giochi, rimase ad occhi aperti, questa sarebbe stata la sua nuova stanza. <Spero che sia tutto di tuo gradimento> il suo sguardo passo dai suoi amati giocattoli alla faccia strana di Aro, Emy annuì timidamente <come avrai intuito questa sarà la tua stanza, così non dovrai più stare in quella delle regine>. La bambina si rattristì <quindi starò sempre qui tutta sola> borbottò, le due signore si guardarono <certo che no, puoi venire a trovarci quando vuoi> iniziò Sulpicia avvicinandosi a lei <ma non questa settima, perché sei in punizione>. Ora si che Emy si paralizzò, punizione? Cosa aveva fatto di male? Non voleva stare a senza cena o essere chiusa in una cantina fredda. Le lacrime le uscirono dagli occhi. <Per il tuo bene abbiamo deciso che starai umana settimana qui nella tua camera, potrai uscire solo per la scuola e i pasti> continuò la voce di Aro. Se prima erano strani ora lo erano molto di più, come poteva vietare la libertà ad una bambina, non era salutare lasciarla da sola in una stanza, dov'era sua zia in tutto ciò, perché lei non era mai presente. <Tranquilla, lo facciamo per il tuo bene, devi capire che non puoi vagare per i corridoi. Quindi abbiamo pensato a questa piccola punizione>. Marcus cercò di farla ragionare con la sua voce calma ma non fu molto efficace, lei si sentiva ferita anche dalle persone di cui stava iniziando a volere bene, le lacrime uscirono ancora di più. Aro e Caius si sentivano a disagio a vederla così ma anche arrabbiati, odiavano questi emozioni così umane. <Bene questo è tutto, io mene vado> il vampiro biondo platino fu il primo ad andarsene. Aro le si avvicinò <ringrazia che la punizione sia solo questa> il suo tono era diverso dal suo sguardo, era molto aspro ma sempre con quel sorriso da brividi (ma ringraziare di cosa è UNA BAMBINA DI CINQUE ANNI). Così anche lui se ne andò, gli unici a rimanere sono quelli che avevano accettato il legame con la piccola, Athenodora tentò di avvicinarsi ma la bambina fece un passo indietro <mi volete abbandonare?>. I tre si guardarono subito preoccupati, Marcus le si avvicinò velocemente inginocchiandosi al suo livello e mise le braccia sulle sue spalle <non faremmo mai una cosa del genere. Lo so che questa è una dura punizione ma abbiamo bisogno che tu capisca a pieno tutto questo. Ora scusami tanto ma devo andare> le diede un bacio sulla fronte e se ne andò. Rimasero solo le regine con lei, si avvicinarono e si misero al suo livello, Sulpicia le tolse alcune lacrime <ricordati che noi ti vorremo sempre bene. Ora mettiti il pigiama, devi dormire> la sua voce calma fece rilassare la bambina, che annuì prendendo il pigiama dal letto e mettendoselo facendosi aiutare dalle regine. Una volta pronta, si infilò sotto quelle morbide e calde coperte, stava per chiudere gli occhi ma si fermò quando si accorse che le cose non stavano andando come sperava <dove state andando?> si riferì alle signore che stavano uscendo dalla stanza. <Nella nostra stanza> rispose la donna bionda non voltandosi, mentre Sulpicia continuò <anche questo fa parte della punizione, mi dispiace> l'ultima parte fu meno di un sussurro e dopo questo se ne andarono lasciando Emy completamente triste e terrorizzata.

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