Capitolo 10

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Nel frattempo Emy era arrivata nella stanza delle regine con Demetri. Il vampiro aprì la porta e subito inchinandosi ma non ci riuscì perché la piccola balzò in avanti facendolo quasi cadere. <Picia! Dora!> balzò a braccia aperte verso le due donne abbracciando fortemente le loro gambe, <hai di già finito l'allenamento?> Sulpicia le chiese accarezzandole la testa amorevolmente. La piccolina scosse la testa <no, non l'ho iniziata. Quindi mi hanno con-congelata...no aspé...con-conge...congedata, ecco> le donne risero un pochino del suo comportamento buffo, notandolo iniziò a gonfiare le guance ed arrossare d'imbarazzo, cosa che aumentò la sua carineria. <Comunque stasera ci sarà una sorpresa per t-> Athenodora non finì in tempo che la piccola Emy si aggrappò alle sue gambe <UNA SORPRESA> strillò di felicità. L'altra regina si avvicinò e le accarezzò dolcemente la testa, <si una sorpresa> le ridisse.
Quella mattina andò avanti, Emy si mise a disegnare con la sua amica anima, mentre le due regine stavano studiando alcuni libri vecchi e polverosi, o come li aveva definiti interiormente, noiosi. Mentre continuava la sua opera d'arte, la matita che stava utilizzando si spuntò. Cercò fra il materiale che aveva se c'era un temperino, ma non ne trovò uno. Non voleva disturbare le signore con il loro lavoro, erano così concentrate che disturbarle faceva solo salire i sensi di colpa alla piccola. Quindi chiese ad Ottavia di usare il suo dono di annullamento per farsi che i presenti nella stanza non la sentissero, si avvicinò alla porta e uscì. Camminò per molti corridoi alla ricerca di un temperino, stava per girare l'ennesimo angolo, quando sentì dei passi che si stavano avvicinando a lei. Si impanicò, corse verso la parte opposta entrando velocemente in una stanza. Emy chiuse la porta appoggiandosi su di essa cercando di riprendere fiato, una volta che si calmò, si guardò intorno, la camera era pieno di tele sparsi in qua e là, pennelli, matite e altro materiale artistico. La bambina era affascinata da tutto questo, "devo cercare il temperino" pensò ma si perse la concentrazione quando vide una piccola tela bianca appoggiata alla gamba di un tavolo, si avvicinò ad essa con gli occhi curiosi. Prima di arrivare faccia faccia con quella tela, prese alcuni pennelli e colori, e una volta arrivata davanti ad essa, iniziò a colorare su quella superficie bianca. Era talmente concentrata nel suo lavoro, che non sentì lo stridulo di una porta che si apriva, Ottavia era già andata via da tempo lasciando la piccola Emy nelle grinfie del solo e unico Caius Volturi. <Cosa ci fai qui!?> una voce gelida fece congelare sul posto la bambina, il vampiro alzò un sopracciglio <Allora!?> il tono impaziente le fece rabbrividire di più ma si voltò lentamente a capo chino. Caius stava iniziando ad arrabbiarsi <non farmi ripete!?> cercò veramente di trattenersi ma inutilmente era nella sua natura essere aggressivo ed impaziente. Dopo minuti di tensione, la bambina alzò lentamente la testa guardando quella faccia impaziente, ma il suo errore più grande era quello di aver guardato i suoi occhi, quel rosso intenso la fecero rabbrividire di più. <I-io st-stavo sol-solo cerca-ndo un tempera mat-matite>. Porse in avanti la sua piccola manina l'aprì rivelando una matita spuntata. <Non credo che tu stessi facendo questo> il vampiro si riferì alla piccola tela un tempo bianca. Lui avanzò, prese il quadro e osservò con una faccia schifata, per lui era tutto sbagliato, i colori, le proporzioni...stava criticando il lavoro di una bambina di cinque anni. Dopo si concentrò nel guardare meglio i personaggi inseriti nel disegno <chi sono> parlò ringhiando per la troppa impazienza. Emy iniziò ad indicare ogni personaggio dicendo i loro nome <allora...questa sono io, poi c'è Ottavia accanto a me che ci teniamo per mano> rispose allegramente pensando alla scena in cui ha incontrato per la prima volta la sua migliore amica, subito rincominciò a parlare <e poi...ci sono anche la mamma e il babbo e lui ha fatto molto male alla male, da lei uscì la tempera rossa> la sua voce era spezzata, voleva piangere ma era troppo paralizzata per fare qualsiasi cosa. Caius sbuffò, nella sua vita aveva visto tante morti, la violenza , il sangue e le guerre e in tutto questo aveva ucciso sia umani e sia vampiri senza pietà, e pure nei confronti di una mocciosa provava tristezza e pietà. Gli dava noia il fatto che avesse passato tutto questo in tenera età, sbuffò di nuovo ma questa volta più frustrato, allungò la mano verso la piccola, <andiamo ti riporto nella torre> lei era titubante, mise molto lentamente la manina, con lo sguardo impaziente del vampiro, e camminarono fuori da quella stanza per dirigersi verso la torre.
<COME HA FATTO A SPARIRE NEL NULLA, ERA QUI CHE DISEGNAVA TRANQUILLAMENTE> Sulpicia urlò disperata guardando per la settima volta sotto i letti, come se la piccolina potesse apparire da un momento al altro. In quel momento entrò Corin e chinò la testa <mi dispiace mie regine, ma non son riuscita a trovare la piccola Emy> la preoccupazione scoppiò fortemente alle signore. Prima che potessero fare qualcosa di avventato, un certo vampiro biondo platino entrò nella stanza mano nella mano con la piccola Emy. Athenodora e Sulpicia si avvicinarono freneticamente alla bambina e ad abbracciarla, però la loro felicità si trasformò in rabbia <perché sei uscita dalla stanza senza avvertire nessuno?!> rimprovero la regina mora <poteva succederti qualcosa brutto! Pensa se uno dei vampiri che si è unito da poco ti avesse trovato e ti avesse fatto del male!?> continuò Athenodora tutta preoccupata. Emy stacco la mano dall'uomo e si precipitò ad abbracciarle <mi dispiace> tirò sul col naso <avevo bisogno di un temperino ma non volevo disturbarvi> strinse di più l'abbraccio. Sulpicia le accarezzò la piccola testolina <va bene, ma la prossima volta chiedi qualsiasi cosa a noi. Ora vai a disegnare là con Corin> la bambina annuì alle parole della donna e camminò verso l'altra vampira.
<Allora? La punirete per questo?> Caius attirò l'attenzione delle regine <punizione?> chiese Athenodora non capendo di cosa stesse parlando suo marito. Il vampiro annuì <si, deve essere punita e questa cosa non viene messa in discussione> disse tutto burbero fissando intensamente le donne davanti a lui. <per quale motivo dovremmo punirla?!> la prima a parlare fu sua moglie, non capiva il senso di quello che diceva suo marito, si è vero Emy era uscita senza il loro permesso ma era un piccolo errore, vero? <deve imparare che quello che ha fatto è sbagliato, poteva farsi male se avesse incontrato la persona sbagliata>
(tipo tu? Senza offesa Malfoy dei vampiri ma non che tu sia una persona a cui affiderei una bambina di cinque anni).
Caius sembrava arrabbiato ma dall'altra parte sembrava anche più responsabile nei confronti della bambina, ma in realtà voleva che venisse punita per essere entrata nella SUA STANZA e aver usato il SUO MATERIALE. In realtà la sua "responsabilità" era per convincere le regine a punirla perché lui era più infantile che di una bambina, dentro di sé c'era pura collera ma per una volta si dovette controllare. <Credo che abbia ragione> a spezzare il silenzio fu Sulpicia, credeva che fosse la cosa migliore da fare, l'altra regina si rassegnò <va bene, ma quale dovrebbe essere la punizione> chiese non avendo la minima idea di come fare. Per la bionda, punire la piccola Emy, non le andava molto giù, quella piccola creatura aveva già sofferto abbastanza, non doveva essere più triste ma felice. La donna stava anche dubitando se è stato un bene o un male nell'incontrarla, è entrata in un mondo troppo crudo e violento e lei è solo una bambina innocente, ma il fato ha deciso un'altra strada per lei.
<Decidete quello che volete, ma ricordatevi di punirla per bene> Caius aveva un'aria sprezzante, <se non avete nient'altro da aggiungere, io mi congedo> si girò e se ne andò velocemente dalle loro stanze. <Non credo che sia l'idea migliore> borbottò la bionda un pochino esasperata, sentì la presenza di una mano sulla sua spalla <lo so, ma è per il suo bene, sarà una piccola punizione che di solito gli umani danno ai bambini. Non ti preoccupare, mica verrà torturata da Jane. Se osa torcerle anche solo un capello, sappi che quella persona non farà una bella fine>. La donna si tranquillizzò alle parole della sua amica, <va bene, ora però godiamoci la giornata> chiuse la porta e tutte e due tornarono ai loro studi, mentre in sottofondo si sentiva le piccole risate infantili di Emy. Entrambe sorrisero a quella spensieratezza, a quella dolce melodia.

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