Capitolo 16

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Emy non ricordava da quanto tempo fosse stata in questo grande palazzo, le sembrava che fossero passati millenni ma forse il concetto di tempo era troppo difficile da capire nella sua piccolissima mente. In questo momento si trovava nella grande biblioteca in compagnia del vampiro ormai più non tanto depresso, lui in quel momento era impegnato a leggere un libro. La piccolina, dunque, si rintanò nei suoi pensieri <Marcus che giorno è?> l'uomo alzò lo sguardo dal libro verso i piccoli occhi <oggi è sabato 24 aprile> le rispose. La bambina rimase sempre con l'aria pensate cosa che non passò inosservato all'uomo <cos'hai in mente?> le chiese incuriosito da quella piccola testolina. <Da quanto tempo mi trovo in questo palazzo enorme?> Marcus si accigliò, non conosceva i mesi? Cosa insegnavano a questi bambini a scuola. <Tu sei qui da ottobre e ora siamo ad aprile quindi sono passati sei mesi> le spiegò con la sua voce rilassante, per Emy quel numero era così grande, perché era ancora qui e non a casa sua insieme a sua zia? Aveva un po' nostalgia.
Questi pensieri le tormentavano la sua testolina, era un po' incerta se chiedergli di più ma aveva paura che ci rimanesse male, sapeva che il vampiro non le avrebbe fatto niente o rimproverata come facevano Aro e Caius. <Ma perché io mi trovo ancora qui?> la sua voce era bassa ma udibile a Marcus, che lo resero scioccato, non si aspettava questa domanda credeva che ormai avesse capito che dovesse rimanere con loro. Non sapeva minimante come rispondere a questa domanda, però non voleva mentirle <hai presente il mio dono?> iniziò per poi proseguire una volta che la piccola testa andò su e giù <questo potere mi fatto vedere il tuo legame unito a noi, come se fossi nata per essere nostra figlia. Quindi sei parte della famiglia> la bambina si illuminò a questo. La spiegazione di Marcus era in parte vera e in parte no, i suoi fratelli non avevano ancora accettato la cosa come lui e le regine e quindi si erano convitti che lei fosse lì solo per il benessere delle loro mogli e per via del suo dono. <Quindi posso chiamarti...ehm...babbo Marcus?> dire che Marcus era scioccato era proprio un eufemismo, questa domanda gli riempì il cuore morto ma la cosa che lo rese più scioccato era su come lei accettò subito la notizia <si> le rispose. La bambina ne fu felice, si alzò in piedi di scatto e lo abbracciò <grazie, adesso ho un babbo> si staccò e saltellò per l'abitazione, i suoi occhi erano pieni di scintille, poi si fermò a pensare <quindi anche Picia e Dora posso chiamarle mamme?>. L'uomo alzò un sopracciglio, come poteva una bambina ad accettare tutto questo tranquillamente, <credo che sarebbero molto contente se glielo chiedessi> le disse gentilmente. La bambina saltò per l'entusiasmo uscendo freneticamente dalla stanza <allora andrò a dirglielo subito> il vampiro spalancò gli occhi da come c uscì freneticamente dalla stanza, poi si ricordò una cosa. Corse velocemente al suo fianco facendo stupire Emy <sai che non puoi girare nel palazzo da sola> la rimproverò dolcemente, lei guardò per terra timidamente <scusa, me lo ero dimenticata>. L'uomo sospirò <ora andiamo dalle regine> le porse la mano che afferrò felicemente, così i due si incamminarono verso la torre.

Athenodora e Sulpicia stavano passando una tranquilla giornata nelle loro stanze in compagnia della loro guardia personale, finché l'uragano di nome Emy non si presentò a loro, in compagnia di Marcus. <Dora, Picia. Voglio dirvi una cosa> era così allegra che non riusciva a stare ferma al suo posto, mandando un'onda di gioia a tutti coloro che si trovavano nella stanza. La mora sorrise gentilmente <allora piccolina, dicci la tua notizia. Dev'essere una notizia bella se sei così felice di dircela> improvvisamente la bambina divenne timida cosa che non passò inosservato al vampiro accanto a lei. Marcus le mise una mano alla testa amorevolmente <tranquilla, credo che a loro farebbe molto piacere di sapere quello che vuoi chiederle> presa da un po' di coraggio tornò ad essere su per allegra <posso chiamarvi mamma Picia e mamma Dora?!>. La sua allegria si fermò quando nessuno rispose e soprattutto guardandola scioccata, aveva detto qualcosa di sbagliato? Oh no...aveva sbagliato tutto, ora l'avrebbero odiata...lei non lo voleva. Piccole lacrime le si formarono, ma subito sentì di nuovo la presenza di una mano confortevole sulla testa <tranquilla. Non sono arrabbiate, sono solo rimaste scioccate> le spiegò. Le parole dell'uomo fecero tornare le due donne alla realtà e subito preoccupate di come lei aveva reagito male alla loro reazione scioccata, si avvicinarono a la piccolina chinandosi per abbracciarla. <Scusa bambina mia, non volevamo farti stare male, siamo rimaste scioccate perché è stato tutto così inaspettato che ci hai lascito sorprese> le spiegò Athenodora con voce tranquilla, <ma allora, sarete le mie mamme?> la sua timidezza riscaldo il cuore morto delle regine <ma certo che saremmo le tue mamme>. La bambina le abbracciò fortemente <grazie mamma Picia e mamma Dora>.

La loro bambinaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora