<Allora di cosa volevi parlare> il vampiro si avvicinò alla sedia vicino alla scrivania, mettendosi a sedere. Il dottore si avvicinò <la bambina ha la febbre a 38. Ma ti volevo parlare di qualcos'altro> Aro fece un cenno con la testa per fargli continuare il discorso, ora era interessato. <La bambina ha una grande fonte di stress dovuti al suo trauma infantile. Questo le hanno procurato degli attacchi di panico che non è normale per una bambina. Credo che sia più opportuno non causarle più traumi, è molto fragile e se continua così non so cosa possa succedere in futuro> spiegò più calmo possibile, aveva pur sempre davanti Aro Volturi, non vampiro qualunque. <Carlisle so dei traumi della bambina, ma non capisco perché me ne volevi parlare> Aro non era stupido, sapeva che glielo diceva perché pensava che Emy venisse tratta male da loro. <Perché...non credo che una bambina con traumi del genere dovrebbe stare con dei vampiri> il dottore stava solo cercando di far ragionare il suo vecchio amico. <Stai presumendo che noi le facciamo del male?!> era gelido, i suoi occhi rossi stavano penetrando in quelli d'ambra dell'altro vampiro. <No. Scusa se mi sono espresso male, quello che volevo dire è che stare con persone che si nutrono di persone potrebbe far aumentare i suoi traumi> Carlisle cercò di rigirare il discorso in modo tale che l'altro vampiro non si infuri. <Lo so, ma non solo ha un legame familiare con noi Volturi, ma anche un potere interessante e tu sai, caro amico mio, quanto io sia ossessionato da persone con i doni> il vampiro biondo si stupì da tale informazioni, ecco perché non l'hanno eliminata o chiesto a Chelsea di dividere il legame, lei aveva un potere. <Scusa se te lo chiedo, quale sarebbe il suo potere> Aro, come sempre, glielo disse tranquillamente, amava parlare dei suoi trofei <può vedere i morti, e non solo li può far vivere per poco. Per questo ti ha chiesto se eri vivo o morto, tende spesso a non percepirlo> parlare di quel dono gli metteva una certa gioia anormale e ossessione. Carlisle ha capito bene che lei sarebbe stata un'aggiunta perfetta nella sua congrega, ma Aro non capiva che se avesse continuato in questa maniera avrebbe solo fatto allontanare Emy, perché lei era sempre umana piena di emozioni e qualcosa negativo potrebbe portare il suo piano da un'altra parte.
<Aro fai come vuoi, ma ti dò un consiglio. Se continui così la porterai ad allontanarsi da voi che avvicinarsi. Detto questo io mi congedo> una volta che se ne fu andato, Aro fece crollare tutto il suo personaggio, ringhiò fortemente ribaltando tutto quello che si trovava sulla scrivania.
Passate le ore, la piccola Emy si svegliò, con le persone che in questo momento apprezzava, Marcus e Carlisle, la loro natura calma la faceva stare bene. <come ti senti adesso?> le chiese Marcus un pochino preoccupato <credo bene?...mi gira un po' la testa>. Subito Carlisle le si avvicinò, ma il suo istinto da bambina di cinque anni, sapeva che non era niente di buono. Infatti il dottore aveva preso un bicchiere d'acqua e mescolando qualcosa, ma lei sapeva che era una di quelle medicine disgustose <ho bisogno che tu prenda questo> le porse quella orribile cosa. <No. Non mi piace>la piccola fece i capricci, è normale cosa vi aspettavate che una bambina bevesse con felicità una medicina? Ma certo che...no. Il vampiro non più depresso stava per parlare ma fu preceduto dal dottore <non credo che una bambina come te non voglia stare bene per il giorno di Natale, se non bevi questo come farai ad essere forte per aprire quei regali. La medicina ti aiuta a guarire e a riprendere le forze. Basta che lo butti giù tutto di un fiato>. Emy prese velocemente il bicchiere, questo era tutto per i regali, e poi non voleva stare malissimo il giorno in cui c'era una delle sue festività preferita, fece il conto alla rovescia e buttò tutto giù provocando una faccia disgustata. Marcus prese nota di quanto Carlisle sia bravo con i bambini, se i Volturi dovessero farle prendere una medicina ci metterebbero tre ore, invece lui ci ha messo meno di cinque minuti. <Bene, ora devi stare sotto le coperte, hai bisogno di stare al caldo per guarire> Emy tutta imbronciata si mise sotto le coperte <uffa volevo vedere Picia e Dora> Marcus, vedendo l'altro vampiro pensieroso, gli spiegò di chi erano quei nomignoli. <Le vedrai domani, ma adesso devi riposare> le spiegò Carlisle tranquillamente, <e ricordati che non puoi uscire dalla stanza senza qualcuno> Marcus l'avvisò, di già era malata non voleva che la mettessero di nuovo in punizione. La bambina annuì freneticamente, la paura era dipinta sul suo volto, il dottore notò questo comportamento e non mera sano per qualcuno che ha subito dei traumi.
Una volta che I due vampiri uscirono dalla stanza, il Cullen fermò il Volturi <so che in confronto ai tuoi fratelli, tu ci tieni veramente ad Emy>. Marcus lo guardò e poi fissò il proprio legame con la bambina, era grazie a lei...lei gli aveva dato una ragione per rivivere, gli aveva ridato l'amore. <Dove vuoi arrivare, Carlisle> parlò in modo monotono, era rigido, allora l'altro vampiro cercò di essere più calmo possibile <ho avuto molti pazienti con traumi. Questa è la prima volta che vedo una bambina così piena traumi, è molto spaventata. Se continua così potrebbe cadere in depressione e tu sai quanto fa male>. Le parole di Carlisle colpirono nel profondo l'altro vampiro, sapeva che i modi dei suoi fratelli erano sbagliati, davanti a loro non avevano un essere umano qualunque ma una bambina, ed era anche appena uscita da una situazione difficile. <Vedrò cosa posso fare> il vampiro si mosse in avanti dando le spalle all'altro, girò un po' il volto <e grazie> e con ciò se ne andò velocemente, <speriamo bene> sussurrò il biondo, in modo tale che sentisse solo lui.
La mattina seguente, Emy si svegliò con la colazione in camera e farle compagnia c'era Jane, che sprizzava gioia da tutti i pori come Piton di Harry Potter. Peccato per la bambina, la sua colazione erano solo tre biscotti con tè caldo, voleva il suo amato cioccolato, ma non si lamentò perché oggi era la vigilia del suo giorno preferito, ovviamente dopo il suo compleanno, il natale. Non vedeva l'ora di ricevere un regalo da sua zia e di passare il tempo con le persone che voleva bene, forse sarebbe stata la sua prima volta che lo festeggiava felicemente. Ma ora le venne un'idea, voleva fare un pensierino per tutti, anche chi secondo lei non se lo meritava, ma a natale bisogna essere tutti più buoni. <Cosa stai pensando per essere così felice> la ragazzina ruppe quel ghiaccio, non sapeva perché avesse parlato ma quella piccola faccia le aveva messo curiosità. <A domani, che è Natale> la sua gioia fece solo distanziare Jane, aveva paura di tutta quella felicità che voleva scansarla come la peste. <E cosa c'è di così tanto allegro, è un giorno come gli altri> la bambina si accigliò, sta per caso scherzando? Il natale era tutto <ci sono i regali, albero di natale, le canzoni belle, i film natalizi e tante altre cose> spiegò come se tutto questo fosse sacro, una sottospecie di religione dei bambini e dei pigri. <Bhé non mi interessa particolarmente, qui non festeggiamo queste cose, lo facciamo passare come un giorno qualsiasi> la ragazzina non se ne accorse, ma questo fece rattristire Emy <quindi niente natale?> chiese delusa dal discorso precedente <no> fu la risposta secca e piatta di Jane. La giornata continuò, ma l'umore della bambina era giù, qui non festeggiavano il natale, quindi...niente decorazione dell'albero, niente canzoni, niente film, niente, niente...Niente. Lei era talmente nei suoi pensieri, che non si accorse della presenza del dottore <come stai?> le chiese facendola sbalzare dallo spavento. <Credo bene?...sono solo un po' triste> gli occhi di Carlisle si addolcirono <perché sei triste?> le chiese, lei era un po' titubante nel dirglielo ma si fidava di lui <perché...perché qui non festeggiano il natale> mise il broncio. Il Cullen sapeva che ai bambini piaceva il natale, per loro era una festa magica, ma era anche logico che i Volturi non avrebbero mai festeggiato un giorno del genere. <Lo so che è una cosa a cui tieni, ma qui hanno regole rigide. Però, se vuoi, possiamo addobbare camera tua> la bambina si illuminò a quell'idea <siiii>. La felicità di Emy era molto contagiosa nei confronti del vampiro, come faceva una cosa così innocente ad essere legata con tiranni più crudeli di tutti i secoli.
Quel pomeriggio Carlisle decise di parlare con la zia della bambina, Emy gli aveva raccontato di lei, sapeva che era la segretaria che si trovava all'ingresso e sperava che i Volturi non la uccidessero. Davanti a sé, vide una cattedra con sopra un computer, una donna bionda scuro stava cliccando i tasti della tastiera, Carlisle le si avvicinò di più. <Buon pomeriggio> Bianca sobbalzò dallo spavento, ma si incantò quando vide una persona che non aveva mai visto, la cosa che l'attirò furono i suoi occhi d'ambra anormali. <Scusa non era mia intenzione spaventarla. Sono Carlisle Cullen, sono il dottore che sta curando sua nipote> la donna si alzò freneticamente con uno sguardo preoccupato <come sta?!>. Il Cullen non si aspettava una reazione del genere, Bianca se ne accorse e cercò di ricomporsi <scusami, è da ieri che non ho notizie della sua salute> il vampiro non si stupì, se lo aspettava da questa congrega. <Se non le dispiace, appena sei libera vorrei parlare con lei al di fuori di questo palazzo. Per un po' di privacy sulla salute di sua nipote> lei rimase stupita, finalmente qualcuno che le diceva qualcosa e che non la trattasse come un'essere inferiore. <Dovrei essere libera tra mezz'ora, alle quattro faccio il cambio con un'altra donna> iniziò freneticamente, si stava aggrappando alle parole di prima di Carlisle come se fosse la sua ancora di salvezza <allora l'aspetterò nella piazza della fontana> e con ciò se ne andò. Nel frattempo, la piccola Emy, nonostante le parole di Jane, stava a letto con fogli e pennarelli, anche se loro non festeggiavano il natale, lei avrebbe comunque fatto dei piccoli doni. Quindi con i giramenti di testa e un foglio davanti iniziò a disegnare, per lei tutti dovevano festeggiare il natale, anche quello scorbutico di Caius e quei due anticioccolato. Era talmente concentrata che nono si accorse delle figure femminili nella sua stanza <piccola mia, cosa stai facendo. Non dovresti riposare?> la voce preoccupata di Sulpicia, lei e l'altra regina si avvicinarono al letto a baldacchino. <È un segreto, e comunque non ho sonno> la sua frase la ingannò perché subito dopo sbadigliò stropicciandosi un'occhio cola piccola manina. <Ma devi riposare, sei malata, quindi il tuo corpo ha bisogno di recuperare l'energia> Athenodora cercò di farla ragionare ma invano, la bambina stava continuando il suo lavoro ignorandole totalmente. Le donne si stupirono, questo trattamento nei loro confronti era una novità, <bene. Almeno ci puoi dire per cosa stai disegnando?> la regione mora chiese pazientemente, Emy si fermò e si mise a riflettere su come rispondere <è per domani. Domani è natale> e ricominciò a disegnare. Non si ricordarono della festività, sono sempre state abituate a non festeggiarle, <piccolina, lo sai che noi non festeggiamo mai queste cose?>. La bambina annuì, ma non diede peso alle parole, nella sua mente c'era solo l'idea di Carlisle, le dispiaceva che non festeggiassero uno delle feste che più ama però non li voleva costringere a fare quello che voleva. <Allora perché non ti riposi, tanto domani sarà un giorno come gli altri> Emy, per quanto quelle parole le fecero male, le ignorò continuando il suo lavoro <io il natale lo festeggerò comunque>. Le regine non controbatterono, la lasciarono continuare ma sapevano che non ci sarebbe stato niente domani mattina.
Le quattro arrivarono e Bianca si trovò fuori con Carlisle, stavano camminando per Volterra, fu la donna che ruppe il ghiaccio <allora, mi può dire come sta mia nipote?>. Il vampiro prese un respiro <fisicamente bene, la sua febbre è calata un po'. Ma...mentalmente non so cosa dirti> Bianca sapeva bene a cosa si riferiva il Cullen, la bambina ha vissuto dei traumi che ancora sono aperti e lasciarla a quei succhia sangue non le piaceva per niente. <Lo so che non è proprio opportuno e non devi rispondere se non vuoi, cosa le ha procurato quei traumi?> Carlisle sapeva che non era una domanda da fare, ma gli serviva per capire meglio quanto fosse fragile Emy. Non gli tornava come una piccola cosa fragile e infantile fosse legata ai vampiri più spietati, si sentiva imponente per non poter tirare fuori la piccola bambina, però avrebbe cercato di migliorare la sua situazione attuale. Il vampiro era troppo nei suoi pensieri che non si accorse che la donna aveva assunto una faccia triste <Emy è uscita da una situazione familiare difficile> Carlisle ora era tutt'orecchie. <Mia sorella, madre di mia nipote, veniva abusata e picchiata da quello stronzo di suo marito> la sua voce assunse un tono sprezzante, pieno di rabbia ma al tempo stesso...tristezza. Le lacrime iniziarono a formarsi nei suoi occhi, <non solo faceva male a lei, ma anche a sua figlia...come può un padre alzare le mani alla propria famiglia> Bianca non voleva sembrare patetica, ma aveva bisogno di sfogarsi, mesi di silenzio dovevano essere spezzati. <Poi...la goccia che ha rovesciato il vaso. Quello stronzo, maiale, uomo che non può essere chiamato tale...uccise mia sorella davanti gli occhi innocenti di Emy. Sono stata mesi sveglia tutta la notte per gli orribile incubi suoi...e...e...e ora quei maledetti vampiri me la stanno portando via...senza che io sappia cosa le stanno facendo>. L'unica cosa che sentiva, era la sensazione di liberazione, mesi rinchiusa in tutto questo senza mai parlarne con nessuno, ora...era libera. Il vampiro cercò di consolarla, tutto questo era un casino totale, poi una cosa lo colpì nella mente <mi dispiace, ma comunque avevo un'altra cosa da chiederti>. Lui le spiegò quello che aveva detto a sua nipote, Bianca ne fu felice, sapeva che i Volturi non festeggiavano le festività umane e non voleva dare questa triste notizia a sua nipote, ma sapere che lei e il Cullen stavano organizzando qualcosa la fece sentire bene.
La mattina seguente, Emy si svegliò meravigliata dalle decorazioni incantevoli che arredavano la stanza, le ghirlande, il piccolo alberello nell'angolo della stanza addobbato con qualche regalino sotto, i cappellini natalizi su ogni peluche...era tutto così perfetto ai suoi occhi. La bambina si rianimò quando sentì bussare alla porta, sperava che non fossero le regine o Marcus, essere sgridata a natale non le andava molto giù. Dalla porta entrarono il dottore gentile (nuovo nome da parte di Emy) e sua zia che teneva un regalo, ma perché teneva quel pacco in mano? Sotto l'albero c'erano di già, le aveva fatto un'altro? <perché hai un regalo con te?>. Bianca non si aspettava questa domanda di prima mattina <è per te> disse logicamente, ma la bambina non fu molto soddisfatta della risposta. <E chi mi ha portato quelli laggiù> la piccola manina indicò due pacchettini sotto l'alberello, <quelli li ha portati Babbo Natale> sapeva che era una risposta banale, ovviamente essendo adulta non credeva a queste cose, ma sua nipote era una bambina e non voleva abbattere quel poco di innocenza che le era rimasto. <Ma quindi esiste veramente?> la sua semplice risposta non stupì solo sua zia, ma anche Carlisle, convinto che questa figura fosse molto amata dai bambini. <Si piccolina, esiste e ti ha portato dei regali> Bianca non le voleva proprio mentire, ma era una bugia a fin di bene, nessuno dovrebbe essere privato dell'esistenza di Babbo Natale, la bambina guardò i regali <mi sta simpatico> disse facendo ridere i due adulti in quella stanza. Poi una cosa tornò alla mente della bambina, si alzò di scatto e prese due bigliettini colorati, si avvicinò a loro due porgendoli <anch'io ho dei regali i per voi>. I due adulti presero i bigliettini indirizzati, ed entrambi gli si addolcirono gli occhi, dentro il foglietto c'era un disegno infantile, in quello di Carlisle c'era raffigurato lui insieme alla bambina e anche bianca aveva una raffigurazione di sé con sua nipote. <bhé cosa aspetti apri i tu-> la donna venne interrotta dall'apparizione improvvisa di Marcus, il vampiro aveva il viso accigliato, vedere queste decorazioni lo ha un po' colpito. <Cosa state facendo?> la sua voce annoiata tolse tutta la gioia che si trovava in quella stanza. Emy si congelò, la sua paura di essere messa in punizione aumentava, tremò al pensiero <buongiorno Marcus, stiamo festeggiando il natale> fu Carlisle ha rompere il ghiaccio sentendo il disagio nella stanza. Il vampiro annoiato alzò un sopracciglio <tu sai che non facciamo questo genere di cose> era freddo (come la pelle pallida che si ritrova), Emy era bloccata sul posto, questo non era l'atteggiamento che era abituata a vedere, ma niente e nessuno le avrebbero rovinato questa giornata. Si mosse verso le altre lettere e prese quella indirizzata al vampiro in questione e glielo porse con un po' di speranza <è per te> le sue piccole braccia tremavano. Lo sguardo di Marcus si addolcì alla vista del disegno che gli aveva fatto, erano raffigurati loro due in quella che doveva essere una biblioteca, un sussurro di un grazie attraversò le piccole orecchie facendola sorridere. La giornata passò tranquillamente, la bambina aveva scartato i suoi regali tutta felice, ma uno in particolare le piacque, era un peluche ha forma di lupo, glielo aveva regalato sua zia. L'allegria della bambina faceva sentire Marcus felice, sperava che continuasse ad essere così, ma sapeva che stando con loro il suo sorriso non sarebbe durato a lungo. Le giornate passarono, Emy si stava godendo quelle che erano le sue vacanze. Ovviamente aveva cercato di dormire il più possibile di mattina ma Jane e gli anticioccolato la svegliavano presto, povera voleva solo godersi le mattinate nel suo comodo letto. La sua routine era quella di essere svegliata la mattina lottando per avere minuti in più ma invano, poi dopo passava il resto della mattina con le regine. Dopo sarebbe arrivato Alec che l'avrebbe compagnate a pranzo dove ad aspettarla c'era Marcus che subito dopo avrebbero passato del tempo insieme finché i suoi doveri da re non lo chiamavano. Per il resto stava sempre con Ottavia e la sua nuova amica Lupa, il suo dolce peluche che per strano motivo non stava molto simpatica alle persone li in giro. Purtroppo il giorno dopo Natale, Carlisle era partito per tornare a casa sua, questo la rese molto triste ma si ricordò che aveva una famiglia e sarebbe stato brutto da parte sua chiedergli di rimanere. Nonostante la sua partenza la rese triste, si rallegrò quando il vampiro portò con sé il regalo che le aveva fatto, peccato che quei regali i non li aveva dati agli altri, abbandonò l'idea di darglieli chiudendoli in un cassetto insieme ad altri fogli. La routine alcune volte veniva spezzata da fatti rari ma veri, come quella volta che lei e quell'uomo biondo platino sono stati nella stanza stanza a disegnare senza che lui la uccidesse o le urlasse contro (mi state dicendo che per una volta il suo ciclo è andato in pausa!?). Anche Aro sembrava gentile nei suoi confronti, che se non fosse per la sua innocenza a quest'ora sarebbe più spaventata dal suo cambiamento improvviso. Essendo una bambina non aveva percepito che alcuni di loro stavano forzando tutto questo, erano pur sempre vampiri che non comprendevano a pieno l'emozioni umane e fingere avrebbe aiutato sia lei che loro. Tutte le cose belle prima o poi finiscono e purtroppo per la piccola Emy le sue bellissime vacanze erano finito, quindi era per lei l'ora di tornare all'inferno. Per tutto il tempo che si preparava per tornare all'asilo aveva avuto una faccia cupa, questo fece solo ridere i suoi due accompagnatori, Felix e Demetri , per quanto non li sopportasse preferiva di più loro che i suoi coetanei bulletti.
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La loro bambina
FanfictionEmy è una bambina dolce e allegra con un passato traumatico, la sua vita cambierà quando farà piede in un palazzo pieno di vampiri. Riuscirà la piccolina a riscaldare il cuore morto di questi tiranni? (I personaggi si comportano in modo paterno o ma...